Recensione - Bravely Default - Volo di fata

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


Condividi

Quote:

Bravely Default recupera in un attimo tutta la tradizione ruolistica dell'epoca 16 bit e la infila in una cartuccia

Recensito l'atteso titolo ruolistico di Square Enix per Nintendo 3DS

Non c'è stato un momento preciso, nella storia di Square Enix, nel quale qualcosa s'è rotto tra la storica compagnia ed i giocatori appassionati di giochi di ruolo giapponesi. C'è stata, piuttosto, una disaffezione, cresciuta progressivamente con il tempo, dovuta a scellerate scelte commerciali, stilistiche, identitarie, che hanno allontanato dalla depositaria storica del sapere e dell'essenza ruolistica orientale coloro che l'avevano sempre avuta come punto di riferimento. Alcuni ricordano con nostalgia il periodo 16 bit, e fanno coincidere l'inizio del cambiamento con il passaggio alle tre dimensioni; altri abbinano al declino l'abbandono di Hironobu Sakaguchi, storico padre di Final Fantasy, avvenuto nel 2004 ma effettivo da ben prima (basti pensare che sull'artwork principale di The Last Story, titolo diretto dal game designer giappone uscito su Wii nel 2012, campeggia un X che ben chiarisce quale Sakaguchi ritenga il vero decimo capitolo della storica serie). C'è sempre stato però un porto sicuro nel quale potevano approdare i nostalgici dei bei tempi, ovvero le console portatili, grazie a ottimi remake, come quelli di Final Fantasy III e Final Fantasy IV o a titoli nuovi, come Final Fantasy: The 4 Heroes of Light, e proprio di quest'ultimo è una sorta di seguito spirituale Bravely Default, titolo lungamente atteso dagli appassionati e che sarà disponibile tra pochi giorni, il 6 dicembre.

Bravely Default recupera in un attimo tutta la tradizione ruolistica dell'epoca 16 bit e la infila in una cartuccia, donando a Nintendo 3DS l'ennesimo grandissimo titolo di un'annata strepitosa, costellata di giochi di valore assoluto. L'appeal della produzione Square Enix è tanto maggiore quanto più si è amato un certo modo, classico indubbiamente, ma ancora capace di far sognare, di concepire il gioco di ruolo giapponese. Si tratta di un salto nel tempo, di un ritorno ad un passato fatto di turni ed incontri casuali, arricchito da dinamiche nuove e di profondo impatto sul gameplay, ma comunque fortemente e fieramente ancorato alla tradizione.

Primo elemento di classicità è la trama, che vede il giocatore impegnato nella salvezza del mondo, nei panni di quattro giovani eroi. Quattro, il numero ricorrente dell'epopea di Final Fantasy, così come ricorrente è l'inserimento nel canovaccio narrativo dei cristalli, dalla cui integrità dipende l'equilibrio del mondo. Eppure Bravely Default riesce a sottrarsi alla stanca e pedissequa imposizione dell'eroismo, alternando momenti di drammaticità, di bizzarria, di umorismo, facendo perno sulla caratterizzazione ora dell'uno, ora dell'altro personaggio: Tiz è il classico ragazzo dal cuore d'oro, che si ripropone di aiutare nel suo arduo compito Agnes, la vestale del vento, poco convinta protagonista del gioco; al loro fianco Ringabel, colto da amnesia e con il chiodo fisso delle donne, ed Edea, ragazza dal carattere di fuoco. Gli eroi interagiscono con un cast di personaggi esteso e ben variegato, con alcuni davvero memorabili, e sebbene le vicende raccontate non brillino per originalità, lo fanno nella qualità della narrazione, impreziosita da dialoghi ben scritti e da episodi intensi.

E' nella struttura di gioco che si nota la maggior commistione tra classico e moderno. L'impostazione è dolcemente tradizionale, con un mondo da esplorare, tra città, boschi, caverne, rovine, templi, castelli, interrotti occasionalmente da scontri casuali con la miriade di mostri che affolla il notevole bestiario del gioco. Dove Bravely Defaul si tiene al passo coi tempi è nel ritmo: le battaglie non frustrano il giocatore con una insostenibile frequenza, che è invece calibrata alla perfezione, ed i dungeon o le aree da attraversare prima di accedere al solito boss non sono mai eccessivamente complicate nella mappa né troppo estese. Questi elementi non devono però far pensare che il gioco sia facile, perché è l'esatto contrario: la produzione Square Enix colpisce duro, quando si prende sottogamba anche un semplice incontro casuale, e non lesina poderose legnate sulle gengive in occasione delle battaglie con i boss, al punto da richiedere, per fortuna occasionalmente, anche un po' di (in)sano grinding.

