Gina Carano ha fatto causa ufficialmente alla Disney e alla Lucasfilm per il licenziamento da The Mandalorian avvenuto nel 2021, quando l’attrice era finita nell’occhio del ciclone per alcune discutibili dichiarazioni legate alla sua appartenenza all’area politica dei Repubblicani e, tanto per cambiare, all’Olocausto.

La causa è stata depositata in California e cita la mancanza di una giusta causa per il licenziamento, accusando la Disney di discriminazione e chiedendo di essere assunta nuovamente, con almeno 75 mila dollari di danni.

A sostenere economicamente l’azione legale nientemeno che Elon Musk, come spiega l’attrice su Twitter:

Elon Musk aveva twittato che se siete stati licenziati per aver utilizzato la piattaforma X per esprimere la vostra libertà di parola, si sarebbe offerto di pagare le spese legali. Un’offerta nobile, ma non mi sarei mai immaginata che qualcuno avrebbe sostenuto la mia causa contro la Lucasfilm/Disney. Tuttavia, risposi “penso di qualificarmi”, e migliaia di persone furono d’accordo con me – tuttavia non mi aspettavo nulla.

Con mia somma sorpresa, qualche mese fa ho ricevuto una email da un avvocato che era stato assunto da X per indagare sulla mia storia e tante altre. Alla fine, dopo aver mandato loro tutte le informazioni che potevo in questi mesi, i miei avvocati e X credono totalmente nel mio caso e stanno portando avanti la causa. Vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine a Elon Musk e X per avermi dato quest’opportunità per portare il mio caso alla luce.

Tuttavia i più attenti ricorderanno che le polemiche che condussero al licenziamento di Carano nacquero dopo che l’attrice pubblicò i suoi commenti su Instagram, non su Twitter, quindi non è chiaro perchè Musk abbia scelto di coinvolgere la sua piattaforma in questa causa (se non per fini… politici?).

“Come segnale dell’impegno di X Corporation nella libertà di parola, siamo fieri di sostenere economicamente la causa di Gina Carano,” ha dichiarato Joe Benarroch di X. “Le daremo la possibilità di vedere riconosciuta la sua libertà di parola su X e l’abilità di lavorare senza essere bullizzata, molestata o discriminata”.

Vi terremo aggiornati.