Recensione - Qora - Il viaggio dell'anima

La nostra prova di Qora, titolo indie dal gusto unico

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Qora è uno di quei piacevolissimi casi in cui passa molto poco dall'ottenimento su Kickstarter della somma necessaria per il suo completamento ed il suo arrivo. Da aprile ad ottobre Holden Boyles e Ciprian Stanciu, gli sviluppatori indipendenti dietro la produzione, hanno trovato quindi il modo di completare il loro progetto e di ampliarlo, grazie al surplus monetario utile per raggiungere gli stretch goal. Diecimila dollari, e Qora, una volta noto come Spirit, è realtà, e si tratta di uno dei titoli indie più particolari dell'anno.

La storia è quella di un uomo che, non più nel fiore degli anni, decide di ritirarsi in un pacifico villaggio, immerso tra le montagne. Mentre la sua casa è ancora in costruzione, decide di andare a conoscere quelli che saranno i suoi vicini per il resto dei suoi giorni, e subito il gioco inizia a dare di gomito al giocatore, a strizzargli l'occhiolino con una certa bizzarria, quella di persone che confidano segreti, manie, nevrosi, persino omicidi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e che regalano al protagonista gli oggetti che poi utilizzerà nel prosieguo dell'avventura. Perché dopo i convenevoli, come da tradizione, inizia il viaggio, incoraggiato dalle parole di una presunta divinità. Quella che comincia come la curiosa ricerca di un misterioso tempio diventa una peregrinazione al di fuori del tempo e dello spazio.

[caption id="attachment_136400" align="aligncenter" width="600"]Qora screenshot Qora - screenshot[/caption]

Andiamo subito al sodo: non è Qora la produzione nella quale cercare una declinazione ricca e densa dal punto di vista del gameplay dell'avventura classica, anzi. L'impostazione è bidimensionale, con aree alternate dal tradizionale scorrimento orizzontale, le possibilità a disposizione del personaggio controllato dal giocatore pochissime, praticamente solo muoversi ed effettuare azioni contestuali, messe lì giusto per spezzare la monotonia, piuttosto che per riempire di sostanza ludica il gioco. Di propriamente ludico c'è poco, pochissimo, ma visto il filone nel quale la produzione s'inserisce, quello dei titoli d'atmosfera, si scende tranquillamente a patti con la scarsa interazione, e ci si abbandona volentieri a quelle che sono le reali qualità del gioco, ovvero la capacità di attrarre fin da subito, grazie ad uno stile e ad una direzione artistica eccezionale, e quella di creare una connessione quasi impossibile da interrompere con il giocatore, curioso, spaventato, entusiasta, sognante, sempre e costantemente stupito.

Qora è capace di saldare un legame emotivo molto intenso con chi vi si avvicina, forse perché, a fronte di una storia che è comunque presente, di determinati eventi particolari, di situazioni toccanti, persino di ingenui puzzle ambientali da risolvere, si tiene perennemente nell'area dell'incertezza, lascia molto all'interpretazione, forse anche troppo, con due finali quasi fuori contesto rispetto alle atmosfere ed ai toni del resto della produzione. Ci sono momenti in cui tutto sembra slegato, poi piano piano le cose assumono senso e si collegano tra di loro, ma è il più il non detto, il taciuto, e va benissimo, perché si attraversano paesaggi meravigliosi, scenari di un gusto unico, e la contemplazione spesso basta, ma una direzione ed un senso appena più marcati il gioco avrebbe potuto certamente averli.

[caption id="attachment_136401" align="aligncenter" width="600"]Qora screenshot Qora - screenshot[/caption]

Nella sua concezione e nella sua estetica Qora può ricordare quella straordinaria esperienza che risponde al nome di Proteus, ma questo è in realtà vero solo per quanto riguarda il secondo elemento, seppur dipinto da un'altra prospettiva, quella laterale bidimensionale. Se Proteus era la scoperta dell'isola, sublime nella sua proposizione non mediata da impianto ludico e storia, Qora prova ad aggiungere qualcosa in più alla seduzione visiva ma, come detto, questi elementi non sono perfettamente compiuti, impedendogli di raggiungere l'eccellenza totale. Eppure, nonostante le sue piccole ingenuità, si tratta di una produzione che cattura dal primo all'ultimo momento, gonfia il cuore con visioni uniche, irretisce con melodie dalla bellezza struggente. E' un meraviglioso viaggio, che vale davvero la pena affrontare.

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