Il romanzo Guida astrologica per cuori infranti, scritto da Silvia Zucca, è diventato una serie televisiva che oggi debutta su Netflix. La presentazione con la stampa del progetto ha permesso di scoprire molte curiosità e dettagli del lavoro compiuto dalla creatrice Bindu de Stoppani, dalla regista Michela Andreozzi e dal cast nel portare sul piccolo schermo la storia di Alice Bassi (Claudia Gusmano), la trentenne in crisi sentimentale e professionale che si ritrova a dare una svolta alla propria vita grazie all’incontro fortuito con Tio (Lorenzo Adorni), un esperto di astrologia, proprio mentre al lavoro deve confrontarsi con il suo enigmatico, e affascinante, nuovo capo, Davide Sardi (Michele Rosiello).

Per chi, dopo la visione, si chiedesse se la storia si concluderà con un cliffhanger, la creatrice ha già eliminato ogni dubbio dichiarando:

Certamente abbiamo incluso tutti i segni zodiacali e posso confermarvi che la seconda stagione è stata già girata, questa estate e ora è in fase di post-produzione. Tutti i segni verranno quindi considerati nei 12 episodi, ma non so ancora quando uscirà.

Bindu ha quindi parlato del rapporto con il romanzo spiegando:

C’era tanto, tanto umorismo nel libro e ho fatto veramente tante risate godendomi il flusso interno di Alice Bassi mentre viveva la sua vita e questo mi ha molto intenerito e divertito. Onestamente la serie tv rimane davvero molto vicina alla visione che ho avuto nello scrivere e attualizzandola un po’. Non succede spesso nei progetti perché li scrivi e te li immagini in un certo modo e poi diventano qualcosa di diverso. Questa serie è rimasta quella che era su carta.

La protagonista dello show ha ricordato spiegando se ha provato un po’ di pressione nel protare in vita la creazione dell’autrice del libro:

Quando ho incontrato per prima Bindu e mi ha ssegnata il ruolo non abbiamo incontrato Silvia Zucca. Quello che ci interessava era trovare la verità del personaggio e creare un personaggio completamente nuovo. Del libro abbiamo tenuto l’umorismo, il ritmo. Ma non so come non si possa fare questo lavoro senza pressione perché è una sensazione che ti fa uscire delle cose belle. Abbiamo illuminato la parola serendipity durante tutto il lavoro insieme perché cercando Alice abbiamo scoperto tante cose di lei e di noi, quindi Silvia Zucca è stata il seme “d’oro”, poi noi abbiamo messo l’acqua, la terra, l’amore, la fatica, la stanchezza, la pressione… Non è facile sicuramente anche far ridere, c’è un grande lavoro alla base di questo.

Bindu, sul rapporto con la scrittrice, ha aggiunto:

Quando io ho opzionato il libro, una delle discussioni che abbiamo avuto e delle mie promesse è stata di rimanere il più possibile fedele al libro, non necessariamente scena per scena, ma di tono e di emozione. Era importante per me prendermi cura del suo libro, ma nel percorso tutti aggiungono la propria visione e la propria sfumatura. Silvia è sempre stata coinvolta fin dalla prima sceneggiatura ed è stata anche molto aperta nel permettere che il libro avesse la sua “rinascita” attraverso la serie.

Michela Andreozzi, parlando successivamente della sua prima esperienza sul set di una serie tv, ha espresso la sua gioia:

Quando sali a bordo di un progetto che nasce dalla creatività di un’altra persona hai la grande occasione di entrare nell’immaginario di qualcuno di diverso da te e, in qualche modo, godertelo. Sono stata coinvolta nel progetto perché la commedia romantica è una mia vocazione e salire a bordo è stata come andare nella cucina di Bindu e fare una torta molto buona con degli ingredienti che aveva scelto lei. Poi ci sono mille variabili come le relazioni tra le persone, la tua creatività e immaginazione. Lavorare con gli attori per un tempo così lungo è stata un’esperiena interessantissima perché hai la possibilità di approfondire i personaggi, hai delle tempistiche più lunghe, e sul set devi avere dei ritmi parecchio sostenuti, quindi aiuta aver lavorato prima a dei film. Scambiarsi le idee è poi molto stimolante. In più la serie verrà vista a livello internazionale e sai già che moltissime persone la vedranno. Io avrei dovuto dirigere tutta la seconda stagione della prima serie, ma mi sono ammalata e il COVID ha quindi costretto Bindu a integrare parte del mio lavoro nell’ultima parte della serie, ma abbiamo continuato a lavorare insieme. Per chi come me, che ha sempre scritto e diretto i propri progetti, avere un contatto costante con un altro immaginario è stato davvero fantastico.

Bindu e Michela hanno quindi colto l’occasione per lodare il lavoro compiuto da tutti i membri del cast e Andreozzi ha ricordato:

Alle volte con gli attori che hanno dei piccoli ruoli, creano dei personaggi interi, interagiscono, sono estremamente creativi.

La creatrice della serie ha aggiunto parlando di come ha scelto gli interpreti dello show:

Era molto importante per me, non essendo italiana e conoscendo a modo mio il mondo del cinema e della televisione italiana, mettere insieme un cast di attori che aveva la sua brillantezza ma che fosse un po’ cinema indipendente, che non siano del tutto esplorati nella televisione italiana. Che hanno ancora così tanto ancora da mostrare al mondo.

