L’attesa per la quarta stagione di Black Mirror, che al momento non ha ancora una data di lancio su Netflix, si fa sempre più spasmodica. Pochi giorni fa sono stati rivelati i titoli degli episodi, il cast e i registi. Tra i vari nomi spunta anche quello di Jodie Foster, che dirigerà l’episodio con Rosemarie Dewitt e le star di Fargo Jesse Plemons e Cristin Milioti. Nelle precedenti stagioni ci sono stati talenti del calibro di Jon Hamm, Bryce Dallas Howard, Michael Kelly, Wyatt Russell, Kelly Macdonald, Domhnall Gleeson, Daniel Kaluuya, Gugu Mbatha-Raw e Mackenzie Davis, solo per citarne alcuni.

The Hollywood Reporter ha intervistato in esclusiva Charlie Brooker e Annabel Jones, i due showrunner della serie, che hanno discusso di un potenziale sequel dell’episodio San Junipero. Qui sotto abbiamo tradotto i punti salienti dell’intervista:

Ci abbiamo pensato molto. Ci sono stati diversi aspetti della storia che ho eliminato. Originariamente avevo scritto una scena nella quale il personaggio di Gugu, Kelly, si trovava in un asilo, che solo successivamente ci rendiamo conto essere popolato da bambini morti. Era troppo triste e troppo intensa questa questa parte per essere inserita all’interno della storia, ma continuo a pensare a come si trattasse di un mondo a se stante. […] Ci piace fare riferimento ad altri episodi inserendo degli easter egg, quindi possibile che possiate trovare ancora dei riferimenti. È difficile perché non credo che rivisiteremo ancora quei personaggi. È a tutti gli effetti una storia conclusa e non vorremmo riaprirla di nuovo.

Come ricorderete San Junipero è l’unico episodio in Black Mirror che ha un “lieto fine”. Ecco cosa ha detto la Jones a proposito di questo aspetto:

Ci sono stati degli ostacoli lungo la via, molti punti di domanda e rinunce. Il personaggio di Kelly non dice con convinzione: “Questo è tutto quello che voglio per il futuro”.

Brooker ha poi aggiunto:

Non è tutto rose e fiori, anzi. Non tutto è perfetto. Devo dire che l’accoglienza da parte del pubblico è stata piuttosto gratificante.

Una stagione e un episodio che sono usciti appena dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e non tanto tempo a seguito della Brexit. Proprio per questo motivo una domanda dell’Hollywood Reporter ai due showrunner è stata: “Pensate che l’ottimismo di questa storia a confronto con la realtà sia il motivo principale per cui questo episodio in particolare sia stato così ampiamente apprezzato dal pubblico? Ci sono addirittura delle T-Shirts e degli easter-egg di San Junipero in altre serie televisive.”

Brooker: Abbiamo visto un omaggio in Riverdale, dove un personaggio prende un bus verso San Junipero. E ci sono stati dei riferimenti anche in uno sketch del Saturday Night Live. Questo genere di cose è abbastanza intimorente e inquietante.

Jones: Una delle cose riguardo l’essere uno show di Netflix è che non sei mai abbastanza sicuro di quanto le cose abbiano un impatto culturale o di quando prendano lo slancio definitivo.

Brooker: Abbiamo iniziato a vedere fan art, tutte cose che abbiamo amato. E c’è stato questo ragazzo che stava facendo delle copertine di fumetti che noi poi abbiamo utilizzato e che vedrete sparse tra gli oggetti nella prossima stagione. È tutto molto interessante. Mentre scrivevo questo episodio ero piuttosto nervoso perché aveva un tono differente. Ho sentito persone lamentarsi del fatto che lo show sarebbe poi passato a Netflix e che quindi automaticamente si sarebbe americanizzato, e a quel punto ho detto: “Ok. Ambientiamolo in California.” Ci siamo sfidati ulteriormente perché abbiamo deciso di ambientarlo nel passato e per questo ero molto nervoso visto che tra l’altro si tratta di una storia d’amore tra due donne – me ne stavo seduto a Londra, ero un quarantenne che pensava a cose come: “Me la caverò? Non lo so!” Quindi a pensarci bene devo dire che mi sento molto sollevato e gratificato dal modo in cui le persone hanno preso a cuore questa storia e della risonanza avuta.

Che cosa ne penate di queste dichiarazioni? Fatecelo sapere nei commenti.

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