La conclusione della prima puntata di Sharp Objects ha riservato una grossa sorpresa a tutti coloro che non avessero già letto l’omonimo romanzo di Gillian Flynn. La showrunner Marti Noxon ne era consapevole, ma era comunque intenzionata a non posticipare ulteriormente la scoperta del “segreto” epidermico della protagonista Camille Preaker (Amy Adams).

“Ero consapevole che molti spettatori della serie non avrebbero saputo la storia”, ha detto Noxon a TheWrap dopo la premiere, aggiungendo che ricordava il “momento nel libro – che in realtà si svolge molto più avanti – in cui ci viene rivelato che [Camille] è un’autolesionista.”

La showrunner ha dichiarato come quello sia il momento in cui il lettore “realizza veramente ciò che questi “oggetti affilati” [gli sharp objects del titolo, ndr] le hanno fatto”, e quindi sapeva di voler replicare quella sensazione sullo schermo.

“Ma sentivo anche che non volevamo posticipare troppo quella scena nella stagione”, ha detto. “A un certo punto c’è stato un dibattito, sai, seguiamo il libro e lo manteniamo il segreto fino alla fine del terzo episodio? E io ero tipo, ‘non esiste proprio’. Penso che gli spettatori si sentiranno traditi se verranno tenuti all’oscuro del suo segreto per così tanto tempo.”

Era importante, per Noxon, che gli spettatori conoscessero Camille com’è adesso, prima che il suo passato di autolesionismo fosse svelato.

“Vuoi conoscerla prima di sapere questa cosa su di lei che la rende così vulnerabile. Vuoi sapere che è tosta, intelligente e simpatica, che viene giudicata un essere umano prezioso nella sua vita quotidiana”, ha continuato Noxon, sottolineando di essere particolarmente interessata a “come giudichiamo le persone dal loro aspetto esteriore.” Molti degli altri progetti di Noxon – come Dietland della AMC e Fino all’osso di Netflix trattano questo medesimo tema, rispettivamente sotto forma di obesità e anoressia.

“Le persone formulano molti giudizi su persone che percepiscono come imperfette”, ha detto Noxon. “Facciamo congetture, quindi cosa pensi di Camille prima che tu sappia [che si taglia], e cosa pensi dopo?”

Il romanzo d’esordio di Flynn è stato pubblicato nel 2006, molto tempo prima che gli “avvertimenti scatenanti” diventassero oggetto di discussione comune e si attribuisse maggiore responsabilità sociale ai media in merito alla possibilità che il loro contenuto potesse influenzare negativamente gli spettatori, psicologicamente parlando.

Benché Noxon non sia nuova a trattare eventi traumatici sullo schermo, l’autolesionismo è ancora un argomento incredibilmente tabù. Ha infatti detto a TheWrap di essere sensibile a come gli spettatori sarebbero stati colpiti dal segreto di Camille e si è premurata di non essere opportunista nel mostrare il suo disagio sullo schermo.

“Dovevamo essere molto consapevoli di come avremmo mostrato [il suo autolesionismo] e di non strumentalizzarlo in alcun modo, ma anche di essere molto sensibili all’idea che lei stia cercando, attraverso la sua guarigione, di arrivare veramente alla radice di ciò che ha causato tutto questo,” ha aggiunto Noxon. “Penso che mostriamo il suo disagio come parte di questo ecosistema, è qualcosa che lei si sforza di non fare. In realtà, le conseguenze sono visibili in tutta la serie. Camille non è in grado di vivere una vita normale a causa di ciò che ha fatto a se stessa. Quindi, dovrà affrontare il suo disagio se sopravviverà a questa esperienza.”

Noxon ha aggiunto che “Camille è in ripresa”, almeno sul fronte dell’autolesionismo.

“Potrebbe non essere ancora in pieno recupero per il suo chiaro problema con l’alcol, ma non sta facendo del male a se stessa tagliandosi”, ha detto Noxon. “Quindi, mostriamo molto di ciò che è raccontato nel libro sul suo essere in astinenza, ma… per me è stato simbolo di un dolore che lei ha conosciuto fino in fondo.”

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Fonte: TheWrap