Nel corso dell’ATX Television Festival di Austin si è svolto un panel dal curioso titolo di “Trumped Up TV”, dedicato al Presidente Donald Trump e all’impatto della sua governance sull’industria dell’entertainment. Vi hanno partecipato autori, sceneggiatori, produttori e showrunner di alcune tra le più note serie tv del momento e del passato come Julie Plec (The Vampire Diaries), Beau Willimon (House of Cards) e Javier Grillo-Marxuach (Lost).

In particolare Willimon, creatore di uno show ambientato proprio nei palazzi del potere americano, è intervenuto più volte sulla presidenza Trump reputandola dannosa per il Paese:

Sapevo sarebbe stata una catastrofe. Che si supporti o meno Trump, è ancora un evento traumatico per il Paese, in termini di polarizzazione.

Michael Schneider di Indiewire ha inoltre chiesto ai presenti un commento su un’accusa che molti ambienti conservatori muovono contro parte dello show business. I creativi di Hollywood, in particolar modo, sono spesso accusati di vivere in una sorta di bolla separata dal resto del mondo, che li rende poco sensibili alla vita quotidiana delle persone. Willimon, tuttavia, ha respinto l’accusa al mittente ritenendo che sia invece proprio il Presidente a vivere in una bolla:

Abbiamo un Presidente che non ha mai saputo cosa significa doversi tenere un lavoro e fare sacrifici. Credo che alcuni stereotipi siano veri – come ad esempio che Hollywood tenda a sinistra – ma chiedete a voi stessi come mai. Gli artisti sono tendenzialmente persone che leggono molto, che hanno una forte curiosità nei confronti del mondo e che, anche quando scrivono, immaginano come questo mondo potrebbe essere. Ed è questo a connetterti con il mondo “reale”, mentre l’unico modo con cui il nostro Presidente sembra in grado di farlo è attraverso 140 caratteri o anche meno.

Fonte: EW