Solitamente, i ritmi di produzione delle serie tv sono ben più serrati di quelli di un film, costringendo il regista a procedere speditamente senza potersi concedere il lusso di ripetere più volte un ciak. Solitamente, dicevamo, ma non nel caso di David Fincher e del suo Mindhunter, tra le proposte più interessanti di questa stagione televisiva.

Durante un evento organizzato in previsione degli Emmy, Fincher ha spiegato quanto tempo abbia richiesto la realizzazione di una scena di nove minuti e mezzo della prima stagione dello show. Girato con tre macchine da presa in contemporanea, Fincher ha fatto ripetere la scena ai suoi tre attori e all’intera crew per ben settantacinque volte.

Jonathan Groff, presente al panel assieme ai colleghi di set Holt McCallany, Anna Torv, Cameron Britton e al direttore del casting Laray Mayfield, ha chiesto a Fincher: “Qual è stata la scena più lunga che abbiamo fatto? Sette minuti?”

“No, no”, ha detto il regista e produttore. “La scena con Happy [Anderson] durava 11 pagine. Avevamo tre videocamere e girammo un take di nove minuti e mezzo. Poi mi sono fatto avanti con un blocco giallo [riempito] con annotazioni: [a Groff] ‘OK, è uno scherzo, non puoi buttarlo via. E questo? Questa è una dichiarazione. Fai in modo che si capisca.” E Jonathan mi fece, ‘Ok, ok.” [Annuendo] Poi facemmo un’altra ripresa di nove minuti e lui fece tutto ciò che gli avevo chiesto, quindi sono andato da Holt conb quattro pagine di annotazioni. E Happy era tipo, ‘Cosa? Lo faremo davvero [ogni volta]?’.”

Fincher ha detto che i protagonisti della serie, Groff e McCallany (che interpretano rispettivamente Holden Ford e Bill Tench) si sono abituati, ma le star guest sono state costantemente sconcertate dalla sua pignoleria. Rivolgendosi a Groff per avere conferma, Fincher ha poi cercato di stimare quante volte hanno ripetuto quella scena in un solo giorno. Infine, ha dichiarato: “Non abbiamo fatto nessuna pausa a eccezione di quella del pranzo; direi che l’abbiamo ripetuta settantacinque volte in un giorno.”

L’accuratezza di Fincher ha trovato però il favore degli attori protagonisti. “Non mi importava ripetere le scene”, ha dichiarato McCallany. “Trovo che quando fai qualcosa più e più volte, scopri nuove cose. Non si tratta di enormi cambiamenti, ma i piccoli aggiustamenti che abbiamo fatto o le sottili indicazioni che David ti dà possono fare una grande differenza. Quindi sono un sostenitore dell’utilità di fare molte riprese.”

“David era davvero specifico con noi su ogni singola parola e ogni singola porzione di scena”, ha aggiunto Groff. “Durante le riprese andavamo in una stanza, ci sedevamo e parlavamo di come piegarsi in avanti potesse cambiare la dinamica di una conversazione.”

Fincher è anche riuscito a creare un’atmosfera specifica attorno a uno dei personaggi più importanti di Mindhunter: l’uomo che interpreta il serial killer Ed Kemper, Cameron Britton.

“Una delle idee fondamentali [mi è arrivata] quando abbiamo fatto una lettura dei primi tre episodi”, ha detto Fincher. “Al termine della lettura, ho richiesto: ‘Assicuratevi che Cameron non parli con nessuno. Non può fraternizzare [con nessuno]. Deve letteralmente arrivare da Plutone nella nostra serie. Non può sapere nulla di ciò che fanno gli altri. ”

La prima stagione di Mindhunter è disponibile in streaming su Netflix.

Fonte: IndieWire

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