Non Sposate le mie Figlie 2, la recensione
Con più minoranze da rispettare, più intolleranza da annullare, Non Sposate Le Mie Figlie 2 replica lo spirito del primo
È ovviamente anche la dinamica di un sequel che non ha il medesimo impatto del primo nonostante cerchi di lavorare sui medesimi punti di forza (la storia del 90% dei sequel), specie il duetto tra Christian Clavier, padre poco tollerante, francese tradizionale, patriottico benestante e Pascal N’Zonzi, memorabile padre africano anche lui ben poco tollerante verso i bianchi.
Seguendo la consueta dinamica non eccessivamente anti-razzista che vuole che il bianco debba rivedere i suoi pregiudizi ma solo dopo che anche l’oggetto delle sue paure ha rivisto i suoi, questa volta il campione di mancata integrazione deve accogliere in casa sua un nuovo tipo di francese di nuova generazione: un migrante che non ha dove andare e viene assunto dalla moglie come giardiniere ma lui, segretamente, sospetta sia un attentatore.
Una trama a parte poi la hanno i mariti delle figlie, stereotipi nazionali ambulanti di Cina, Algeria, Israele e Costa D’Avorio, che vogliono integrarsi in Francia e si dimostrano a loro volta non proprio tolleranti.
Il punto di questo film è sostanzialmente di negare il problema. Il razzismo non c’è, è solo ignoranza, appena ci conosciamo ci vogliamo bene, e i bianchi sono razzisti tanto quanto gli altri in fondo. Inoltre più procede più questo sequel allarga il suo oggetto di interesse: non solo i nuovi francesi ma anche i diritti delle donne e poi gli omosessuali, tutto il mondo moderno che non è quello del protagonista (francese gollista tradizionalissimo, che tornato da un viaggio intorno al mondo per conoscere le famiglie dei mariti delle figlie si sfoga con formaggi e foie gras giganti). Il mondo dei poco tollerati, dei reietti, dei senza diritti è ritratto in fondo come uguale a quello dei francesi bianchi e benestanti, riducendo conflitti e culture specifiche. Dobbiamo andargli incontro, questo sì, dice il film, ma devono venirci incontro anche loro, devono essere francesi anche loro, devono essere come noi.