Recensione - Odallus: The Dark Call

Dgli sviluppatori di Oniken, un nuovo action platform retrò; la recensione di Odallus: The Dark Call

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Che i ragazzi di JoyMasher avessero del talento, e neppure poco, lo sapevamo già, da quella perla action platform bidimensionale che risponde al nome di Oniken, recensito su queste stesse pagine, a costo di sudore e sonore mazzate sui denti, ma godendo di cotanta beltà retrò, nel gameplay così come nella direzione aristica. Buona la prima, avanti con la seconda quindi, cambiano l'ambientazione ed il tono, si passa dal post apocalittico al fantasy oscuro, si espande il genere di riferimento, perché l'action platform rimane, e si coniuga con una tendenza più adventure; si arriva insomma, dopo due anni di sviluppo, ad Odallus: The Dark Call, ed è ancora centro.

Quella dell'eroe del gioco, Haggis, è una storia tormentata e dolorosa, fatta di vecchi e crudeli dei, di uomini deboli, di sconcertanti rivelazioni, che viene narrata a spizzichi e bocconi, attraverso le poche linee di dialogo che anticipano alcuni degli scontri con i boss, e tramite la lettura di poderose rune, che custodiscono miti e leggende. E' una storia che quindi è funzionale alla giustificazione dell'azione, ma che custodisce qualche intrigante particolare. E' altrove che risiede la sostanza di Odallus: The Dark Call, quella che si inizia ad assaporare in un villaggio in fiamme, tragico evento scatenante di un'avventura che prosegue sempre sugli stessi toni, costantemente ammantata da un'aura di pesantezza e tragedia, di disperazione e rabbia, nella quale non c'è veramente mai spazio per momenti più leggeri. E' un trascinarsi attraverso un mondo improvvisamente corrotto, ma per fortuna solo nell'animo, e non nel gameplay, che invece è intuitivo, soddisfacente, genuino.

[caption id="attachment_145417" align="aligncenter" width="600"]Odallus: The Dark Call screenshot Odallus: The Dark Call - screenshot[/caption]

Odallus: The Dark Call è, come detto, un action platform, che molto ricorda nella sua impostazione i Castlevania classici, quelli pre metroidvania. Si affrontano quindi in successione livelli che richiedono abilità di combattimento ed abilità platform, uccidendo ripugnanti mostri con la spada di Haggis, o con le tre armi secondarie, ascia, torcia, lancia, saltando da una piattaforma all'altra, esplorando le aree che si attraversano, seguendo percorsi alternativi e scovando segreti. Prevedibilmente, ogni livello si conclude (e spesso propone attorno alla sua metà) con lo scontro con un boss, grosso e cattivo. Ecco, molto probabilmente succederà a molti che, livello dopo livello, arriveranno presto alle porte del male, pronti per affrontare la sfida finale, ed il gioco invece si farà beffe di loro, rispedendoli indietro, sbattendogli in faccia una dura realtà: action platform sì, ma molto adventure, perché esistono livelli nascosti, ai quali occorre accedere e che bisogna completare, per potere finalmente guadagnarsi la possibilità di dissolvere il male.

"Odallus: The Dark Call, lo confessiamo apertamente, è come vorremmo fossero in prossimi Castlevania bidimensionali"

Nel momento in cui si cambia l'approccio verso il gioco, cambia tutto. E' lì che la produzione di JoyMasher svela tutte le sue qualità. I ragazzi del team di sviluppo avrebbero potuto costruire il solito metroidvania che tanto va di moda tra le produzioni indipendenti, con aree accessibili conseguentemente all'ottenimento di un power up, e invece hanno voluto comunque creare una struttura a livelli, riempiendoli di segreti, oggetti bonus e vie alternative, alcune delle quali conducono a nuove aree, anch'esse tutte da scoprire. Ne viene fuori una prova di level design pienamente convincente, al servizio di un'azione classicissima ma comunque intrigante, nella maniera in cui sfrutta i potenziamenti che mano a mano si trovano, dal doppio salto alla corsa a tanti altri. Odallus: The Dark Call è eccellente nell'infondere nel giocatore la sensazione di progressione, con una gradualità perfetta, ed ecco che i livelli, da quattro che sembrano, diventano otto, mano a mano che si acquisiscono nuove possibilità d'azione, garantendo quindi solidità e sostanza anche sul fronte longevità, per un'esperienza di gioco che va dalle quattro alle sei ore, qualora si intendesse completare il gioco al 100%.

[caption id="attachment_145418" align="aligncenter" width="600"]Odallus: The Dark Call screenshot Odallus: The Dark Call - screenshot[/caption]

Odallus: The Dark Call, lo confessiamo apertamente, è come vorremmo fossero in prossimi Castlevania bidimensionali, meno pretenziosi, perché la grande mappa aperta è spesso una condanna più che un'opportunità, e allora spazio a livelli ben costruiti, più stimolanti, perché nonostante la sua impostazione retrò il gioco di JoyMasher declina bene l'azione, in maniera precisa e ritmata e senza mai eccedere nel livello di sfida, che cresce in maniera progressiva ma senza mai arrivare alla frustrazione. Si tratta davvero di una produzione di qualità elevata dunque, nel gameplay così come nella direzione artistica, declinata da un 2D 8 bit ricco di dettaglio, e che può giovarsi anche di una colonna sonora che ne enfatizza le oscure atmosfere, nella quale risaltano un paio di brani davvero ottimi. Il tempo per realizzarla gli sviluppatori se lo son presi, ed i risultati si vedono tutti; speriamo che per la loro terza opera non ci facciano aspettare ancora tanto...O forse siamo disposti a farlo, se saranno poi questi i risultati.

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