The Professor 3: Follia, la recensione

Con il terzo numero The Professor cambia team creativo e ambientazione, ma lo standard qualitativo resta alto

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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The Professor 3: Follia, disegni di Riccardo InnocentiCon il terzo numero di The Professor si torna in Inghilterra, nella Londra vittoriana, residenza del protagonista. Cambia il team creativo, come da progetto originale, come pure il tema, passando dai primi due episodi decisamente horror a un noir dalle sfumature gotiche e psicologiche, con qualche richiamo al sovrannaturale.

Non stupisce dunque che Follia abbia voluto omaggiare uno dei più grandi maestri e precursori di questi generi, Edgar Alan Poe. Cristiana Astori, nel suo soggetto, gli riserva un ruolo (forse un sosia, giudicate voi) che si rivela fondamentale per la risoluzione del caso.

Benjamin Love è infatti chiamato dall'Ispettore Stevenson di Scotland Yard a far luce su una successione inquietante di sanguinosi delitti che sembrano legati alla dimensione dell'occulto e che vedono coinvolti esponenti della nobiltà più vicini alla corona.

Non è il solo esperto interpellato dalla polizia: deve infatti far coppia nelle indagini con l'affascinante dottoressa Emma Blackman, psichiatra del celeberrimo Bethlem Royal Hospital, primo storico istituto di igiene mentale, fonte di ispirazione per diversi film e racconti di paura. Tra i due si instaura immediatamente un rapporto conflittuale a causa dei rispettivi studi – la donna è una pragmatica scienziata – ma lascia trapelare in maniera esplicita una reciproca attrazione.

The Professor 3: Follia, disegni di Riccardo InnocentiLa Astori riesce in maniera deliziosa a tratteggiare questo aspetto della vicenda offrendo quello che finora è senza dubbio l'episodio più spassoso della serie. Non lasciatevi fuorviare: Follia è un fumetto a tratti inquietante costruito su un intrigante intreccio che non trova soluzione, se non - forse - nell'ultima pagina. È una lettura coinvolgente e appagante anche grazie al contributo di Riccardo Innocenti alle matite, che ricorderanno i lettori di L'InsonneDavvero.

Il suo tratto è pulito, immediato e molto espressivo; le tavole, caratterizzate come per ogni albo di The Professor da una gabbia libera, esprimono una fluidità e un dinamismo singolare. La recitazione narrativa e grafica dei personaggi è davvero suggestiva in questo episodio che conferma l'alto standard qualitativo del bimestrale di Erredi.

La ricetta pensata per il personaggio creato da Andrea Corbetta sembra non aver tralasciato alcun particolare, dalla cura delle copertine, da lui stesso realizzate, all'inedito formato editoriale, fino all'avvicendamento degli autori che, una volta conquistata la fiducia del pubblico, non fa che aumentare la curiosità per il numero successivo.

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