Recensione - Tales of Xillia - Tra spiriti e uomini
Tales fo Xillia offre alcuni elementi di novità nella sua struttura di gioco, ma rimane comunque una produzione molto tradizionale

La nostra prova dell'ultimo episodio della serie Namco Bandai
Ci sono voluti quasi due anni affinché Tales of Xillia, tredicesimo episodio della serie Namco Bandai, arrivasse in Europa, e non si capisce nemmeno bene il perché, visto che si tratta, dal punto di vista commerciale, del più grande successo nella storia della saga. Tardiva è stata la decisione dell'azienda di portarlo in occidente, probabilmente perché oggi il genere dei giochi di ruoli giapponesi poco è nelle corde del giocatore medio, che difficilmente trova la pazienza di portare a termine avventure che richiedono svariate ore di gioco, e la nicchia di coloro che invece hanno un forte legame verso il genere giunto al suo massimo splendore nella gloriosa era 16 bit è sempre più ristretta. Alla fine, nonostante tutto, Tales of Xillia è finalmente giunto da noi, ed anche il suo seguito è stato già pianificato per il prossimo anno, sempre su PlayStation 3.Protagonisti dell'avventura sono due giovani, Milla Maxwell e Jude Mathis. La prima è l'incarnazione umana del signore degli spiriti Maxwell, una sorta di divinità che ha come obiettivo proteggere persone e spiriti di Rieze Maxia; il secondo è uno studente di medicina che si ritrova coinvolto, suo malgrado, in un'avventura più grande di lui. Le loro strade s'intrecceranno a causa delle macchinazioni del re di Rashugal, una delle due nazioni nelle quali è divisa Rieze Maxia, che sta sfruttando gli spiriti ed il mana degli esseri umani per creare una potentissima arma. A loro, nel corso della storia, si aggiungeranno nuovi compagni (non molti, a dire il vero), ed un cast composto da personaggi per la maggior parte intriganti verrà svelato.

La novità nella serie, e punto che gli sviluppatori avrebbero voluto inserire come importante nella struttura del gioco, è la possibilità di scegliere con quale personaggio affrontare l'avventura, con una storia che ha quindi un differente incipit e, in alcune parti, quelle nelle quali il gruppo si separa, segue Milla o Jude. Nei panni della ragazza, seguiremo maggiormente alcune delle vicende del gioco, nei panni del ragazzo avremo invece una maggiore introspezione su alcuni personaggi, ma la sostanza è che, in realtà, sarebbe molto difficile consigliare a qualcuno di completare l'avventura con entrambi i personaggi, perché per la sua maggior parte sono sempre insieme, e gli episodi sono sempre gli stessi.
Per alcune occasioni nelle quali si ha un diverso punto di vista non vale la pena di riaffrontare un titolo che, per essere completato, richiede circa 50 ore di gioco; inoltre, capita che alcuni accadimenti, seguendo la storia di un determinato personaggio, non siano resi in maniera abbastanza chiara, o vengano malamente affrontati e spiegati in maniera raffazzonata. Ecco quindi che questa decisione non solo non invogli affatto il giocatore a rigiocare il titolo, ma gli rovini alcuni punti, anche importanti, della trama. Si può affermare che l'esperimento è fallito, sarebbe stato meglio ricondurre il tutto ad un solo punto di vista o, come in tutti i giochi del genere, ad un'alternanza tra i personaggi. Ed è un peccato, perché nel suo complesso la storia risulta piacevole da seguire, nonostante alcuni stereotipi del genere duri a morire, e ricca di risvolti notevoli.
Dal punto di vista della struttura di gioco, Tales of Xillia si presenta come un gioco di ruolo giapponese del tutto tradizionale, che segue i binari del genere e quelli, più particolari, della serie. Abbiamo quindi la classica alternanza tra l'esplorazione del mondo di gioco, con ambientazioni legate tra esse e non inserite nella consueta mappa del mondo, e gli scontri con i mostri, visibili su schermo, senza quindi battaglie casuali. L'attraversamento delle aree non offre particolari spunti, ed a parte qualche classico scrigno nascosto presenta solo degli indicatori brillanti dai quali si possono ottenere materiali: questi, servono per alzare il livello dei negozi, che non offrono automaticamente nuovi oggetti, armi ed armature, ma hanno bisogno di essere ampliati, un sistema che, nella sua semplicità, funziona benissimo. Il sistema di combattimento è invece totalmente apprezzabile, prevedendo un ritmo quasi da action game e numerose soluzioni, rese possibili dalla creazione dei legami tra i personaggi del gruppo.
