Dopo aver pubblicato due short promo, riportiamo le dichiarazioni di Clark Gregg su Agents of S.H.I.E.L.D.. Intervistato da Collider durante i Saturn Award, l’attore ha parlato dei misteri e dell’impostazione dello show. Come si può notare dal video, Gregg ha cercato di dire il meno possibile (la parte su Agents of S.H.I.E.L.D. è dopo il primo minuto).

 

 

Cosa significa per te tornare dai morti nei panni dell’Agente Coulson?

In realtà non so molto, ho girato solo il pilota, il quale ovviamente non risponderà da solo a tutte le domande, anzi: vi saranno diverse altre domande a cui rispondere alla fine dell’episodio!

Sarà una serie impostata nello stile “il mostro della settimana?” o un procedurale?

E’ un procedurale con un mostro alla settimana! Scherzi a parte, ho davvero girato solo il pilot per cui per ora non ne so molto. Il pilot è ambientato nel “mondo post-The Avengers”: abbiamo già visto guerrieri chitauri, guerrieri asgardiani e un mostro verde gigante che si combattevano per le strade di New York. Molte persone vogliono sfruttare i loro poteri, e alcune di loro non sono delle brave persone.

Com’era l’Agente Coulson prima di entrare nello SHIELD?

Era un ballerino professionista che insegnava kung fu. [ride] Non ho idea… anzi ho delle idee. Lo scopriremo nella serie tv. Come sempre dipende tutto dalla Marvel, come voi devo scoprire ancora tante cose su Coulson e ne saprò di più quando leggerò le prossime sceneggiature.

E’ una sfida per te cercare la realtà di essere l’unico uomo contro gli dei ecc?

Quello che mi piace di questo universoè che è ricco di fantasy e che serve qualcosa per renderlo più “terreno”. Il mio personaggio serve a incuriosire gli spettatori sulle dinamiche che possono esserci giorno dopo giorno nello SHIELD e che non coinvolgono per forza i supereroi.

Cosa ti piace di più di SHIELD?

E’ bello il fatto che la serie sia incentrata sui personaggi umani anziché sui supereroi, persone che utilizzano le loro abilità, la furbizia, lo spinaggio e il coraggio per proteggere il mondo da quello che c’è la fuori. E’ una metafora del mondo di oggi, nel quale non dobbiamo fidarci di nessuno e nel quale dobbiamo lottare ogni giorno per rimanere umani mentre ciò che ci circonda cambia continuamente.

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Fonte: Collider