“Siamo a metà percorso e il traguardo comincia ad essere visibile“, così chef Barbieri esordisce in apertura di questa settima puntata di Masterchef Italia.

Si sa che a metà strada le cose iniziano a farsi veramente difficili. La Mystery Box stavolta mette alla prova i concorrenti rimasti in gara testando la loro capacità di lavorare con ingredienti poco consueti come i fermentati. Sotto la scatola misteriosa ci sono patate, anguilla, fragoline di bosco, borragine, fave fresche, carote, mandorle, silene e polpa di vitello, ma il decimo prodotto invece deve essere scelto tra quelli contenuti nei vasi sul bancone dei quattro giudici.  Si tratta di ingredienti fermentati provenienti da tutto il mondo, alimenti trasformati da microorganismi come lieviti e batteri che danno sapore e che devono essere utilizzati con estrema cautela e attenzione. Tra questi troviamo il kefir, latte di capra, pecora o mucca che può assumere un gusto che va dall’acido fino al piccante, poi idromele, miso, umeboshi, kimchi, cavolo cinese con aglio e zenzero, e poi il tempeh che deriva dalla soia gialla, crauti, brovada, kombucha proveniente da the fermentato e colatura alici. Ad Antonia Klugmann si illuminano gli occhi durante la descrizione di questi singolari ingredienti, ammette di esserne un’appassionata utilizzatrice quindi gli aspiranti chef devono scegliere attentamente quale usare per preparare, con gli altri cibi a disposizione, la ricetta perfetta. Inizia la prova e tra i fornelli ci sono mani che tremano e molto disordine.

I giudici passano a controllare i lavori e riprendono più volte i cuochi amatoriali cercando di riportarli sulla retta via, con alcuni la durezza funziona, perché, allo scadere del tempo, Simone, Kateryna e Alberto presentano tre piatti gourmet, rispettivamente un’anguilla all’idromele, vitello con kefir e addirittura un piatto completamente vegetariano a base di tempeh, impiattato ad arte, che ci pareva, visto l’entusiasmo della giuria, fosse ritenuto il migliore. Invece Kateryna, premiata per la sua tenacia e capacità di adattarsi alle circostanze, si aggiudica questa prima prova. Simone viene penalizzato forse per la sua indolenza, che alla lunga incomincia a diventare pesante.

Alla giovane ucraina non resta che scoprire quale vantaggio l’attende all’Invention Test e come in ogni edizione di Masterchef che si rispetti, arriva la prova in assoluto più temuta del cooking show, ovvero quella di pasticceria. Isabella Potì è la giovanissima pastry chef, citata anche dalla rivista Forbes tra i più promettenti pasticceri under 30, che prende il posto di Iginio Massari, ora che per la Masterclass è giunto il momento di misurarsi con le raffinate e precise tecniche dell’arte dolciaria. La Potì lavora in un prestigioso ristorante ed è esperta di dessert al piatto che prepara con i quattro gruppi di ingredienti coperti dalle cloches: cioccolato, frutta, verdura e formaggi. Kateryna deve scegliere con quale gruppo realizzare tre dolci, uno a base di mousse, uno con pastafrolla e uno con pan di spagna e deve selezionare un gruppo di ingredienti anche per ciascuno dei suoi compagni. La sfida per i suoi avversari si fa davvero dura, soprattutto  per Manuela, Francesco, Antonino, Matteo e Davide alle prese con le verdure da trasformare in golosi dessert.

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Ma il peggio per loro deve ancora venire perché dalla balconata si ode una voce e compare all’improvviso il maestro Iginio Massari, pronto anche lui a partecipare alla prova nelle vesti di severo giudice. Forse i concorrente speravano, quest’anno, di scampare il temibilissimo maestro pasticcere e invece Massari è tornato e non si risparmia i suoi sagaci commenti e considerazioni: rimprovera Ludovica perché non conosce la differenza tra mousse bavarese, domanda a Italo cosa ci faccia lì alla sue età, critica il pan di spagna pesante di Marianna, e sottolinea lo stato confusionale in cui si trova Kateryna e il cervello che non funziona di più di Davide. Incute terrore a tutti e al momento dell’assaggio non nasconde il suo orrore per l’immangiabile crostatina al peperoncino di Matteo che fa di lui il peggiore di questo Invention Test, nonché il primo eliminato della serata. Giovanna passa tutto il tempo della prova a parlare da sola insultandosi e piagnucolando, ricordando quegli odiosi compagni di scuola che dicevano di non sapere la lezione e poi prendevano 8, e poi però presenta comunque un trittico di tutto rispetto, ma a sorpresa, e contro ogni aspettativa, è Ludovica, con i suoi dolci al cioccolato, a vincere e ad andare alla prova in esterna con il titolo di capitana di brigata.