I legami sono la novità del sistema di gioco di Tales of Xillia. In combattimento, due personaggi possono stringerne uno, e non solo tenteranno di circondare il nemico, colpendolo da due direzioni, ma sopratutto potranno utilizzare insieme le loro arti (praticamente le magie e gli attacchi speciali), una volta riempito un segmento di un apposito indicatore. Basta far colpire il combattente che si controlla con un'arte che sappiamo essere collegata ad un'altra del personaggio stretto in legame (la lista è consultabile nel menu di gioco), premere il tasto R2 nel momento giusto ed ecco venir fuori uno spettacolare e doloroso attacco. Non solo, riempita totalmente la barra, si può andare in overdrive, ed a quel punto si possono concatenare numerose arti collegate, anche cambiando il personaggio stretto nel legame, fin quando la barra non si svuota. Questo elemento dota di molta profondità le battaglie, soprattutto quelle con i boss o i mostri più ostici, perché il livello di sfida in quelle normali tende decisamente verso il basso. Come in tutti gli altri episodi della serie si sente il problema dell'intelligenza artificiale dei compagni: anche in Tales of Xillia si controlla direttamente solo un personaggio, e non è totalmente soddisfacente la maniera in cui si comportano gli altri membri del party, il cui atteggiamento in battaglia può essere comunque modificato nel menu delle strategie, con un discreto effetto.
Tales fo Xillia offre alcuni elementi di novità nella sua struttura di gioco, ma rimane comunque una produzione molto tradizionale, ancorata ai canoni della serie e del genere ruolistico di matrice orientale. Nell'economia del gioco il dipanarsi della storia principale è ciò che spinge maggiormente nell'andare avanti, nonostante una discreta selezione di avventure secondarie. Queste risultano infatti per la maggior parte poco ispirate, e solo alcune offrono risvolti interessanti dal punto di vista dell'approfondimento psicologico dei personaggi: molto di più, in tal senso, fanno le classiche scenette tipiche della serie, nelle quali più membri del gruppo discutono di vari argomenti, e che spesso fungono da riusciti intermezzi comici. La caratterizzazione dei personaggi è soddisfacente, anche qui gli stereotipi son sempre in agguato, ma si riesce a soprassedere facilmente.
Conferma la solidità ma non l'eccezionalità della produzione un comparto tecnico privo di particolari punti di forza, nel complesso gradevole ma afflitto da alcuni notevoli difetti. In molte delle ambientazioni che compongono il mondo di gioco c'è una cronica tendenza al riciclo: tutte uguali le foreste, tutti uguali i porti, tutte uguali le pianure, tutte sofferenti di un livello di dettaglio decisamente basso. Le città e pochissimi altri luoghi hanno una loro personalità, decisamente troppo poco per un gioco di tale vastità. Riciclati, ancora, moltissimi dei mostri, che spesso cambiano solo colore, ed allora la piacevolezza della direzione artistica si vede nei personaggi, ben realizzati e curati. Texture e una modellazione poligonale solo discrete rendono le scene piacevoli, ma niente di più. La stessa sensazione che suscita una colonna sonora priva di brani di attrattiva, che si limitano ad accompagnare gli eventi.
Tipologia di Gioco:Tales of Xillia è un gioco di ruolo giapponese di stampo decisamente classico, nel quale ci s'alterna tra l'esplorazione del mondo di gioco e gli scontri con i mostri che lo popolano.
Come è Stato Giocato:Abbiamo ottenuto una copia da recensire da Namco Bandai, scaricandola dal PlayStation Store. Il gioco è completabile in circa 50 ore di gioco, curando anche la maggior parte delle missioni secondarie.