The Mist 1×02 “Withdrawal”: la recensione

La recensione del secondo episodio di The Mist, intitolato Withdrawal

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Spoiler Alert
Ritmo veloce e grilletto facile in quel di Bridgeville, la cittadina colpita dalla nebbia misteriosa che ha intrappolato i protagonisti. Dopo che il pilot di The Mist aveva introdotto i personaggi principali e i loro conflitti al momento dell'arrivo della minaccia, il secondo episodio, intitolato Withdrawal, mette in pausa tutte quelle situazioni per concentrarsi sulla necessità di trovare nuovi equilibri per questi macrogruppi di persone.

Ne seguiamo due, quelle al centro commerciale e quelle che finiranno nella chiesa locale. Kevin, Mia, Bryan e Adrian si ritroveranno qui infine dopo una fuga alla cieca tra le strade della città. Vi ritrovano Natalie, anche lei in piena crisi personale dopo ciò che è accaduto a Benedict. In attesa di una guida che sappia indicare loro cosa fare, i personaggi si riferiscono al pastore. Al centro commerciale intanto le cose vanno peggiorando.

Cadaveri mutilati spuntano ovunque, ed è difficile muoversi all'interno dell'edificio, a meno di utilizzare droni manovrati con invidiabile bravura. Monitorando le possibili uscite e cercando un contatto con l'esterno, Eve capisce che c'è qualcosa che non va nella persona con cui si sta accompagnando. L'uomo la aggredisce, e lei reagisce uccidendolo.

Effetti speciali, interpretazioni e dialoghi a parte, ad essere sbagliato è il ritmo di The Mist. Siamo già al termine della prima giornata. Ci siamo arrivati troppo in fretta, ben poco è successo a livello generale, ma già alcuni personaggi hanno imboccato una strada senza ritorno. Non c'è praticamente un attimo di confronto tra Eve e Alex, ma al tempo stesso alla prima è richiesto di fare qualcosa di fatale per il suo personaggio. Piccoli conflitti lanciati qua e là, inquadrature specifiche su Jay che dovrebbero farci sospettare di lui, quando probabilmente il colpevole è da cercare altrove.

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