Dopo il boom di ascolti della prima serata del Festival di Sanremo (più del 50 % di share, il che vuol dire un italiano su due), per il secondo appuntamento con la kermesse canora ci immaginiamo che i rimanenti connazionali che il giorno precedente avevano inspiegabilmente altro da fare, ieri sera si siano tutti quanti sintonizzati su Raiuno per non rischiare di perdere neppure un minuto di ciò che si candida a essere il fenomeno televisivo, se non altro in termini di ascolti, di questo 2017 appena iniziato.

La sensazione strana, al termine di questo secondo giorno di Festival, è che la gara canora sia stata relegata a mero intervallo tra un ospite prestigioso e l’altro, anziché essere il fulcro dello spettacolo. I cantanti sono slittati in secondo piano e l’attenzione è stata catturata dalle star che si sono succedute sul palco. Tanto per intenderci: se bisogna andare in bagno a far pipì non si aspetta più la pubblicità, ma si va nel momento in cui uno dei cantanti sale sul palco.
L’esibizione delle nuove proposte che hanno aperto la serata si è svolta in modalità via il dente via il dolore, come se l’obiettivo principale fosse quella di liberarsi il più rapidamente possibile di questi primi quattro ragazzi di belle speranze per passare poi in fretta a cose più importanti. A differenza degli anni scorsi, i giovani quest’anno hanno presentato canzoni non inedite ma che girano già in radio da tempo e che tutti probabilmente abbiamo già sentito. Un modo forse per permettere a chi vota di avere già le idee chiare, e i votanti, con estrema chiarezza, hanno espresso la volontà di eliminare subito la riccioluta Marianna Mirage – che, tra l’altro, ci è rimasta malissimo perché aveva la faccia di una convinta di passare – poi hanno fatto ciao ciao con la manina anche a Braschi, il cui brano che raccontava di coccodrilli nel mare non è stato evidentemente compreso né apprezzato. La fortuna ha invece baciato Francesco Guasti, un volto che noi appassionati di talent ricordiamo di sicuro dato che lo avevamo già visto passare da X Factor a ben altre due edizioni di Sanremo, in tutti i casi senza riscuotere successo (e forse dovrebbe venirgli almeno il dubbio di mollare la presa). Ma per ora, non si sa se per merito o solo perché gli altri erano peggio di lui, ce l’ha fatta e ha passato il turno.

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Grande successo invece per la coppia Conti-De Filippi che, dopo il rodaggio vincente della serata inaugurale, ha continuato sull’onda dell’intesa e della complicità, per il resto è parso invece che si sia fatto tesoro delle critiche del giorno dopo per aggiustare il tiro. A partire da Crozza, che da subito ha tenuto a dimostrare che la sua videocopertina va in onda in diretta, contrariamente a quanto insinuato da tutti. A differenza del discutibile intervento della sera precedente, il suo monologo di ieri è stato di respiro più universale, mantenendo come argomento centrale la crescita zero del nostro paese, e spaziando su temi come la maternità e il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, per concludersi con un suggerimento riservato alle coppie, invitate a spegnere la luce e fare l’amore, e a fare anche tanti figli. Quasi una predica bonaria, più che un passaggio comico. Ma d’altra parte il vero comico di ieri sera è stato Francesco Totti, che di mestiere fa ben altro. L’amatissimo calciatore è fino ad ora il personaggio più divertente visto al Festival. Il capitano della Roma è dotato da sempre di una vis comica naturale e forse anche involontaria. Nel ruolo di valletto è apparso imbranatissimo nel momento di presentare i cantanti – leggendo il nome dell’autore di un brano, Cheope, ha erroneamente detto “Choipin” – ma si è salvato subito con autoironia e battuta pronta. Se sbagliava la buttava subito sul ridere e poi, nel corso dell’intervista, sottoposto a domande pungenti da parte dei due conduttori, si è rivelato sagace e carico di una simpatia fuori dal comune che ha raggiunto il suo apice quando la De Filippi gli ha chiesto quale fosse la sua canzone del cuore di Sanremo e lui, dopo un attimo di esitazione, ha risposto: “Povia, con Er piccione”. Nessun autore avrebbe potuto scrivere una battuta più spassosa. Totti ha oscurato il comico ufficiale Crozza, mentre, dal lato musicale, Giorgia, super ospite canora ha oscurato quasi tutti i big in gara incantando la platea con la sua magica voce in un medley dei suoi maggiori successi, molti dei quali hanno fatto la storia di Sanremo. Piccolo appunto da fare sulla sua mise: i capelli arruffati, il trucco pallido ed un abito che le cadeva da tutte le parti, sottolineando una magrezza esagerata, non le hanno in alcun modo reso giustizia.

