Recensione - Feist
Un platform dalle atmosfere particolari, ambientato in un'oscura foresta: la recensione di Feist
La storia di Feist è quella di un rapimento e dell'inseguimento che ne consegue, nel quale confluisce tutto l'eroismo che una piccola e bruttina palla di pelo può infondere. Ed è in realtà un grande eroismo, nonostante le piccole dimensioni del protagonista, perché fin dalle primissime fasi di gioco ci si accorge che la foresta nella quale si svolge la stragrande maggioranza dell'azione è un luogo ameno solo ad una prima occhiata, solo se ci si ferma a rimirarne la vastità e la profondità, messa su schermo da una tecnica basilare, che propone vari livelli di parallasse bidimensionale, con un nero oscuro a riempire gli oggetti ed i personaggi in primo piano, luogo dell'azione, e gli elementi dello sfondo, che spiccano su un verde un po' acido ed un po' tenue. Non c'è realismo nella natura di Feist, c'è una bizzarria un po' folle, che sottende pericoli ed orrori, quelli ai quali va incontro il giocatore.
[caption id="attachment_145905" align="aligncenter" width="600"]
Feist è un platform, quindi certamente il salto come azione primaria del tutto ludico, ma non si trovano all'interno della produzione di Bits & Beasts architetture che valorizzino la precisione e la bravura nel salto. Piuttosto che su una progressione salterina, il gioco fa affidamento su un'episodica, scriptata, ricorrente proposizione di situazioni da risolvere e nemici da sconfiggere. Appaiono, ed è questo il giusto termine, perché poco e niente sembra esserci di ponderato, in funzione di un'esperienza di gioco calibrata, trappole, nemici, oggetti da utilizzare, piccoli enigmi ambientali. Spesso quindi si passa dalla calma totale ad una situazione di notevole pericolo, che ugualmente spesso porta ad una prematura fine, mitigata dalla presenza di checkpoint ravvicinati. Il gioco poggia, troppo, questo è il suo principale limite, sul trial and error, sul morire perché dal nulla ecco sbucare un mostro o trovarsi varie trappole e sul tentare di non morire ancora al secondo passaggio, che spesso diventa terzo, quarto...Ed è un peccato, perché di apprezzabile inventiva il gioco è sufficientemente infuso, con tante situazioni stuzzicanti, ma proposte in maniera episodica e mal studiata, al punto di far salire la frustrazione nell'animo del giocatore, perché Feist non lesina in difficoltà, difficoltà che alcune volte ci si trova a superare più per caso che per merito, nei momenti che sfruttano la fisica.
Quando non si è troppo impegnati a perire in continuazione, Feist riesce a fornire un divertimento semplice e di rapida assimilazione, ma quanto attira del gioco sono senz'altro la sua direzione artistica e le atmosfere delle quali è infuso. Potrebbe benissimo essere una fiaba, quella del piccolino e bruttino essere che non ha decisamente la stoffa né il fisico dell'eroe, che si trova a combattere contro mostri forzuti e soverchianti nel numero, ma è l'oscurità dell'opera che affascina, quella foresta così misteriosa, quella crudezza della natura mai celata, anzi esposta, quell'idea che il mondo sia pericoloso e non offra ripari. Vive di questo il gioco di Bits & Beats, vive per poco, perché due ore sono sufficienti a completarlo (a fronte di un prezzo eccessivo, di 14,99€). Non è però questo quanto basti a farne un titolo di spessore e da giocare assolutamente.