Recensione - Elegy for a Dead World
La nostra prova di Elegy for a Dead World, esperimento a metà tra scrittura e videogioco
Elegy for a Dead World è un gioco che nasce da un'idea, e nasce per stimolare idee, da mettere nero su bianco tramite il racconto. C'è una sottilissima, ludicamente irrilevante componente esplorativa, che mette il giocatore al controllo di un esploratore spaziale, che approda su tre diversi pianeti, tutti disabitati, che prendono il nome dagli scrittori inglesi Percy Bysshe Shelley, Lord Byron e John Keats. Anche le atmosfere che, una volta sulla superficie, provano a toccare l'animo del giocatore, sono identiche: si va dalla sensazione di abbandono alla meraviglia, dalla tristezza al mistero, perché i segni di civiltà che troviamo sono distrutti, cadenti, morti, in seguito a non si sa cosa. Ed il gioco non fa niente per riempire questi spazi, lascia che lo faccia il giocatore, ed è tutto lì il suo senso, nel fornirgli un'ispirazione, nel far sì che quanto mosso in lui prenda vita sotto forma di racconto.
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Non esistono obiettivi, non esiste completamento, si può solo scegliere le basi del proprio racconto: per ogni pianeta, il gioco ne propone alcune, frammenti di una storia che va completata a proprio piacimento, lasciando che in determinati punti dei pianeti ci venga chiesto di scrivere qualcosa. Oppure, senza mediazione alcuna, ci si può avventurare e lasciare che siano le proprie emozioni, la propria ispirazione a scegliere i punti da descrivere con parole, costruendo la storia. Una volta completata la propria piccola opera, è possibile caricarla online, esponendola al giudizio degli altri giocatori/scrittori, così come è possibile leggere le loro, votando per le migliori. E' un meccanismo interessante, ci si imbatte in racconti dai toni diversissimi, ed è sempre stuzzicante vedere come uno stesso punto di partenza susciti emozioni simili o lontane dalle proprie.
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La descrizione di quanto il gioco offre può benissimo terminare qui, ed è quindi facile evincere come Elegy for a Dead World abbia il fiato corto, come, dopo un impatto iniziale particolare in senso buono, grazie all'ottima direzione artistica , abbia poco da offrire anche a coloro che riescono e vogliono beneficiare delle sue ispirazioni. Con qualche pianeta in più, con una loro maggiore varietà, con l'inserimento di un qualche evento dinamico, a movimentare l'esplorazione di paesaggi che, per quanto struggenti, rimangono estremamente statici, il gioco avrebbe avuto un'offerta di altro peso, anche al netto della sua particolarità.
E' difficile assegnare un voto ad una simile produzione, che nasce dalla volontà di proporre qualcosa di diverso, conquista con un'atmosfera complessiva di sicuro impatto e con dei panorami, realizzati a mano, assolutamente sensazionali, fallisce nel tenere alta l'attenzione del giocatore. Eppure ci sentimento di premiare, seppur con molte riserve, questo esperimento, che magari potrà essere un ottimo punto di partenza per la prossima produzione di un team di sviluppo che pare avere idee davvero stimolanti.