Le innovazioni di rilievo intervengono nel sistema di combattimento, concepito per adattarsi in maniera perfetta all'atteggiamento del giocatore. Le battaglie sono organizzate in turni, come da tradizione, ma c'è una chiave per scardinarne le dinamiche, ed è l'alternanza tra Brave e Default. Si può giocare semplicemente aspettando il proprio turno per effettuare un'azione, ma non è né divertente né soddisfacente, visto che quasi subito la difficoltà del gioco richiede la perfetta padronanza delle due opzioni. Utilizzando il Brave con un personaggio gli si dà la possibilità di aggiungere immediatamente un'altra azione, per esempio colpendo due volte in un turno, ma si deve poi rimanere fermi in quello successivo; utilizzando il Default è il contrario, si accumulano, rimanendo fermi per un turno ma difendendocisi, Punti Brave, da spendere successivamente. Si può quindi lanciarsi all'attacco con un personaggio, rimanendo coperti con gli altri, oppure tentare di asfaltare un gruppo di nemici al primo turno, o ancora ripararsi dai colpi di un boss, dato che anche questi sono capaci di usare Brave e Default (e quando attaccano più volte fanno veramente malissimo). Ecco quindi che le battaglie assumono profondità anche dal punto di vista strategico, richiedendo di ponderare bene le azioni da effettuare in determinati momenti, per volgere a proprio favore l'esito dello scontro.

La varietà all'interno dei combattimenti è data dal sostanzioso job system, che richiama quello di Final Fantasy III, poi ulteriormente sviluppato nel quinto episodio. Ogni personaggio può vestire diversi panni, da quelli più tradizionali del cavaliere, del mago bianco o del mago nero, a quelli più particolari della valchiria, del ranger o dello schermidore incantato: nel gioco sono presenti ventiquattro classi, sbloccabili seguendo la storia o le numerose quest secondarie, ed ognuna ha abilità uniche, divise in fisse o di supporto. Oltre a quelle della classe d'appartenenza, è possibile utilizzare anche quelle già ottenuto di solo un'altra classe, mentre tra quelle di supporto se ne possono inserire da diverse, limitatamente ai punti a disposizione ed al loro precedente apprendimento. Un simile impianto concede enormi opzioni di personalizzazione, dando la possibilità di costruire un party quanto più vicino alle proprie esigenze ed ai propri gusti. Non legati alla classe, ma all'arma che il personaggio impugna, sono gli attacchi speciali, che diventano disponibili una volta soddisfatti determinati requisiti, ed anche questi sono personalizzabili, abbinandogli un elemento o una variazione di stato, confermando la versatilità e la profondità di un sistema di combattimento in definitiva ottimo.

A condimento di un impianto narrativo solido e di un sistema di gioco ottimo e di un impianto narrativo solido interviene una interessante componente legata allo StreetPass di Nintendo 3DS. All'inizio del gioco Norende, la cittadina di Tiz, viene distrutta; per rimetterla in piedi, costruendo empori, armerie e negozi di potenziamenti, e potenziarli, in modo da poter acquistare materiale altrimenti non ottenibile, se ne useranno gli abitanti, che aumenteranno di numero mano a mano che incontreremo più giocatori, usando StreetPass appunto, o collegandosi a internet. Non solo: questi giocatori potranno essere evocati in battaglia tramite un apposito comando, e noi stessi potremo inviare il nostro, impegnato in un particolare attacco, per supportarli. Insieme a nuovi abitanti ogni tanto si riceveranno le Nemesi, nemici particolarmente potenti, la cui sconfitta garantirà numerosi punti esperienza. L'impatto di questa componente sul gameplay è relativo, ma di sicuro ne è un arricchimento, ancora meno impattanti, ma degni di menzione, sono i Bravely Second, punti ottenibili nel tempo (o acquistabili con soldi reali) che permettono di effettuare un'azione in un qualsiasi momento di un combattimento.

Un elemento di Bravely Default che ha colpito gli appassionati fin dal primo momento è senz'altro il comparto artistico, e la versione finale non fa che confermare quanto ammirato in precedenza. Il gioco si mostra solido nella modellazione poligonale dei personaggi e nel disegno delle texture, ma il suo aspetto più pregevole sono le ambientazioni, disegnate a mano con tratti dolci ed un'attenzione al dettaglio certosina. E' praticamente impossibile rendere alla perfezione con le parole la loro bellezza, siamo su livelli di assoluto valore, in campo artistico il picco più elevato toccato da Square Enix negli ultimi anni. Giudizio più che buono anche per la colonna sonora, che consta di brani fortemente ispirati alla tradizione del genere, ed alcuni continuano a suonare nella testa anche a console spenta; a completare il comparto sonoro, un doppiaggio ottimo, che ben contribuisce a caratterizzare i personaggi.

Bravely Default risulta in definitiva un titolo assolutamente imperdibile per gli appassionati dei giochi di ruolo giapponesi, estremamente classico nella struttura ma dotato di vari elementi di modernità ed innovazione che ne aumentano significativamente il valore. E' divertente, intrigante, profondo nelle dinamiche di gioco e sostanzioso nella storia, artisticamente fuori scala, e soprattutto conserva in sé parte della perduta magia del genere ruolistico orientale.

Tipologia di Gioco:

Bravely Default è un tipico gioco di ruolo giapponese, che riesce a fondere coerentemente elementi squisitamente classici ad altri innovativi, in maniera da risultare più appetibile e moderno.

Come è Stato Giocato:

Ci siamo tuffati nella bellissima avventura di Bravely Default grazie ad un codice per il download da eShop gentilmente fornitoci da Nintendo.

Continua a leggere su BadTaste