Beau Willimon, showrunner di House of Cards, è stato l’ospite di una serata organizzata durante il New York Television Festival e ha scherzato sulle notizie di attualità che ispirano e influenzano la creazione della nuova stagione dello show con protagonista l’attore Kevin Spacey.

L’autore ha scherzato:

“Che diavolo ha fatto Kim Jong Un nell’ultimo mese? C’è qualcosa di torbido lì”,

per poi aggiungere

“Non sarebbe grandioso vedere Frank Underwood e Kim Jong Un interpretare la canzone “I’m So Lonely?”…perché sarebbe fot—-mente fantastico!”.

Lo showrunner ha raccontato che ha sempre scritto, anche quando lavorava nella politica perché rappresentava una fuga dal mondo reale e dal far parte della dimensione bizzarra delle campagne politiche che ha ispirato la serie e film come Le idi di marzo. Beau ha chiarito:

“La politica è teatro, è un business in cui la percezione è la realtà…e alla fine stai cercando di comunicare con le persone. E in molti modi, fare arte è un atto molto politico. Una buona parte del mio lavoro è rappresentato dal tentativo di gestire le persone, di collaborare con loro e di ottenere da loro il meglio…In definitiva quello è l’obiettivo della politica”.

Willimon ha ricordato l’opinione di Bill Clinton nei confronti di House of Cards, imitandolo nel citare la sua opinione nei confronti della serie:

“Il novantanove per cento di quello show è accurato; l’uno per cento è che non si potrebbe mai far passare una legge sull’educazione così velocemente!”.

Lo showrunner ha poi smentito che gli autori abbiano così tanta importanza come sembrerebbe attualmente, ricordando che sono necessari moltissimi elementi per realizzare una serie, per poi commentare che non pensa esista il concetto di simpatia quando si parla di un personaggio televisivo, ma piuttosto di un’attrazione nei confronti delle sue contraddizioni.
Uno degli aspetti di House of Cards di cui è maggiormente orgoglioso è invece la presenza di un personaggio femminile alla pari con Frank: quello di Claire, interpretato da Robin Wright.

Beau, dopo aver lavorato per realtà come Netflix e Media Rights Capital, non è sicuro di voler ritornare a collaborare per i network tradizionali perché non possono concedere la stessa libertà e mantengono un maggior controllo.

Willimon ha rivelato che lui e il suo team non sono ossessionati dai dati di ascolto ma pongono particolare attenzione al rischio creativo. Lo showrunner si è inoltre dichiarato felice del fatto che House of Cards abbia superato la rigida censura del governo cinese e sia diventato un successo, anche grazie ai commenti dell’ambasciatore Cui Tiankai che ha spiegato come la serie incarni le caratteristiche e la corruzione che sono attualmente presenti nelle politiche americane. Willimon ha poi concluso raccontando come temessero che in Cina, dove gli ascolti hanno sfiorato i 30 milioni di visualizzazioni legali, sarebbero stati compiuti dei tagli e ha confessato che forse Tiankai stesse parlando della prima stagione:

“Pensano che mostri come l’America sia corrotta come ogni altra parte del mondo, ma non ne sono certo. Andrò in Cina alla fine di dicembre, quindi vedremo quello che accadrà”.

Fonte: The Hollywood Reporter