Fonte: scifi

Abituato a stare dietro alla macchina da presa, Peter Jackson negli ultimi anni sta entrando anche nel ruolo di produttore, e District 9 è uno dei film (assieme, ad esempio, allo Hobbit) che il grande regista ha realizzato in questa veste.

In una intervista a Sci-Fi Wire, Jackson spiega alcuni aspetti di questa produzione assolutamente atipica:

 

Quando Neill Blomkamp ha parlato con noi, ci ha detto che dopo il fallimento di Halo lo cercaste per trovare qualcosa di nuovo da realizzare insieme.
Noi crediamo moltissimo nelle relazioni con le persone, e a partire da King Kong abbiamo avuto un rapporto bellissimo con Mary Parent della Universal. Non lavora più lì, ma lei lavorava a Halo all'epoca e ci teneva molto che il film venisse realizzato. E' merito di Mary Parent se siamo entrati in contatto con Neill: un giorno ci chiamò e ci disse che aveva trovato questo nuovo regista, e che dovevo vedere i suoi cortometratti e le sue pubblicità.
Si trasferì letteralmente in Nuova Zelanda per lavorare a Halo, e ci passò circa quattro mesi, solo che poi il film morì. Ci sentimmo veramente a disagio perché avevamo trovato un giovane regista veramente entusiasta, avevamo deciso di fargli da mentore e aiutarlo a produrre un film… solo che in quattro mesi tutto era fallito.
Ci sentimmo terribilmente in colpa, e così ci venne in mente questa idea, proprio mentre Halo moriva e noi eravamo depressi. Pensammo: perché non prendiamo il controllo della situazione e facciamo qualcosa, tiriamo fuori qualcosa di buono da tutto questo? Decidemmo quindi di sviluppare un film originale con Neill, basandoci sul suo cortometraggio Alive in Joburg e costruendoci sopra una storia e dei personaggi.
Quello su cui ci concentrammo fu sviluppare uno script. Avevamo i progetti delle creature, quelli delle scenografie. Impacchettammo tutti i disegni concettuali in una sorta di libro, un fumettone. Neill andò in sud africa e girò un test di dieci minuti assieme a Sharlto Copley, un suo amico che avrebbe voluto coinvolgere come protagonista. Per noi l'importante era che Wikus fosse interpretato da qualcuno capace di improvvisare: Neill non voleva, infatti, un film completamente deciso a tavolino, doveva avere la spontaneità di Donnie Darko. Quindi stendemmo una sceneggiatura che sembrava più un trattamento, senza tutti i dialoghi.(…)
Neill girò questo test con Sharlto, e poi andammo tutti insieme a mostrare il test, lo script e il libro-fumettone negli Stati Uniti, dove affidammo alla QED il compito di trovare un finanziatore. Ottenemmo i soldi, due anni fa; la Sony comprò i diritti per distribuire il film nella maggior parte del mondo. Ecco quindi che District 9 è nato come film indipendente, realizzato in maniera indipendente e distribuito dalla Sony. Neill uscì e iniziò a girare le scene!

Parlate spesso del fatto che è low-budget, nonostante quello che appaia sullo schermo sembri di livello molto alto. Come avete fatto?
Beh, è costato 30 milioni di dollari, è un bene o un male?

E' un bene.
Voglio dire, è strano. Viviamo in un mondo dove c'è gente che dice che 30 milioni di dollari sono pochi. In Sud Africa costa molto poco girare i film. La post-produzione è stata realizzata in Nuova Zelanda, nei nostri studi, quindi siamo riusciti a contenere le spese. Tutti i soldi sono stati messi sullo schermo. Image Engine, che sta a Vancouver, ha lavorato a tutti gli effetti degli alieni. La Weta Digital era impegnata con Avatar, e non aveva modo di lavorarci. Ma verso la fine ha contribuito a inserire la maggior parte delle scene con l'astronave, perché ce ne servivano molte più del previsto, e ci ha aiutato per tutti gli imprevisti. Image Engine ha fatto un lavoro incredibile. Ci ha chiesto pochi soldi, ma ci ha dato degli alieni incredibili.

E per quanto riguarda la politica, avevate paura di qualcosa? E' un film molto politico, noi parliamo degli effetti ma è innegabile che il messaggio politico sia molto forte. Non avevate paura di come sarebbe stato accolto nell'ambiente Hollywoodiano?
Francamente no, perché non stavamo realizzando un film commerciale di Hollywood. Voglio dire, questo è il bello di usare budget bassi… si ha una certa libertà. Un giorno ho detto a Neill: vedi di godertela, perché se il film sarà un successo farai film sempre più grossi, e la libertà calerà sempre di più. Il che è verissimo. Quando hai 100, 150 milioni di budget, devi avere la responsabilità di non perdere i soldi di chi ha investito nel film, e diventi più conservatore, fai le cose con più calma… inizi a pensarla più "alla Hollywood".
A livello politico… il film riflette l'esperienza di vita di Neill. Questo film non è basato sui lavori di qualcun altro, o su altre esperienze. E' basato sulla vita di Neill, sul crescere a Johannesburg, guardare la fine dell'era dell'apartheid, tutte le brutture a cui ha assistito da piccolo. Voleva che questo film avesse gli alieni perché è un fanatico della fantascienza…

Scritto da Neill Blomkamp (anche regista) e dalla sua partner Terri Tatchell, il film è prodotto dalla casa di produzione di Peter Jackson, la Wingnut Film, e distribuito dalla Sony.

District 9 è uscito il 13 agosto negli USA, da noi arriverà il 25 settembre.

Maggiori informazioni sul film nella nostra scheda.

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