È inevitabile domandarsi come sia possibile che ogni anno partecipino al programma aspiranti chef che abbiano così poca dimestichezza con la preparazione dei dolci. E’ risaputo che un bravo chef, così come fa notare anche Barbieri, deve sapere cucinare tutto ed è inaccettabile che non conosca le basi della pasticceria. Chi non ama i dolci non può diventare Masterchef, e visto lo scivolone di Davide che, davanti ai due stimatissimi pasticceri, dice apertamente di odiare i dolci, il grembiule avrebbero dovuto farlo togliere a lui, non fosse altro che per l’infelice e stupida uscita. Invece no e quindi lo ritroviamo in Abruzzo, insieme ai suoi compagni a 1600 m di quota ai piedi del Gran Sasso, pronto a battersi per la prova in esterna.

L’Altopiano di Campo Imperatore è la location scelta per la sfida tra la brigata blu, capitanata da Ludovica e quella rossa, con a capo Manuela, entrambe in procinto di cucinare per quaranta giovani scout con gli ingredienti della loro stessa cambusa, padelle e strumenti limitati e cucine alimentate da fuoco e brace, che i concorrenti stessi devono accendere. Ma la notizia buona è che possono preparare un menu di tre portate a propria scelta. Italo viene escluso da tutte e due le brigate, va dritto al Pressure Test e se ne esce con la prima imperdonabile caduta di stile della serata. Rifacendosi ad una celebre battuta di Alberto Sordi sentenzia “io sono io e voi non siete un c***o“. Le due squadre si mettono al lavoro ma c’è confusione, è difficile lavorare con il vento, tenere acceso il fuoco, coordinare la preparazione dei piatti e riuscire a produrre qualcosa di buono. I nervi sono tesi, bisogna cambiare le ricette in corsa, Fabrizio, che è abruzzese, gioca in casa e quindi vuole dire la sua su tutto, è sgradevole, ma non quanto Giovanna che si conquista il titolo di regina del turpiloquio. La donna si lamenta in continuazione, critica tutti, passa dall’espressione disperata allo sguardo perfido da strega cattiva e quando apre bocca le sue parole sono continuamente coperte da bip. Ci auguriamo che almeno sul luogo di lavoro questa maestra abbia un eloquio differente.

Tra pasta al ragù, sagne ai fagioli, arrosticini, bruschette dolci e mele ripiene, alla fine la squadra blu conquista il voto degli scout e così Ludovica ed il suo gruppo sono salvi. La squadra sconfitta si ritrova al Pressure Test in un clima elettrico, continua la polemica tra Fabrizio e i suoi compagni, che lui ritiene responsabili del fallimento della prova. Ma è ora di tacere, i giudici non ne possono più di sentire parole, parole, parole e precisano ancora una volta che se le cose vanno male, la colpa è esclusivamente del cuoco. Per punire ed educare questo indisciplinato gruppetto decidono quindi che la prima prova del Pressure Test si debba svolgere nel più assoluto silenzio. In cucina è d’obbligo collaborare e comunicare con sguardi e gesti, per cui ecco pronta una bella sfida tre contro tre. Da una parte troviamo Manuela, Giovanna e Fabrizio e dall’altra Francesco, Marianna e Simone. Il piatto da cucinare, orecchiette alle cime di rapa, è conosciuto e piuttosto semplice, ma Fabrizio riesce a litigare con le sue due compagne anche stando zitto e il loro gruppo perde la prima manche.

Per la seconda ed ultima prova, la sfida singola, rientra in gioco un accigliato Italo che insieme agli altri tre litiganti deve ora servire ai giudici quattro differenti tapas che abbiano tra gli ingredienti lupini, olive, pistacchi e verdure. Le due donne si salvano, Fabrizio e Italo perdono di vista l’obiettivo e fanno, chi più, chi meno, un disastro e vengono seriamente cazziati dai giudici per la loro arroganza e presunzione. Come prevedibile, tra i due, Italo, che fino a ieri sera ci era piaciuto molto, ha la peggio, e se ne va lasciando un pessimo ricordo e facendo davvero una figura pietosa. Prima risponde ai giudici con tono aggressivo dicendo che nessuno può insegnargli come vivere e poi, lontano dalla cucina, sostiene che non gliene “freghi niente“ di uscire dal gioco. Bye Bye Italo e, un consiglio da noi, tuoi ex fans: vola basso!