paul_delvecchio_200Prima di Jersey Shore, Pauly D. – al secolo Paul Del Vecchio – era solo un ‘guido’ del New Jersey, uno come tanti, che faceva il deejay, mentre adesso è una star dei reality con in tasca in contratto con l’etichetta di 50 Cent, uno show tutto suo e un conto in banca a sette cifre.

L’agenzia ICM, che fino allo scorso 5 maggio (giorno in cui è stata licenziata da Mr. Del Vecchio) lo ha rappresentato, crede fermamente di aver avuto un ruolo fondamentale nell’ascesa che lo ha reso ciò che è oggi, e ha deciso di citarlo in giudizio per avere ciò che – a suo giudizio – gli spetterebbe per aver aiutato la star dei reality ad incrementare il compenso percepito dalla rete MTV.

In sintesi la ICM sostiene che, nel 2010, attraverso il lavoro di intermediazione svolto in favore del proprio cliente, avrebbe contribuito in modo sostanziale all’incremento del suo salario. In tutto ciò l’agenzia ha anche ben pensato di rendere pubblico il fatto che Del Vecchio ha percepito un compenso di 4 milioni di dollari per girare le ultime due stagioni dello show (quella ambientata in Italia, a Firenze, e l’ultima, realizzata nuovamente nel New Jersey).

The Hollywood Reporter spiega:

L’agenzia ha avuto – come da contratto – il 10% di commissione per la seconda stagione; una volta conclusasi, la ICM sostiene di aver trattato un ulteriore aumento per Pauly D, insieme alle opzioni per la terza e la quarta stagione dello show. Successivamente c’è stato un altro incremento di salario, ed MTV ha opzionato la star per una quinta e una sesta stagione.

In ‘soldoni’ la ICM sostiene di aver diritto, a oggi, a un compenso di $370,000 più una percentuale sulla sesta stagione di Jersey Shore, le cui riprese inizieranno quest’estate.

Pauly D., dal canto suo, sostiene ovviamente di non dovere nulla alla sua ex agenzia, dato che le loro strade si sono divise quasi un anno fa, e pertanto ha affidato la sua difesa all’avvocato Hillary Hughes, la quale ha già dichiarato attraverso un comunicato che la ICM è stata già pagata per i suoi servizi e che trova ‘deludente il fatto che un’agenzia come la ICM abbia scelto di trarre vantaggio dal precedente rapporto di lavoro con un cliente, divulgando anche in pubblico gli aspetti privati dei suoi affari di lavoro‘.

Fonte: THR