Rispondendo ai possibili riferimenti cinematografici e televisivi, Bindu de Stoppani ha ammesso che c’è un po’ di Jessica Day, la protagonista di New Girl, ma leggendo il libro era stato subito evidente che fosse una versione più moderna e 2021 di Bridget Jones, decidendo di spingere un po’ la storia e la rappresentazione della protagonista rendendo Alice Bassi più contemporanea nella sua ricerca dell’amore e della propria identità. Il look, invece, è legato a Claudia Gusmano, avendo scelto di mantenere alcune caratteristiche. Michela Andreozzi ha invece sottolineato che la scelta di girare la serie a Torino ha condizionato un po’ l’immaginario, anche nel look degli attori che rispecchiava un po’ l’eleganza e la bellezza della città che ha fatto da sfondo alla creazione. L’interprete di Alice ha invece citato l’ironia di Winona Ryder, aggiungendo un dettaglio un po’ curioso:

Per la mia parte ho pensato spesso anche alla mia gatta che vedrete a un certo punto nella serie, perché è molto curiosa, sincera…

Guida astrologica per cuori infranti La creatrice di Guida Astrologica per Cuori Infranti ha poi parlato dell’obiettivo della serie:

Dal mio punto di vista era importante raccontare una storia sicuramente per una donna moderna nel campo lavorativo. Non è solo una storia d’amore questa serie, non è solo Alice che sta cercando il partner al di fuori di se stessa, sta anche cercando di realizzare proprio se stessa. Si tratta di un romance con se stessa e sull’avere fiducia in se stessa. Per me era questa la cosa più importante, a prescindere dalla generazione che ritrae: la ricerca di avere abbastanza fiducia in se stessi per realizzarsi e sentirsi realizzati.

La regista Michela Andreozzi ha ricordato:

Ho fatto il lavoro di Alice per moltissimi anni ed è stata una piccolissima coincidenza, emersa quando sono stata coinvolta dalla produzione. Quindi conosco quel mondo in cui tu sei un po’ l’ultima ruota del carro e poi dici qualcosa e che cambia un po’ l’opinione che gli altri hanno di te. In questo senso è una storia di coraggio. so com’è quel mondo che dici e qualcosa cambia. Io penso che sia raccontata più per chi ha trenta anni, che sono quegli anni di formazione che hai finito di studiare ma non hai ancora realizzato te stesso, soprattutto in un paese come l’Italia che è diverso come in altri paesi quando a 20 anni sei già sistemato, hai un lavoro, una famiglia. Da noi entri in quella fascia in cui tu devi ancora trovare il tuo posto nel mondo e questo racconto di formazione è universale, interessante, e il fatto che la protagonista sia una donna è per alcuni aspetti “nuovo”.

L’interprete di Alice, ha sottolineato:

Sicuramente il problema più grande contro cui mi scontro è questa ricerca della perfezione, di una forma che possa un po’ piacere a tutti. Penso che abbiamo lavorato per creare dei personaggi che non fossero perfetti. Questa è la forza di Alice: ha la sua forma che non conosce bene, ogni giorno cambia un po’, e alla fine ti rendi conto che ci sei, e sei unico. Se lo sei le persone si avvicinano a te crescono rapportandosi con te. Questa è la difficoltà che da trentenne ho e che si sposava perfettamente con il personaggio di Alice, che mi ha insegnato moltissimo.

L’intereprete di Davide Sardi, Michele Rosiello, sull’argomento, ha sottolineato:

La serie riesce a fotografare la generazione attuale, le sue problematiche affrontate comunque con la commedia, con dei toni un po’ accesi e “colorati”, ma ci riferiamo alla generazione dei trentenni che si approccia al mondo del lavoro e in un certo senso della tecnologia, alle dinamiche attuali con cui non siamo cresciuti, ci siamo trovati dentro a una nuova realtà se si è nati negli anni ’80-’90. La serie riesce a rivolgersi a questa generazione perché è verosimile nel racconto e nei personaggi, restituendo figure imperfette, non così idealizzate, aiutando lo spettatore a riconoscersi e in alcuni aspetti dei vari personaggi.

Lorenzo Adorni, che non ha ancora raggiunto i trenta anni e ha il ruolo di Tio, ha sottolineato che le esperienze avute in passato nel lavorare come attore lo ha portato a provare un profondo senso di gratitudine, non dando per scontato che la componente femminile sia molto importante nel progetto grazie al coinvolgimento della creatrice, della regista e dell’attrice protagonista. L’attore ha ribadito che per le donne a volte è difficile farsi strada nel settore, ma le opportunità arrivano, aggiungendo:

La cosa fondamentale che penso debba capire la mia generazione è che ci troviamo alle prese con un mondo che cercherà sempre di dirci no, di darci dei compiti, di per forza incasellarci in qualcosa. La fortuna di aver interpretato un personaggio come Tio e di essere stato scelto per la serie è quella di essermi reso conto che quando una persona scopre e coltiva se stessa trova anche quell’unicità che ognuno di noi ha, e riesce a scardinare automaticamente queste barriere. La forza grande che forse serve a questa generazione è credere un po’ di più in noi stessi senza avere per forza una conferma esterna, credere nei nostri sogni, nelle nostre potenzialità, nel fatto che lavorando prima o poi le cose arrivano. Forse c’è anche un profondo augurio nei confronti di me stesso, dei miei colleghi e di chi vedrà la serie e potrà riconoscersi.

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