Nick Hall, responsabile dello sviluppo delle serie di genere comedy della HBO, ha risposto pubblicamente alle critiche rivolte dalla stampa e dagli spettatori a Looking, serie accolta in modo piuttosto tiepido ottenendo stroncature o, al contrario, approvazione nei confronti del modo con cui vengono trattate le tematiche sociali.

JC Lee, uno degli autori delle puntate, ha sottolineato che, a sorpresa, molte delle reazioni negative sono state da parte della comunità gay che non ha ritrovato sullo schermo l’approccio considerato giusto alle situazioni raccontate.
Lo sceneggiatore ha spiegato che ci sono dei fattori specifici che identificano l’identità dei protagonisti nel caso in cui si tratti della rappresentazione di un gruppo sociale e Looking sembra aver trasmesso ad alcune persone un senso di minaccia nei confronti dell’unicità del mondo omosessuale, descritto sul piccolo schermo quasi normalizzandolo.

Al panel che si è svolto nella giornata di martedì a Los Angeles, moderato da Gary Goldstein, hanno partecipato il produttore esecutivo di Looking, Michael Lannan, e gli autori John Hoffman e Tanya Saracho. Durante l’evento si è affrontato anche uno degli elementi maggiormente criticati: lo stile dello show. Tanya ne ha parlato apertamente:

“La parola che inizia con la N è il modo con cui continuano a chiamarci, sapete, “Noioso”. Preferirei che ci odiassero piuttosto che continuassero a definirci noiosi”.

Hoffman ha poi approfondito questo aspetto spiegando che il ritmo e l’atmosfera sono stati degli elementi creati in modo studiato e preciso, anche attraverso la scelta di collaborare con il regista e sceneggiatore Andrew Haigh, già autore e regista dello show britannico Weekend:

“Non per essere in difesa degli aspetti noiosi, ma è qualcosa di molto intenzionale. Penso che sia diventato parte del serial. Gli episodi sembrano dei piccoli film indipendenti della durata di trenta minuti”.

JC Lee ha sottolineato la sincerità della narrazione di Looking, un’atmosfera nata durante gli incontri tra gli sceneggiatori durante i quali si è parlato di sessualità, problemi razziali e sono state condivise storie personali, attingendo a queste conversazioni per creare la sceneggiatura degli episodi. Tanya ha raccontato, ridendo:

“Si rivelano i propri segreti più profondi e oscuri, che poi finiscono nella serie”.

La sceneggiatrice ha inoltre rivelato che il titolo definitivo è stato l’ultimo a cui si era pensato, dopo altre opzioni come Homos e Golden Boys. La preferenza è caduta su Looking perché riassumeva bene il tema principale della prima stagione in cui ogni personaggio guarda all’esterno della propria zona considerata sicura.

Michael Lannan ha poi sottolineato che il complimento più grande è stato quello ricevuto da uno dei protagonisti dello show, Jonathan Groff, che ha guardato il prossimo episodio, intitolato Looking in the Mirror (che andrà in onda negli Stati Uniti il 23 febbraio), insieme a suo fratello e sua cognata e ha raccontato che entrambi sono stati coinvolti profondamente da quello che accadrà ed è stata la prima volta che i suoi famigliari si sono così emozionati per un personaggio televisivo omosessuale. Lannan ha concluso:

“Ci sono momenti come quelli che, quando ci vengono raccontati, ci rendono molto entusiasti ”.

Fonte: The Hollywood Reporter