Recensione - Project X Zone - L'esaltazione del crossover

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Project X Zone è uno dei più grandi mischioni videoludici mai concepiti

Recensito il crossover ruolistico di Namco Bandai

Project X Zone è uno dei più grandi mischioni videoludici mai concepiti, un titolo che dà al termine crossover una dimensione tutta nuova: lì dove altri titoli avevano messo insieme personaggi di due serie, o di alcune compagnie, il gioco per Nintendo 3DS infila 200 (!) protagonisti di vari brand, da Street Fighter a Tekken, da Dead Rising a Mega Man X, da Resident Evil a Sakura Wars e chi più ne ha più ne metta. L'idea alla base del titolo Banpresto, sviluppato in collaborazione con Monolith Soft., è estremamente basilare, ovvero far picchiare più mostri possibili da quanta più gente possibile, e del contorno poco importa, siano questi elementi come trama e caratterizzazione dei personaggi, nient'altro che orpelli nel roboante caos del titolo. Questo è, prevedibilmente, il più grande limite della produzione Namco Bandai, che nonostante tutto però può attirare, per la sua peculiarità, per il suo trasudare giapponesità da ogni poro.

Project X Zone è una cavalcata tra dimensioni parallele, passato e futuro, varchi spaziali, attraversati dall'infinito cast di personaggi. Tutto parte dal furto di un monile in grado di provocare alterazioni nel tessuto spazio-tempo, ed in breve il giocatore viene travolto dal caotico susseguirsi di eventi, infischiandosene bellamente di trovare qualche connessione tra i vari capitoli dei quali il gioco consta; d'altronde, il titolo stesso non si prodiga affatto nel dare una almeno poco più che sufficiente consequenzialità ai fatti narrati. In breve, si perde ogni riferimento, anche a causa di una estrema verbosità dei personaggi tra una scena e l'altra, uno dei tanti elementi che senz'altro contribuiscono a conferire al titolo un gusto smaccatamente nipponico.

Trovata la scusa per imbastire il loro carrozzone, Banpresto e Monolith Soft. offrono al giocatore la propria visione dello strategico a turni, ed il gameplay di Project X Zone riluce fin dalla prima battaglia. Sulla classica griglia tipica degli RPG strategici a turno, si muovono le proprie unità ed i nemici da sconfiggere. Ogni unità in mano al giocatore è in realtà una coppia di personaggi: Chun Li combatte affianco a Morrigan, Ken è con Ryu, Chris e Jill rappresentano Resident Evil, Kite e Blackrose sono gli alfieri di .hack, KOS-MOS e T-elos i conturbanti androidi di Xenosaga, ed ogni coppia ha a sua disposizione vari attacchi base, tramite pressione del tasto A e varie inclinazioni dello slide pad o della croce direzionale. Concatenare gli attacchi è fondamentale in Project X Zone, perché ognuno di essi può produrre un effetto, come lanciare il nemico in aria o contro i bordi dello schermo, e continuare a colpirlo in queste situazioni provoca danni ulteriori. Ne viene fuori un sistema dall'immediata comprensione e particolarmente divertente da giocare, al quale poi si accompagnano espedienti che ne aumentano sensibilmente la profondità (ma non la complessità).

Ad ogni coppia, è affiancabile un battitore libero (personaggi più o meno noti, come Tron Bonne ed i suoi adorabili Servbot, Arthur di Ghosts 'n Goblins, Heiachi Mishima), che può effettuare solo un attacco per scontro, grazie alla pressione del tasto dorsale L; quando gli attacchi della coppia e del terzo elemento vanno a segno contemporaneamente, il nemico rimane bloccato in quella posizione e subisce ancora più danni, pertanto è importante gestirli con il giusto tempismo. Non solo: avere un'unità nel raggio delle otto caselle circostanti a quella in uso la porta in battaglia, con le stesse, identiche meccaniche. Potrete quindi riversare su un singolo nemico la furia di cinque combattenti, nello stesso momento, e lo schermo della console si riempirà di solenni mazzate. Portare a segno i colpi farà crescere un'apposita barra, i cui punti saranno spendibili per difendersi, per effettuare un contrattacco e, soprattutto, per scatenare l'attacco speciale di ogni personaggio. In uno scenografico trionfo di effetti speciali, frasi a effetto ed audaci inquadrature sulle curve delle protagoniste femminili (il fan service scorre fortissimo), la violenza del duo in azione si riverserà sul malcapitato nemico, infliggendogli danni tremendi.

La sostanza di Project X Zone è quindi più che buona, peccato però che non sia adeguatamente sfruttata. Oltre che per una trama risibile, come già evidenziato, il gioco soffre per una certa ripetitività di fondo, che si fa sempre più pesante con la progressione nei capitoli che lo compongono. Lo schermo si popola di sempre più nemici, le battaglie iniziano a durare forse troppo, e mai viene introdotto un elemento che ne possa migliorare la varietà. Ci si ritrova quindi ad asfaltare nemici meccanicamente, con poca convinzione e poco mordente, perché, per quanto il sistema di gioco risulti piacevole, non può bastare a reggere da solo il peso di tutta la produzione. Project X Zone vive dei momenti nei quali, in maniera abbastanza prevedibile ma comunque eroica, spunta fuori una nuova coppia o un nuovo personaggio, con l'ovvio accompagnamento sonoro; ma anche qui, non può bastare questo a rinfocolare l'animo di un giocatore che si sente sempre meno motivato ad andare avanti. Ecco quindi che forse il modo migliore di fruirne è giocare un po' alla volta, magari procedendo di uno o due capitoli, provando a sfuggire, almeno parzialmente, alla piattezza della progressione.

E' stato un atto coraggioso portare il titolo in Europa, in quanto profondamente lontano dal gusto del giocatore medio occidentale; un atto che però va totalmente apprezzato, perché anche nel Vecchio Continente un certo tipo di appassionato, nostalgico di serie passate o attento al carattere tutto particolare della produzione, può apprezzarlo, quasi totalmente. Il gioco mostra fieramente il suo carattere anche nella direzione artistica, che coniuga ad una classica bidimensionalità un tocco di super deformed, e sfoggia, anche se non sempre in maniera convincente, un disegno accattivante e soprattutto omogeneo, che porta coerenza tra la moltitudine di personaggi provenienti da titoli dalla diversissima iconografia. La colonna sonora è praticamente un juke box nel quale sono infilati i temi dei giochi rappresentati, e davvero non ci si può lamentare di un gioco che propone, insieme, il tema di Ryu e quello di Zero, quello di Akira (Virtua Fighter) e quello di Dante (Devil May Cry). Project X Zone può essere per alcuni un gioco imperdibile, per altri un coacervo di banalità e stereotipi, ma la sua particolarità va comunque riconosciuta, e per questo merita almeno una prova.

Tipologia di Gioco:

Project X Zone è un RPG strategico d'impostazione classica, nel quale il giocatore controlla un'enorme varietà di personaggi, provenienti da numerose serie diverse.

Come è Stato Giocato:

La copia da recensire ci è stata fornita da Nintendo, tramite codice per il download da eShop.

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