Recensione - Shantae and the Pirate's Curse
La recensione della nuova avventura dell'affascinante genietta Shantae, Shantae and the Pirate's Curse
Scorrono quindi sul binario della piacevolezza più totale i primi momenti di gioco, quelli nei quali si fa la conoscenza (o si torna a conoscere) della bella, coraggiosa, generosa ed un po' bizzarra Shantae, e del mondo in cui abita, Sequin Land, che è una di quelle piccole meraviglie che esistono nella mente di chi è cresciuto con i 16 bit e che per fortuna qualcuno conserva ancora nel cuore e nella mente, per poi creare, oggi sempre di più, mondi bellissimi. E' evidentissimo, mano a mano che si prende confidenza con i controlli, che si incontrano i personaggi della storia, che si leggono i simpatici dialoghi che arricchiscono le scene d'intermezzo, che Shantae and the Pirate's Curse ha una bella anima, capace com'è di piegare dolcemente il viso del giocatore in un'espressione divertita e soddisfatta. Sensazioni queste che non lo lasciano mai, fino al compimento dell'avventura, che avviene in circa una decina di ore.
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Shantae affascina, e non solo per le sue forme sinuose e conturbanti, che piacciono ancora di più nella nuova direzione artistica dei ritratti dei personaggi, ma per come reagisce perfettamente agli input del pad, per come mette in campo tutta la serie di movimenti ed abilità che può utilizzare, per come interpreta una struttura ludica action adventure platform, quella che molti inquadrano con lo strabusato termine Metroidvania, definizione che però non descrive bene l'impianto realizzato da WayForward. Non esiste una sola mappa, nella quale tutti i luoghi sono uniti, e diventano raggiungibili mano a mano che si ottengono potenziamenti, ma una serie di livelli elaborati nel level design oltre la linearità del platform, ma non particolarmente intricati, salvo situazioni occasionali. E' una sorta di via di mezzo, che non si può non apprezzare, nel momento in cui coniuga abilità platform e l'utilizzo delle nuove abilità per fare un po' di per fortuna non eccessivo backtracking, senza voler per forza inseguire soluzioni complicate che rendono bene solo se implementate in maniera ottima.
" il ricorso a tutte le abilità di Shantae è fondamentale, così come sfoderare le proprie capacità salterine e mettere in moto ogni tanto il cervello"Si viaggia quindi di isola in isola, e ad ogni tappa il repertorio di mosse di Shantae cresce. La genietta non è più infatti tale, ed allora niente trasformazioni, come nei precedenti capitoli, ma la conquista di oggetti appartenenti alla sua nemica storica, Risky Boots, per l'occasione sua alleata. La sua pistola, il suo cappello, i suoi stivali ed altri ancora permetteranno a Shantae di prodursi in mosse che sono tutte già viste nel repertorio del genere, ma che vengono sapientemente sfruttate nella costruzione dei livelli. E' soprattutto nei Covi del Male, i dungeon del gioco, uno per ogni isola, che le cose si fanno più intricate, ed il ricorso a tutte le abilità di Shantae è fondamentale, così come sfoderare le proprie capacità salterine e mettere in moto ogni tanto il cervello, per qualche stuzzicante enigma o per raggiungere i Calamacuori o i Cacklebat, i primi utili per aumentare i cuori a propria disposizione, i secondi...Lo scoprirete. La calibrazione del livello di difficoltà è praticamente perfetta, ad ogni nuova zona la sfida si fa più impegnativa, sempre nei limiti della correttezza, senza essere inutilmente frustrante; il discorso è estendibile anche ai boss, che forniscono sempre scontri intensi e soddisfacenti, nei quali magari aiutarsi con gli oggetti consumabili che è possibile trovare in giro per i livelli o acquistare al negozio di Scuttle Town.[caption id="attachment_140413" align="aligncenter" width="600"] Shantae and the Pirate's Curse - screenshot[/caption]
Shantae and the Pirate's Curse è forse perfetto allora? No, mancano alla produzione di WayForward elementi di gioco nuovi, espedienti ludici freschi e dinamici come quelli visti per esempio in Shovel Knight. E' ottimo nel suo essere classico e va benissimo anche così, ma non brilla per inventiva. Così come è da circostanziare il giudizio sulla sua componente tecnica, a seconda della piattaforma sulla quale lo si gioca. Il gioco nasce su Nintendo 3DS, ed è successiva la decisione di portarlo anche su Wii U; sulla console portatile fa un'ottima figura, tra animazioni molto fluide, personaggi ed ambientazioni dettagliate ed un utilizzo sapiente dei colori, su quella home rende meno, perché gli sprite, ma soprattutto i fondali, non sono stati ridisegnati con definizione maggiore, al contrario dei ritratti dei personaggi, che invece beneficiano moltissimo del passaggio ad una risoluzione maggiore. Il quadro complessivo è comunque apprezzabilissimo, ed a contribuire al giudizio totalmente positivo sulla componente tecnica del gioco c'è un comparto sonoro curatissimo ed ottimo. Il merito è soprattutto della colonna sonora dell'immancabile Jake Kaufman, che musica tutte le produzioni di WayForward, ma anche gli effetti sonori fanno la loro parte, adeguati e ben realizzati.
Shantae and the Pirate's Curse chiude perfettamente il primo ciclo di avventure della genietta, ed allo stesso tempo evidenzia per WayForward la necessità di far evolvere il gameplay della serie. E' il primo punto di arrivo un personaggio che è impossibile non apprezzare, e che è pronto per partire alla ricerca di avventure ancora più ricche e appassionanti, in una nuova dimensione videoludica. E nell'attesa di Shantae: Half-Genie Hero, che chissà quando arriverà, coloro che la amano o che semplicemente sono devoti al platform hanno un'ottima produzione con la quale divertirsi.