Nessuna crisi del settimo anno, Masterchef riparte alla grande anche con questa nuova edizione. Il giovedì sera, per gli appassionati di cucina, ma non solo, è ancora targato SkyUno con il cooking show più amato ed imitato del mondo, che proprio nella versione italiana ha trovato una delle formule più vincenti.

Nonostante l’apertura di puntata macabra e di dubbio gusto con un finto funerale, con tanto di bara stile gigante Mistery Box per Carlo Cracco, “colpevole” di avere abbandonato il programma, non appena viene introdotta la nuova giudice Antonia Klugmann si capisce subito che l’affascinante chef disertore cadrà ben presto nel dimenticatoio. Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo vogliono però mettere subito alla prova la giovane collega e soprattutto Bastianich, che pare non essersi ancora rassegnato all’idea di avere perso Cracco, la stuzzica con domande insidiose, ma lei non si fa prendere in contropiede ed ha subito la risposta pronta.

Si entra così nel vivo delle selezioni ed inizia la carrellata degli aspiranti chef che quest’anno, assoluta novità, arrivano accompagnati dai parenti e cucinano immediatamente davanti ai giudici.

Il primo a rompere il ghiaccio è il disinvolto Italo, ex pilota d’aerei in pensione con aspetto da inguaribile playboy che sorprende però la giuria con un trittico di piatti di ispirazione indiana saporiti ed equilibrati.

Dopo il concorrente bravo, la regola vuole che passino almeno tre incapaci, questa volta nelle fattezze di  un ragazzotto che sogna di aprire una risotteria a Parigi, ma al momento non è neppure capace di fare un riso decente, dopo di lui un altro baldo giovane scriteriato che, dopo essere stato una settimana in Giappone, si sente pronto a cucinare un ramen che Cannavacciuolo non esita a definire “brodo di scarpe“. Chiude il terzetto un confuso padre di famiglia, deriso anche dai suoi stessi figli e malamente bocciato dai quattro giudici.

Conquista, per ora, il grembiule, la casalinga bergamasca Tiziana che riscalda subito l’ambiente con la sua verve e disquisizioni hot sulla sua vita matrimoniale, perché, dice lei, il suo amore per la cucina va a pari passo con il sesso e Joe Bastianich, molto interessato all’argomento, ne approfitta per avere dettagli più precisi sulla questione prima di darle in suo entusiasta sì.

Abbiamo detto che i parenti accompagnano, in questa fase, gli aspiranti concorrenti ma qualcuno, come la bionda 22enne genovese, deve avere preso l’invito alla lettera e si presenta con l’intera famiglia composta da nove persone, che vivono tutte sotto lo stesso tetto. Ancora il curioso Bastianich, senza mezzi termini, le chiede perché mai gli altri non si trovino casa per i fatti loro e commenta che ora vivono come zingari. Ma famiglia numerosa a parte, la giovane pare avere davvero la passione della cucina e la sua positività le fa guadagnare ben quattro pareri positivi.

Vediamo passare tante persone, tante storie e tante aspirazioni. Il caso umano, come ogni anno , è sempre in agguato e si manifesta in un primo momento con un marito che vuole entrare nella Masterclass perché il suo sogno, dopo essere riuscito a guarire la moglie, conquistata dopo dieci anni di corteggiamento, dai propri disturbi alimentari, è quello di aprire un ristorante negli Stati Uniti. Per ora ottiene tre sì ed il grembiule.

E come dire di no a Liudmila, casalinga russa di mezza età che si sta separando dal marito e vuole aprire un’attività di catering perché, precisa lei, ora lui non la mantiene più e tenta di aggiudicarsi un posto nella Masterclass preparando un’insalata russa? Solo Bastianich rimane lucido, dice di no e chiede ai suoi colleghi “Ma siamo a Masterchef o ad Amnesty International?”.

A sorpresa invece non ce la fa Noemi, 21enne siciliana che racconta subito di avere avuto un’infanzia disagiata, di essere stata adottata e di riporre ora tutti i suoi sogni nella cucina. Due giudici su quattro la trovano ancora acerba e ritengono che la sua pasta fatta in casa non sia all’altezza della cucina di Masterchef, ma lei non prende bene la bocciatura e dietro le quinte inveisce con un bel vaffa verso tutti, mamma adottiva compresa.

