Recensione - Three Fourths Home: Extended Edition

Three Fourths Home: Extended Edition punta tutto sulla componente narrativa e sulla qualità della scrittura: la nostra recensione

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Three Fourths Home: Extended Edition è uno di quei titoli indipendenti che fa benissimo a meno della componente ludica, sostenendosi esclusivamente su quella narrativa, cercando un contatto emotivo con il giocatore tramite le vicende raccontate. Anzi, la produzione di [bracket]games in realtà racconta poco, non ha una trama articolata né ricca di colpi di scena, è semplicemente la descrizione minuziosa, composta tramite ricchi dialoghi, di una famiglia, degli stati d'animo dei suoi membri, delle piccole e grandi storie che stanno dietro ognuno dei suoi membri.

La figura centrale del gioco è Kelly. Tornata nel suo stato natìo, il Nebraska, dopo una fallimentare esperienza di vita nel Minnesota, la ventiquattrenne deve confrontarsi con tutta una serie di problematiche legate alla sua idea di realizzazione, al poco che il suo paesino propone, alla condizione della sua famiglia, che ad una prima occhiata sembra del tutto ordinaria, e che invece è segnata da vari problemi. Problemi che forse sono più comuni di quello che normalmente si crede, ed ecco quindi come si riesce facilmente ad avvicinarsi all'umanità di ognuno dei suoi membri, ad una madre che è il non saldo pilastro della famiglia, ad un padre invalido e quasi alcolizzato, ad un ragazzo affetto da sindrome di Asperger. Il giocatore scopre tutte queste cose non tramite una narrazione dettagliata, ma attraverso la lunga chiacchierata telefonica che Kelly ha con i membri della sua famiglia, mentre torna a casa dopo aver fatto in giro in macchina, e mentre una tempesta si sta abbattendo sulla strada solitaria e sui campi di granoturco.

[caption id="attachment_140889" align="aligncenter" width="600"]Three Fourths Home: Extended Edition screenshot Three Fourths Home: Extended Edition - screenshot[/caption]

Il giocatore non vede nessuno dei personaggi descritti, non entra mai in contatto diretto con loro, non li tocca, non li vede impegnati nella loro quotidianità. Quanto lo unisce a loro è semplicemente quella telefonata, il passare da un interlocutore all'altro, lo scegliere le risposte che vuole dare e gli argomenti che vuole toccare. Ed è lì che viene fuori tutta la qualità del lavoro di scrittura, che è quanto in realtà sostiene tutta la produzione. Quasi cinquecento differenti scelte di dialogo fanno arrivare al giocatore tutta la densità della caratterizzazione dei personaggi, gli fanno provare le stesse sensazioni di Kelly, lo immergono nella situazione. E tutto ciò mentre quanto gli viene richiesto di fare dal punto di vista ludico è solo premere un tasto, quello dell'acceleratore, che fa andare avanti la macchina e la storia, che si interrompe quando si alza il piede dal gas. Si può giocare con i fari, accendere la radio, ma l'esperienza non cambia di una virgola: Three Fourths Home: Extended Edition è tutto scrittura e storia, ed è ovviamente questo un elemento che ne esalta la particolarità, ed allo stesso tempo non lo rende universale, ma esattamente l'opposto.

"Il giocatore non vede nessuno dei personaggi descritti, non entra mai in contatto diretto con loro, non li tocca, non li vede impegnati nella loro quotidianità. Quanto lo unisce a loro è semplicemente quella telefonata"

Il gioco originale lasciava il giocatore sulle spine, tramite un finale non chiaro e liberamente interpretabile. In questa nuova edizione non si fa luce su di esso, ma viene proposto un epilogo, che lascia il giocatore con gli stessi dubbi, ma gli permette di avere uno sguardo sulla vita di Kelly nel Minnesota, mentre aspetta il proprio autobus ad una fermata. Ancora una volta una telefonata, stavolta solo con la madre, che non è in realtà il racconto dell'avvenimento in sé, ma qualcos'altro che vi lasciamo il gusto di capire. Mettendo insieme queste due parti Three Fourths Home: Extended Edition riesce ad avere una certa consistenza, ma si tratta comunque di un'esperienza di durata molto limitata, un'ora abbondante, certamente apprezzabile anche una seconda volta, cambiando magari le scelte di dialogo, ma non ulteriormente.

[caption id="attachment_140890" align="aligncenter" width="600"]Three Fourths Home: Extended Edition screenshot Three Fourths Home: Extended Edition - screenshot[/caption]

Particolare il gioco di [bracket]games lo è anche nello stile, essenzialissimo, forse anche troppo. Non ci sono colori, spenti dalla tempesta, tutto è grigio, l'auto stilizzata passa attraverso paesaggi anch'essi ridotti al minimo del dettaglio. Tutto questo è funzionale alla primazia del racconto, che scorre nella parte inferiore dello schermo, e lo sguardo alla fine rimane lì, il resto è contorno; ciò è concettualmente coerente con la natura della produzione, ma lo stacco è forse eccessivo. Ben integrato con i toni del titolo è invece l'accompagnamento sonoro del quale si può godere, accendendo la radio della macchina.

E' difficile giudicare Three Fourths Home: Extended Edition, non perché sia privo di una componente ludica, situazione alla quale altre produzioni indie hanno abituato, ma perché si focalizza totalmente sulla narrazione tramite dialoghi. La qualità della scrittura è indiscutibile, ma la sensazione è che sia quasi fine a sé stessa, integrata non in maniera convincente in quello che comunque è un videogioco. Il giocatore empatizza quindi con Kelly e la sua famiglia, catturato dalle parole, ma non riesce a trovare una compiutezza totale ad un'esperienza piacevole, ma che non riesce a imprimersi totalmente nell'animo.

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