Guardando la giovane KJ Harper in Seven Seconds, dramma targato Netflix diretto da Gavin O’Connor (Warrior), nessuno potrebbe immaginare che la sua interprete, l’attrice britannica Clare-Hope Ashitey, abbia preso spunto dalla performance del leggendario Paul Newman in Il Verdetto, dramma giudiziario firmato da David Mamet nel 1982.

A rivelarlo è la stessa Ashitey, che ha spiegato come O’Connor le abbia suggerito di guardare il film per prepararsi al ruolo che stava per affrontare. “È stato interessante vedere un film incentrato su una persona tutt’altro che perfetta e su come affronti una determinata situazione,” ha spiegato l’attrice durante un recente evento stampa. In Seven Seconds, creato dall’autrice del remake americano di The Killing Veena Sud, la KJ di Ashitey è un’assistente procuratore con problemi di alcolismo che indaga sul decesso di un adolescente di colore.

“Se stai guardando una favola, è perché ti piacciono le favole e preferisci storie poco complicate e personaggi poco complicati,” ha dichiarato Ashitey. “Ma se la serie deve rappresentare la vita reale, vuoi che ci sia un riflesso delle tue esperienze, e avere qualcosa a cui agganciarti.” L’attrice ha poi dichiarato di aver provato un immediato interesse nei confronti del suo personaggio. “Prima di ottenere la parte, avevo letto solo la sceneggiatura dell’episodio pilota, ma era già abbastanza. La lessi e l’amai immediatamente, e pensai che i personaggi fossero davvero molto interessanti, e che l’argomento trattato fosse importante, e sono rimasta coinvolta molto velocemente. Quindi, è stato un sogno poterne fare parte.”

L’attrice, da cittadina inglese, ha poi ammesso di essere rimasta spiazzata dal sistema legale americano, disperso spesso nel mare della burocrazia e legato immancabilmente alla comparsa davanti a un giudice, sia per casi di rilevanza nazionale che per il minimo contatto con la polizia. Per prepararsi al ruolo, a parte Il Verdetto, Ashitey ha anche visto XIII Emendamento, documentario firmato da Ava DuVernay nel 2016 e incentrato “sul problema del razzismo nelle istituzioni americane al giorno d’oggi”, ed è andata a visitare un tribunale nel bel mezzo della notte. “Doveva essere passata mezzanotte,” ha ricordato l’attrice, “e la corte era ancora riunita. E continuavano a presentare casi, uno dopo l’altro. E questi procuratori, nel bel mezzo della notte, erano esausti, così come gli avvocati della difesa.”

“Quando vedi persone in quella situazione,” ha spiegato, “e sono incaricate di prendere decisioni che avranno ripercussioni sulla vita di altra gente, ed è piena notte e non mangiano da chissà quanto, e si stanno perdendo un sacco di cose perché devono essere lì nella notte, e iniziano a serpeggiare emozioni che non dovrebbero esserci, come biasimo e animosità… Non ha nessun senso creare ulteriori ostacoli a un sistema che già deve fronteggiare tutto questo. È folle.”

Non ci sono, al momento, conferme sul rinnovo per una seconda stagione di Seven Seconds che, ricordiamo, dovrebbe essere una serie antologica. Ashitey ha però detto la sua, dichiarando di essere eventualmente più che bendisposta a tornare nei panni di KJ. “Mi piacerebbe esplorare cosa succede a KJ dopo questi eventi, e scoprire dove finirà, così come vedere cosa accadrà a Fish [l’ispettore interpretato da Michael Mosley, ndr], e cosa farà. Mi piacerebbe essere coinvolta nella seconda stagione. È al di là del mio potere, ma a prescindere dalla mia presenza o meno come personaggio, credo che sia un tipo di narrazione che sia importante continuare.”

Cosa ne pensate? Vi è piaciuta la prima stagione di Seven Seconds? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: IndieWire

 

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