Sono nove i film e le serie tv che Netflix ha dovuto rimuovere dalla piattaforma in vari paesi tra il 2015 e il 2020 rispondendo alle richieste di censura dei rispettivi governi. L’informazione è presente all’interno di un report che d’ora in poi l’azienda di Los Gatos comunicherà annualmente e che traccerà le sue performance su tematiche come l’ambiente, il sociale e la governance.

Ecco i nove casi di autocensura:

  • 2020: “The Last Hangover,” uno speciale originale dei brasiliani Porta dos Fundos in cui i discepoli di Gesù si svegliano dopo una scatenata “ultima cena”: la Singapore Infocomm Media Development Authority (IMDA) ha inviato una richiesta scritta, e Netflix ha oscurato lo speciale nel paese.
  • 2019: Un episodio di “Patriota Indesiderato con Hasan Minhaj” è stato oscurato in Arabia Saudita dopo una richiesta scritta della Saudi Communication and Information Technology Commission.
  • 2019: “L’ultima tentazione di Cristo,” oscurato a Singapore su richiesta dell’IMDA perché il film è bandito nel paese.
  • 2018: “Cooking on High,” “The Legend of 420” e “Disjointed” oscurati a Singapore su richiesta dell’IMDA.
  • 2017: “Full Metal Jacket” oscurato in Vietnam su richiesta della Vietnamese Authority of Broadcasting and Electronic Information (ABEI).
  • 2017: “La notte dei morti viventi,” oscurato in Germania su richiesta della German Commission for Youth Protection (KJM), perché il film è bandito nel paese.
  • 2015: “The Bridge,” un documentario sui tentativi di suicidio sul Golden Gate, è stato oscurato in Nuova Zelanda su richiesta della New Zealand Film and Video Labeling Body.

Netflix sottolinea che nella sua storia (dal 2007) ha dovuto rimuovere solo nove titoli in tutto il mondo, e sempre su richiesta dei vari governi. Cinque di questi nove titoli sono a Singapore, e da notare che tre sono film noti in tutto il mondo: L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, Full Metal Jacket di Stanley Kubrick e La notte dei morti viventi di George A. Romero.

L’anno scorso il caso dell’episodio di Patriota Indesiderato fece molto discutere: l’autocensura fu provocata da una richiesta del governo saudita dovuta al fatto che in quell’episodio Hasan Minhaj criticava il principe Mohammed bin Salman e il ruolo del suo regime nell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. “Il nostro settore non riguarda l’informazione,” aveva commentato Reed Hastings, CEO di Netflix. “Il nostro lavoro non riguarda ‘la verità al potere’. Ci occupiamo di intrattenimento… e non ci sentiamo a disagio per aver censurato quell’episodio in Arabia Saudita.” Ted Sarandos aveva poi chiarito: “Penso che tutto l’intrattenimento riguardi ‘la verità al potere’. Tutta la creatività espressiva è la verità al potere, e la stand-up comedy è chiaramente ‘la verità al potere’.

 

I film e le serie imperdibili