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In splendida forma invece è arrivato sul palco dell’Ariston Robbie Williams per presentare, con precisione e savoir faire da vero entertainer, il suo ultimo brano “I love my life”. Poi, come tradizione vuole, al termine dell’esibizione ha fatto ciò che fa di solito, ovvero baciato sulla bocca una fan. La prescelta stavolta è stata la bionda conduttrice, che è stata al gioco con molto spirito. E in tema di avvenenza maschile, per la De Filippi la serata è stata assai proficua perché proprio a lei è toccato il piacevolissimo compito di intervistare un altro attesissimo super ospite, Keanu Reeves, uno dei 50 uomini più sexy del pianeta. Sebbene siano ormai trascorsi tanti anni dal personaggio di Neo Della saga di “Matrix”, l’attore americano conserva intatto tutto il suo fascino e la bellezza che l’hanno sempre contraddistinto, nonostante l’improponibile look da buzzurro vestito a festa con cui si è presentato ieri sera, infagottato in un abito di almeno due taglie in più con un accostamento improponibile di colori, tra camicia e scarpe, degno di un daltonico.

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E i cantanti? Ah già, Sanremo è il Festival della canzone italiana. Diciamo subito che il pubblico del televoto, insieme alla giuria di esperti, ha punito i volti meno noti in gara. A rischio eliminazione ed esclusi dalla serata dedicata alle cover di oggi il duo composto da Raige e Giulia Luzi e il duo Nesli-Alice Paba e nulla da fare anche per Bianca Atzei. E proprio riguardo Bianca Atzei ci chiediamo come sia possibile che questa ragazza di cui per tutto l’anno, come succede per gli orsi quando vanno in letargo, non abbiamo notizia, riesca poi nel corso delle selezioni ad ottenere un posto in gara, per ricadere un attimo dopo nel dimenticatoio fino al febbraio successivo. Per i suoi compagni di sventura, fortuna volle, o forse meritevole lungimiranza del direttore artistico, che non fosse toccato loro esibirsi la sera precedente perché il confronto con il duo d’eccellenza Ferro-Consoli, di cui abbiamo già detto, sarebbe stato davvero impietoso.

Ma vediamo quali sono stati i big più interessanti e le canzoni che ci sono piaciute di più.
Per ora ci è rimasta nelle orecchie “Occidentali’s Karma”, scanzonato brano di Francesco Gabbani che volendo farci riflettere (con ironia) sulla percezione che noi occidentali abbiamo dell’Oriente, ha ballato sul palco in compagnia di un uomo travestito da scimmia cantando “lezioni di Nirvana, Buddha in fila indiana, comunque vada panta rei e singing in the rain.” Una ventata di freschezza e allegria si è riversata nel teatro, ma poi si è ricaduti nella ripetitività della classica melodia all’italiana grazie a Gigi D’Alessio, sempre uguale a se stesso e interprete di un brano che entra da un orecchio e ed esce dall’altro. Bravo invece Michele Zarrillo, sempre ottimo autore e interprete, mentre ci ha lasciati perplessi Chiara, elegante, matura ma con una canzone tremendamente moscia.
La più sexy della serata, con rigoroso tailleur pantalone nero indossato a pelle e reggiseno a vista, è stata Paola Turci, ritornata all’Ariston dopo anni di assenza in una nuova veste canora, molto più grintosa e con una nuova luce negli occhi. Luce che invece non abbiamo visto nel pallido ed emaciato Michele Bravi, bianco come il vampiro di Twilight. Speriamo che in questi giorni sulla riviera abbia la possibilità di prender qualche raggio di sole e di assumere un colorito un pochino più salutare, magari ne avrebbe un giovamento anche in termini di verve. Siamo contenti che Masini abbia passato il turno, anche se ha presentato una canzone difficile e nonostante, inquadrato da dietro, fosse identico a Ron, colpa forse del medesimo colore e tipologia di toupet. Non ci siamo dimenticati di nessuno, o forse sì. Eh già, qualcuno manca. Nonostante infatti la figura imponente, l’esibizione di Sergio Sylvestre, vincitore dell’ultima edizione di “Amici” è praticamente passata inosservata, senza sostanza né spessore; è sembrato che anche la voce del ragazzo, solitamente incisiva e potente, abbia perso tutta la sua forza davanti alla severa platea sanremese.
C’è da dire che l’emozione gioca brutti scherzi, e probabilmente non ha risparmiato neppure il trio composto da Flavio Insinna, Gabriele Cirilli ed Enrico Brignano, giunti a Sanremo per animare e divertire il pubblico, ma che sul palco sono apparsi come tre signori imbolsiti che fanno il verso a loro stessi.

Per concludere, voto 8 ai conduttori e un bel 10 e lode a capitan Totti: il Pupone omnia vincit!

Photo Credit: Rai News