Durante una visita sul set, CBR ha avuto modo di intervistare i produttori di Agents of S.H.I.E.L.D., la serie targata Marvel trasmessa dalla ABC negli Stati Uniti. Jed Whedon, Maurissa Tancharoen e Jeph Loeb hanno avuto modo di esprimere la loro opinione sulle critiche rivolte allo show.

Tra le lamentele più ricorrenti rivolte contro la serie, spicca quella sull’assenza di personaggi di spessore e sulla distanza, in termini di “poteri”, dai lungometraggi della Marvel. Secondo le parole di Maurissa Tancharoen, lo show procede verso un leggero cambiamento di rotta, come sembra indicare l’arrivo di personaggi come Lady Sif e Deathlok.

“Deathlok è stato sui nostri radar sin dall’inizio. Era in cima alla nostra lista di personaggi utilizzabili. […] Amo Robert Downey Jr., ma non lo avremo mai nella serie. Avremo Lady Sif, Lorelei, Deathlok, Stan Lee… Con la presenza di personaggi del genere speriamo di soddisfare i fan, speriamo che siano consapevoli che non potremo mai avere Hulk.”

Sul banco degli imputati troviamo anche l’impostazione della serie, rivelatasi fino a oggi un procedurale che ha insisto solo su un unico elemento ricorrente, la risurrezione di Coulson. Jed Whedon spiega che puntate “procedurali” hanno un loro scopo all’interno della serie.

“Le puntate autoconclusive hanno uno scopo: lasciare un seme che presto darà i frutti. Si comincia a notarlo con il coinvolgimento di Ian Quinn con Clairvoyant e Centipede: tutte queste cose sono pezzi di un enorme puzzle che stiamo provando a creare. Siamo eccitati dall’idea di essere prossimi al punto in cui quelle puntate daranno il loro frutto.”

Il produttore Jeph Loeb, invece, fa un’analisi delle critiche, spiegando perché oggi uno show come Agents of S.H.I.E.L.D. non sia ancora molto apprezzato.

“Credo che la narrazione in tv stia cambiando. Credo che i canali via cavo la stiano cambiando, così come Netflix. La velocità della storia è sempre più rapida. In X-Files ci sono voluti sette anni prima che Mulder scoprisse cosa è accaduto alla sorella. Potevi trasmettere un episodio mitologico e poi cinque puntate autoconclusive di fila: alla gente andava bene lo stesso. Ora non è più così. Oggi non potremmo più proporre dieci stagioni di Smallville, con Clark che non indossa mai il mantello e la S. Dopo quattro puntate la gente comincerebbe a chidere del costume.”

Fonte: CBR