“Arriva sempre. La creatura fatta di muscoli e di incantesimi.” Con queste parole, un eschimese fa il proprio terrificante resoconto sul proprio drammatico incontro con Aglooka, alias il capitano irlandese Francis Crozier (Jared Harris). Così si apre The Terror, con un racconto davanti al fuoco che, se non fosse per la formalità delle uniformi indossate dagli ufficiali inglesi, avrebbe tutta l’aria di una storia per spaventare i bambini, una fantasia orrifica tramandata di generazione in generazione.

Ed è certo una fantasia quella contenuta nel romanzo di Dan Simmons da cui la serie AMC prodotta da Ridley Scott è tratta; reale fu, però, la misteriosa scomparsa dell’ammiraglia Erebus e della più piccola Terror, navi della Marina Britannica inviate alla ricerca del passaggio a nord-ovest nel 1845. Dai pochi dati certi, enunciati nei cartelli che aprono il pilota della serie, prende il via la parabola di perdita – dell’orientamento e di sé – dell’equipaggio sulle due navi, capitanate dall’arrogante Sir John Franklin (Ciarán Hinds).

La claustrofobica atmosfera a bordo viene indagata attraverso movimenti di macchina che esplorano gli ambienti angusti e male illuminati, enfatizzando il senso di prigionia ben percepibile fin da metà episodio, quando la situazione inizia a precipitare: a queste sequenze fa da efficace contraltare l’agorafobia dei desolati scenari ghiacciati, che rievocano immediatamente Das Eismeer di Caspar David Friedrich, bianchi presagi del nulla eterno che segue la morte. Il ventre della bestia-nave, caldo e opprimente, si contrappone dunque all’angosciante infinità spaziale della natura circostante, mai stata così matrigna.

The Terror

Il fascinoso, vanesio James Fitzjames (Tobias Menzies) snocciola ricordi delle proprie eroiche gesta in Cina agli ufficiali riuniti per cena, ignaro delle atroci convulsioni che, nel frattempo, stanno cogliendo il giovanissimo marinaio David Young (Alfie Kingsnorth): sono queste le prime avvisaglie di una sciagura che ben presto si estenderà, lo percepiamo, a tutta la ciurma. Un male sconosciuto succhia via la linfa vitale del ragazzo, sconvolgendo i suoi ultimi momenti con una visione mostruosa che incarna il terrore, vero protagonista della serie qui ancora relegato a un ruolo marginale. Sul puro timor panico sembra infatti prevalere, in questo Tutto Per Tutto, il tristo presagio di una sventura resa più che mai tragica dalla sua evitabilità.

Davanti alla morsa invisibile delle forze atmosferiche – e delle presenze sovrannaturali per ora presentate solo nell’incipit e nella visione di Young – di nessun aiuto sono le modernissime attrezzature di cui la Erebus e la Terror sono dotate: “In questi luoghi, la tecnologia s’inginocchia ancora davanti alla fortuna,” asserisce il disilluso alcolizzato Crozier, lucida Cassandra delle sventure più tardi occorse all’equipaggio. “Questo posto ci vuole morti” dirà più tardi, nell’estremo tentativo di spingere Sir John a prendere la decisione giusta: ma l’orgoglio frustrato dell’ambizioso capitano sottoscrive quella che intuiamo essere la rovina per entrambe le navi, preda di un ottimismo allucinatorio e snervante.

L’impatto con la triste esattezza del pronostico di Crozier è, per Franklin, più doloroso di quello dello scafo della sua nave contro il pack in cui resta intrappolata a fine episodio: in un sapiente parallelo che affianca il ricordo delle effimere, immeritate glorie degli applausi ricevuti in un teatro alla cruda, candida realtà di ghiaccio che li circonda e blocca, Francis e John si osservano così come la Terror e la Erebus, inascoltati e soli nelle loro ormai sterili recriminazioni. Sul silenzio raggelante che chiude la puntata, emettiamo il più entusiasta verdetto di promozione per questo esordio che traccia una rotta di raro coraggio narrativo e di eccezionale purezza visiva. Chapeau.

The Terror