La seconda puntata di Top Gear Italia, lo show di Sky Uno dedicato ai motori condotto da Guido Meda, Joe Bastianich e Davide Valsecchi, ci ha catapultati ieri sera a spasso per la città eterna, Roma, che nella sua abbagliante bellezza ha accolto i tre baldi conduttori per un’eccitante sfida che li ha visti attraversarla a bordo dei mezzi più improbabili.

Roma è quinta nella classifica delle città più trafficate d’Europa, e di sicuro attraversarla da parte a parte nell’ora di punta, dalla periferia fino a raggiungere il Colosseo, non è un’impresa agile. Bastianich, stile “Un Americano a Roma” col piglio di chi la sa lunga e l’ironia che lo contraddistingue, sceglie il lusso e la comodità e parte a bordo di una Rolls Royce cabriolet del valore di circa 500.000 euro.
Valsecchi, per dimostrare che è giovane e in forma e pensando che una due ruote si può divincolare facilmente dai serpentoni di auto in coda, sceglie un gioiellino dell’industria ciclistica italiana, una bicicletta Colnago dal peso di poco più di un chilogrammo. Ciò però mette, ovviamente, a rischio (come ripetutamente sottolineato dai suoi due compagni), i cari “gioielli di famiglia”, visto il lungo percorso che lo aspetta sul sellino – notoriamente oggetto di gioie e dolori per tutti i ciclisti.
Meda si conferma ancora una volta il più impavido dei tre, e inforca un quad che a breve si rivela il mezzo più furbo per affrontare l’infernale traffico capitolino. Eh sì perché il nostro Guido, dopo essersi destreggiato tra macchine e marciapiedi, decide di optare per una via insolita e, presa una strada per i campi, in mezzo a greggi di pecore, si dirige verso il Tevere, svelando la sorpresa taciuta anche ai suoi avversari. Il mezzo quattroruote in un batter d’occhio si rivela essere in realtà un quadski che, ritirate magicamente le ruote, si trasforma in un veicolo anfibio pronto a planare sull’acqua e ad attraversare quindi tutta la città fino ad arrivare alla meta prestabilita. Un percorso rocambolesco alla James Bond tra correnti, rapide, inaspettati incontri con la polizia fluviale (che invita Meda a moderare la velocità), ci mostra una Roma come non l’avevamo mai vista, con il Lungotevere visto dal Tevere stesso.

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E chissà quanti telespettatori romani stanno valutando ora questo percorso alternativo per potere evitare l’imbottigliamento quotidiano che li costringe, dati alla mano, a trascorrere almeno 70 minuti al giorno in coda!
Ma manca qualcuno all’appello. Che fine ha fatto il dio delle automobili, l’enigmatico pilota Stig? Per una beffa del destino (o meglio, degli autori del programma), è costretto a partecipare alla sfida con i tre conduttori utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici per raggiungere la meta, e quindi lo ritroviamo prima in attesa alla fermata del bus, poi in viaggio su di un tram e per finire anche in metropolitana direzione Colosseo.

E mentre Bastianich, vantandosi della sua ingombrante e appariscente auto, procede a singhiozzo, ricevendo però insulti dagli automobilisti e rispondendo in colorito slang romanesco, il giovane Valsecchi si affanna in bici affrontando salite, discese, scalini e buche. Meda, invece, più agguerrito che mai, nonostante alla fine il suo povero quad arranchi emettendo un sinistro fumo, arriva per primo al Colosseo vincendo così la sfida, e distruggendo da vero demolition man (dopo la Panda della scorsa puntata) un altro mezzo. Di certo chi se la passa peggio è Stig, che ora ritroviamo di fronte ad una vetrina di un concessionario di auto sportive intento a prendere a testate il vetro che lo separa da una scintillante biposto gialla.

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Conclusa la parte dedicata alla sfida, in studio ci attende l’ospite della serata: un inedito Max Gazzè che, apprendiamo, non è solo un appassionato di motori, ma anche un validissimo pilota di monoposto e Maserati, quindi un fine conoscitore della materia. Nel test in pista, infatti, con un’utilitaria che il simpaticissimo e un po’ stralunato cantante non esita a definire un “cesso di auto”, balza subito al primo posto sulla famosa lavagnetta, segnando un tempo di tutto rispetto.

La terza parte del programma è invece questa volta dedicata alle macchine del futuro, le silenziosissime auto elettriche. Protagonista del giro in circuito è un’avveniristica BMW i8, una sportiva ibrida che però non convince del tutto il tester Guido Meda, il quale, al termine della prova, non si sente affatto di definire il mezzo una supercar (che nel filmato vediamo guidata anche da un arzillo pensionato). Chissà se tanta schiettezza sarà apprezzata anche dalla blasonata casa automobilistica tedesca.

La puntata, va detto, scorre via veloce ma vediamo – ora che il rodaggio è stato fatto – cosa c’è che non va. L’impressione è che i vari momenti dello show siano troppo “slegati” tra di loro, perché si fa fatica a cogliere un filo di continuità. Le esterne sono coinvolgenti e dinamiche mentre gli stacchi girati in studio, con applausi e risate forzate che ricordano molto i programmi degli anni ’80 (tipo Drive In) insieme agli scambi di battute tra i conduttori che risultano poco sciolti, rendono il tutto un po’ stucchevole, complice probabilmente un montaggio troppo propenso a tagli frequenti.

Il più spontaneo e credibile rimane Guido Meda, il quale non perde mai la sua verve, mentre Bastianich e Valsecchi, dovendo recitare battute già scritte, ci sembrano talvolta dei pesci fuor d’acqua. E neppure durante il siparietto hard della serata, quando viene presentato un divertente libretto di recente pubblicazione, una guida per il sesso in auto dal titolo “Kamasutra in Smart”, si riesce a dare scioltezza e naturalezza ai conduttori.

Forse dobbiamo dimenticarci completamente la versione originale di Top Gear e guardare a questa edizione italiana come ad un format nuovo, gradevole, un programma di intrattenimento adatto a tutti ma che per ora, purtroppo, manca di vivacità.