Recensione - Relic Hunters Zero
Uno shooter rogulike gratuito ed open source: la nostra recensione di Relic Hunters Zero
Da queste parti siam giocatori, non sviluppatori, e per forza di cose è alla sostanza ludica di Relic Hunters Zero che dobbiamo dare attenzione, una sostanza ludica nella quale, come detto, convivono due anime. Il gioco è uno shooter con visuale isometrica, nel quale, controllando uno tra sei avventurieri (ma solo due saranno disponibili fin dall'inizio), bisognerà sconfiggere il comandante di un esercito composto da paperi ed altre bestie indefinibili, da soli, o magari in due, con il prezioso apporto di un amico, via co-op locale. Più che attraverso vari livelli, il gioco procede attraverso diverse arene, spazi aperti farciti di nemici e dotati di ripari, nei quali esprimere le proprie capacità belliche attraverso un sistema di controllo di facile intuizione, che prevede lo sparo, la possibilità di cambiare tra due armi, lo scatto, la ricarica e la mira precisa, necessaria per colpire i nemici con la maggiore efficacia possibile.
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Lo sparare in faccia ai paperi ed ai nonsocosi è esperienza soddisfacente, non solo per l'intuitività del sistema di controllo, ma per il vasto arsenale a disposizione e per quel pizzico di tatticismo che occorre infilare in ogni scontro a fuoco, pena una prematura dipartita. E' solo di una pistola che si parte armati, ma nei livelli è possibile trovare fucili a pompa, mitragliette più o meno pesanti, persino fucili da cecchino, e servono tutti, perché anche i nemici son bene equipaggiati, sono sempre in gruppo ed alcuni sono persino dotati di scudi. E possono facilmente far fuori il nostro personaggio. Si apre allora il gioco ad una progressione squisitamente roguelike, secondo la quale un singolo potenziamento ottenuto prima di soccombere può essere un buon punto di partenza per il successivo tentativo.
"Lo sparare in faccia ai paperi ed ai nonsocosi è esperienza soddisfacente"Ognuna delle quattro aree è composta da tre arene, e tra un'area e l'altra è possibile acquistare presso un negozietto armi, munizioni e pezzi di quelle reliquie che danno il nome al gioco. Il giocatore le ritroverà nell'area di partenza, potendo quindi equipaggiarsi al meglio di prima di ritentare la scalata verso il boss finale, ogni volta più forte. Ogni reliquia, composta da tre elementi, elementi che occasionalmente sarà possibile ottenere anche scavando, dopo aver completato un'arena, darà un differente potenziamento permanente, ma se ne potranno equipaggiare solo tre per volta, delle varie presenti, assecondando quindi lo stile e l'approccio tattico del giocatore.[caption id="attachment_146287" align="aligncenter" width="600"] Relic Hunters Zero - screenshot[/caption]
Come detto, la portata della produzione è ridotta, perché di un titolo indie si tratta, seppur realizzato dai membri di un team con solide esperienze alle spalle (come Chroma Squad, già recensito su queste pagine), e sono evidenti i limiti di un impianto ludico divertente, nonostante la sua estrema semplicità, ma che pecca di estrema ripetitività, perché le arene non offrono alcun spunto, le varietà di nemici si contano sulle dita di una mano ed il ritmo non ha mai sussulti rilevanti. Ed è proprio lì che dovrebbe intervenire la comunità degli sviluppatori indipendenti, sfruttando la natura open source del gioco, andando a riempirlo di sostanza. Potrebbe accadere, così come no; nell'attesa, Relic Hunters Zero è un titolo che si lascia giocare e che diverte anche, per poche ore, prima di iniziare ad essere a corto di sostanza.