Per la quota stranieri abbiamo una dominicana con un piatto a base di platano e una giovane ucraina sposata con italiano, cresciuta in campagna e avvezza a tirare collo e galli e galline. La Klugmann, che Bastianich chiama con il vezzeggiativo di Klugy, vedendola ai fornelli non riesce a trattenersi dal volerle dare una lezione di cucina, ma i suoi tre compagni uomini stroncano sul nascere il suo tentativo e danno il grembiule alla ragazza.

Assistiamo poi al primo vero screzio tra Antonia e uno degli uomini, in questo caso Cannavacciuolo, quando è il momento di giudicare il piatto di un diciannovenne che si descrive come imprenditore in carriera ma, nonostante prepari delle capesante che sembrano essere davvero deliziose, ha la malaugurata idea di farne solo tre porzioni. Con poca galanteria da parte dei tre uomini, la Klugmann viene lasciata senza la sua parte da assaggiare. Lei non la prende affatto bene, invita il collega napoletano ad andare a c****e ed esce dallo studio stizzita.

Si trova ancora una volta sola contro tutti quando arriva a giocarsi la sua chance la sorridentissima Simonetta, di professione mamma e moglie, e volontaria ospedaliera, molto logorroica e con tacchi a spillo.

La procace signora offre ai giudici delle caramelle di pasta ripiene di baccalà e patate, flirtando con Bastianich e ammiccando con Cannavacciuolo e Barbieri, nonostante in balconata ci siano marito e figlia a guardarla. I tre giudici uomini chissà che potenzialità nascoste scorgono in Simonetta e la promuovono, mentre la Klugmann, che ritiene sia un’atrocità frullare un ripieno di pesce, le dice di no. Ma vince la maggioranza, e la Klugmann viene accusata dai suoi tre colleghi, anche se in maniera bonaria, di accanirsi solo contro le concorrenti del suo stesso sesso.

La storia si ripete quando si accomoda al bancone una tizia che pare uscita dal fantastico mondo di Amélie e offre alla giuria un piatto chiamato “merenda del topo di campagna e del topo di città”, in pratica due frittate, una alla pizzaiola e una con salmone e marmellata.  Per la Klugmann è ancora un no, ma il fascino della ragazza conquista più delle sue abilità culinarie e quindi un bel grembiule è subito pronto anche per lei.

Quattro sì meritati invece per il ventenne Simone che vive da solo con il suo cane in un paesino di mille anime nel Maceratese e che ha come desiderio di rimanere ad abitare lì e realizzarsi come cuoco. La sensazione è che lo rivedremo tra i 20 concorrenti della Masterclass.

Niente da fare invece per lo studente calabrese, anche lui estremamente attaccato alla sua terra e che pur avendo cucinato un risotto con il bergamotto, ingrediente molto apprezzato dalla nuova giudice, ha fatto un piatto che proprio non è buono e quindi viene bocciato.

Ci aspettiamo fulmini e saette quando compare l’arrogantissimo Fabrizio, commerciante abruzzese che dichiara di volere rimettere a posto le basi della cucina italiana. Dopo un attimo di smarrimento dei giudici di fronte a tanta presunzione, la tensione di stempera e all’assaggio, la sua pasta con cotiche e fagioli, seppure vecchio stile, risulta buona e saporita. In ogni caso, visto il caratterino del soggetto, speriamo che alla prova dell’Hangar venga eliminato.

Le prime selezioni di chiudono qui. La vincitrice della serata è di sicuro la Klugmann, donna ruvida e tagliente, ma chef estremamente appassionata. Si vede che è una che prende sul serio il suo lavoro e anche il ruolo che ora le è stato ora affidato. Non è una che se la tira e che fa la piaciona, ma critica a ragion veduta ed è diretta, senza essere scontrosa o mettere in soggezione i concorrenti ed è di sicuro la più inflessibile di tutti e per questo la più temibile. È esattamente questo il tipo di giudice che volevamo vedere, ed ora, finalmente, ce l’abbiamo!