Siamo giunti al sesto ed ultimo appuntamento con questa prima edizione di Top Gear Italia.
Il programma, partito un po’ in sordina, si è riscattato poco per volta, concludendo con una puntata “avventurosa” – a metà strada tra un Camel Trophy e un episodio di Fantozzi – che ha visto il povero Davide Valsecchi letteralmente abbandonato nel deserto del Marocco per ben tre lunghi giorni.

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Ma prima di arrivare alle dune marocchine, proprio Valsecchi, nei panni del vero pilota quale è, in apertura di serata ci presenta una delle macchine più esclusive al mondo: la Pagani Huayra, una supercar di produzione italiana, vero gioiello della tecnologia e del design dall’astronomico prezzo di circa un milione e cinquecentomila euro! Un’auto che di certo non può essere lasciata nelle mani del pericolosissimo distruttore Guido Meda, ma che viene invece affidata ad un esperto come Valsecchi, capace di mostrarci in pista le prodezze di questo bolide. Lo “Stig della Brianza”, come Davide stesso si definisce, in meno di tre secondi raggiunge i 100 km/h e un attimo dopo tocca i 300 km/h, proprio come se fosse a bordo di una monoposto da Formula Uno. E per mostrarci le capacità di questa vettura, tenta una sfida con la più vicina antagonista di questo mezzo… una Lamborghini, però in carne ed ossa, presentata nei panni della ben nota – soprattutto alle cronache rosa – Elettra Miura, erede della leggendaria casa automobilistica bolognese, in un’inedita versione runner.

Giocosamente la sfida viene vinta dalla futuristica Pagani, auto con cui anche il vero Stig segna il tempo di record su pista con supercar di questa edizione.

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Ed ecco finalmente che ci trasferiamo di colpo nel deserto, proprio come nel Colossal hollywoodiano “Lawrence d’Arabia”, in attesa di vedere i nostri tre conduttori misurarsi con una prova che si preannuncia mozzafiato. Valsecchi, insieme a tre ragazzi della troupe (operatore video compreso), viene portato nel deserto di Merzouga, mentre a Milano Meda e Bastianich cenano in un elegante ristorante, incuranti della richiesta di aiuto inviata dal localizzatore satellitare attivato dal loro compagno disperso nel bel mezzo del Marocco.

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Stavolta sembra proprio che la produzione abbia giocato un brutto tiro a Valsecchi. Lo vediamo passare da uno stato di tranquillità, ad un’insolita agitazione fino a cadere nella più cupa disperazione e nell’inconsolabile sconforto, e sembra davvero che non sia al corrente che la sua permanenza in un luogo tanto inospitale possa protrarsi per giorni. Non sembra affatto che stia recitando un copione, ma pare proprio un protagonista ignaro di un reality non annunciato!

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Così, come se stessimo guardando una fiction, vediamo Meda e Bastianich partire alla volta del Nord Africa e vagare come bravi turisti per l’affascinante Marrakech. Dopo essersi svogliatamente interessati alle sorti di Davide, i due partono con altrettanti fuoristrada per recuperare il giovane pilota. Li vediamo sfrecciare a bordo di una, Land Rover Defender e una Mercedes G350 e saltare su dune sabbiose in un panorama suggestivo: l’infinito mare di sabbia del deserto a contrasto con il cielo blu. I due simpatici mascalzoni si dilettano a spingere le loro auto al massimo, proprio come in un rally sulla sabbia, mentre in contemporanea Valsecchi si scava un’inquietante fossa e, al culmine della rabbia, prende a calci l’unica palma presente.

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Cambio repentino di scenario: creata la giusta suspense, si ritorna in studio con il super ospite della serata, Cesare Cremonini, l’ultimo che si cimenterà nell’ormai ben noto giro in pista su utilitaria economica. Sappiamo che il cantautore bolognese ha una certa familiarità con le due ruote, in particolare con una certa Vespa 50 special, ma forse non tutti conoscono la sua passione per le auto e per i rally. A grande sorpresa Cremonini si classifica primo nel giro in pista superando inaspettatamente Max Gazzè e consacrandosi così vincitore di questa prima edizione di Top Gear Italia.

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Ma ora è giunto il momento di scoprire se Valsecchi verrà salvato dai suoi compagni e tornerà tra noi. E come ogni bella storia che si rispetti, la puntata non può che terminare con un lieto fine. Tutto è bene quel che finisce bene, i nostri tre conduttori sono tornati tutti sani e salvi in studio per i saluti di rito e anche Bastianich, finora visto sempre in versione uomo Denim ovvero “uomo che non deve chiedere mai” (per citare un celeberrimo spot anni ’80) si rivela essere un duro dal cuore tenero. Proprio un attimo prima che inizino a scorrere i titoli di coda, confessa, abbracciando i suoi due compagni di avventura, di essere stato davvero bene con loro.

Ci sono quindi i presupposti per una seconda edizione? Squadra che vince non si cambia? Forse è ancora presto per dirlo, ma dovendo tirare le somme del programma, che nella sua versione originale britannica ha avuto per anni un successo planetario (attendiamo di vedere come andrà da quest’ anno con i nuovi conduttori che hanno raccolto il pesante testimone lasciato dal trio formato da Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May), possiamo dire che questa edizione italiana, se non eccelsa, alla fine è stata all’altezza delle aspettative. Prima che cali il sipario, promuoviamo a pieni voti questo terzetto, e proprio come alla fine di una corsa automobilistica, Meda si guadagna indiscusso il podio, mentre Bastianich e Valsecchi sono secondi ex aequo. Siete d’accordo?

Photo Credit: Top Gear Italia