Recensione - Knytt Underground - Esplorazione d'atmosfera
il fondamento dell'esperienza di gioco di Knytt Underground sta nell'esplorazione, nel vagare di stanza in stanza, nello scoprire sempre nuove cose

La nostra recensione della versione Wii U del particolare platform di Nifflas
Nifflas, al secolo Nicklas Nygren, è uno degli sviluppatori di maggior talento della scena indipendente. La serie Knytt, NightSky, Within a Deep Forest e The Great Work, del quale vi abbiamo parlato anche in un episodio di Focus Indie, sono i titoli che compongono il suo curriculm, tutti ottimi esempi di gameplay raffinato e genuino coinvolgimento. Il suo ultimo titolo, Knytt Underground, dopo esser uscito su PC e PlayStation 3, è arrivato anche su Wii U, confermando le capacità del ragazzo svedese ed offrendo ai giocatori un'esperienza ricca, profonda, a tratti toccante, capace di far vibrare le corde dell'animo come e più di produzioni di ben altro budget.Knytt Underground ha una trama frammentata, che si svolge in tre capitoli, dei quali i primi due sono una sorta di tutorial esteso, necessari per capire le basi del gameplay, approcciarsi alla struttura di gioco e imbattersi nelle poco chiare vicende di una storia raccontata a spizzichi e bocconi, senza seguire una linea narrativa definita, anzi affidandosi al giocatore per il suo compimento, per dargli un senso, per coglierne le domande di fondo, sull'esistenza di Dio e sul senso delle religioni. E' la mente di chi ha il pad in mano a comporre le storie dei personaggi che popolano il mondo di gioco, a comporle in un meglio definito affresco, mano a mano che ne ha esperienza, in maniera del tutto casuale, visto che, fin da subito, il gioco, e di conseguenza i suoi contenuti, si apre in tutta la sua interezza al giocatore, rendendosi attraversabile in ogni suo anfratto.
Diversamente infatti da quanto la tradizione dei titoli a mappa aperta prevede, in Knytt Underground non esistono potenziamenti o oggetti il cui ottenimento è necessario per raggiungere determinate aree: fin dall'inizio del terzo capitolo, che come detto è in realtà l'inizio del gioco vero e proprio, abbiamo in mano quanto serve per andare all'esplorazione di ogni singola stanza, ovvero il salto, la capacità di arrampicarsi e quella di cambiare personaggio, prendendo il controllo di una sfera e rimbalzando in giro per i livelli. Pensare che attorno a queste semplicissime e basilari possibilità è costruito un enorme mondo di gioco, attraversabile in libertà ma pieno di stanze difficili da superare, fa rendere immediatamente conto della bontà del lavoro di Nifflas dal punto di vista del level design.Se tendenzialmente la struttura aperta mortifica parzialmente la componente platform di un videogioco, per esempio non punendo un salto sbagliato, in Knytt Underground questo accade, e spesso, nelle stanze che sono disegnate appositamente per far soffrire il giocatore, al quale può essere richiesta un'estrema precisione nei salti, l'osservazione dei pattern dei nemici o la calibrazione perfetta dei rimbalzi della sfera. Si tratta di un titolo difficile, ma mai frustrante, perché nel momento in cui si muore si rinizia esattamente nella stessa stanza, il che significa che è previsto che abbiate bisogno di molti tentativi per venire a capo delle situazioni più complicate, e che non vi strappiate i capelli nel farlo, all'apice della frustrazione. Anche se qualche volta ne avrete la tentazione.
Avrete sempre indizi molto vaghi sul dove andare, anzi spesso non ne avrete alcuno, proprio perché il fondamento dell'esperienza di gioco di Knytt Underground sta nell'esplorazione, nel vagare di stanza in stanza, nello scoprire sempre nuove cose, nell'ottenere gli oggetti necessari per completare l'avventura principale e quelli invece relativi alle side quest, delle quali il gioco è pieno. Un simile impianto ludico sarebbe noioso se non supportato non solo da un ottimo level design, sulla cui presenza vi abbiamo già rassicurato, ma da una direzione artistica che componga davvero un mondo nel quale si è incoraggiati ad andare avanti perché si rimane ammaliati da quanto offre. Chi ha avuto già modo di giocare ad un qualunque titolo di Nifflas sa che in questo lo sviluppatore è maestro, ed il gioco non fa eccezione.
L'atmosfera che si respira è unica, a tratti surreale, a tratti inquietante, passando dalla rilassatezza dei paesaggi naturali alla follia psichedelica. Ci si perde tra stanze e tunnel, ed è un piacere, perché ogni passo porta verso zone sempre diverse e sempre, a loro modo, memorabili e caratteristiche, tutto questo utilizzando una tecnica basilare, con sprite bidimensionali utilizzati per creare i personaggi e semplici immagini utilizzate per i fondali. L'effetto, nonostante questa estrema semplicità, è davvero ottimo, ed a completare un'esperienza sensoriale non comune arriva anche una colonna sonora ottima, con brani che perfettamente s'intonano alle zone nelle quali vengono riprodotti, brillando per varietà e qualità.
Si rimane ammaliati da Knytt Underground, e per tutta la sua consistente durata si fa fatica a staccarsi dal pad, lasciandocisi rapire dalle sue atmosfere e dal suo gameplay. La sua basilarità potrebbe non convincere alcuni, molti potrebbero raffreddare il loro entusiasmo nei suoi punti più difficili, altri ancora potrebbero non digerire la vastità del suo mondo. Ma tutti gli altri non dovrebbero far fatica a coglierne il suo senso più profondo, la sua intima semplicità, godendo appieno di un'esperienza videoludica assolutamente unica.
Tipologia di Gioco:Knytt Underground è un platform a mappa aperta, nel quale esplorare un esteso mondo di gioco nei panni di una ragazza e di una sfera rimbalzante.
Come è Stato Giocato:La copia da recensire ci è stata fornita direttamente dal publisher del gioco, Ripstone. Il titolo è completabile in una decina di ore, molte di più qualora ne si volesse esplorare ogni singola stanza. E' supportato lo streaming sullo schermo del GamePad.