Il creatore dei Soprano, David Chase, ha dipinto un tetro panorama delle produzioni di fiction pensate per il piccolo schermo e dà la colpa di questo alle piattaforme streaming e ai loro dirigenti.

Insomma, nonostante in questi giorni l’acclamata serie TV stia festeggiando ben 25 anni, per il suo deus-ex machina, più che di una festa, si tratta del funerale di un’epoca.

Intervistato dal The Times, David Chase spiega che, dalla creazione dei Soprano in poi, dalla produzione che in pratica ha dato il via alla cosiddetta era della Peak Tv, si sta ora venendo a configurare un panorama involuto.

Stiamo tornando al punto di partenza. E ora abbiamo anche gli spot sulle piattaforme streaming. E mi hanno già detto di “attenuare” la nuova serie che sto scrivendo.

Chase, insieme alla sceneggiatrice Hannah Fidell, sta lavorando a una serie riguardante una prostituta di alto livello costretta a entrare nel programma di protezione testimoni. Sono al terzo abbozzo e al quinto incontro con i dirigenti e si sono sentiti dire che è troppo complesso.

A chi si deve tutto ciò? Immagino gli azionisti?

Poi aggiunge:

Siamo più orientati al multitasking. Sembriamo confusi e il pubblico non riesce a mantenere la concentrazione su qualcosa, perciò non possiamo realizzare nulla che sia minimamente elaborato, che richieda la nostra attenzione e che richieda al pubblico di concentrarsi. E per quanto riguarda gli executive delle piattaforme streaming? Sta tutto peggiorando. Stiamo tornando a dove eravamo.

Secondo David Chase, nonostante in Tv siano arrivate serie di qualità eccelsa come Succession, si tratta comunque di opere che hanno ricevuto il via libera anni fa perché qualcosa si è, comunque, “rotto” nel mentre:

Sì, ora stiamo festeggiando i 25 anni dei Soprano, per cui c’è questa celebrazione. Ma forse dovremmo accostarci a questa ricorrenza come se fosse un funerale. È stato come un picco. Un picco di 25 anni. E non parlo solo dei Soprano, ma di quello che è stato fatto da un sacco di altre persone di talento. Mi sento male anche per loro oggi. È un funerale, qualcosa sta morendo.

Ricorda anche l’ostracismo di quando, sceneggiatore televisivo, stava cercando di lavorare per il cinema per poi iniziare a scrivere, come alternativa ai rifiuti, proprio la celebre serie TV che si trovò davanti moltissime porte chiuse:

Avevo scritto almeno dieci sceneggiature. E nessuna ha avuto successo. C’era l’apartheid. Se eri uno sceneggiatore televisivo, non potevi bere la stessa acqua che bevevano quelli del mondo del cinema.

Dovevo capire che uno show sui gangster, sulla vera e propria mafia non sarebbe mai stato fatto in TV negli Stati Uniti. Se pensi che tua nonna sia avversa al rischio, dovresti incontrare quelli che lavorano nelle reti televisive. Certo, avrei potuto fare uno show mafioso idiota, una versione annacquata de Il Padrino, ma perché mi sarei dovuto tagliare le palle da solo? Su una rete televisiva non avrei potuto creare personaggi italiani eccentrici, in più c’erano sesso, violenza e linguaggio scurrile. Non me l’avrebbero mai approvata.

L’intervistatore gli chiede poi se qualcuno che aveva rifiutato I Soprano prima dell’ingresso in scena di HBO si sia mai scusato:

Mai. È tipico di Hollywood. Non si assumono mai la responsabilità, ma scaricano la responsabilità sul talent e lo seppelliscono addossandogli la colpa di “non aver capito”.

Potete trovare tutte le notizie e le curiosità sulla serie nella nostra scheda.

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FONTE: The Times