Intervistato da Deadline, Martin Scorsese ha svelato alcuni retroscena della sua docuserie Fran Lebowitz: Una vita a New York, disponibile dallo scorso gennaio su Netflix.

In occasione delle due nomination agli Emmy per la serie, il regista ha parlato del suo rapporto con l’amica e scrittrice Fran Lebowitz, e di alcuni retroscena delle sette puntate dello show, compresi degli incontri pubblici pre-pandemia moderati da Alec Baldwin e Spike Lee.

Ammiro la sua chiarezza e le sue posizioni non equivoche. Abbiamo bisogno di gente che ci dica: questo è pazzo, questo è assurdo, questo è ironico, questo è divertente, questo è tragico. La sua voce taglia il velo delle conversazioni contemporanee. Voglio sapere cosa ne pensa di praticamente tutto ciò che ci circonda.

Il mio approccio nelle nostre conversazioni è starla a sentire; mi arrabbio, sono felice, sono ispirato. Fran per me, fa domande molto serie anche quando scherza su quello che dice. Fran si esprime con una libertà e in maniera diretta, in un modo che raramente ho visto fare. Dice cose che alcuni non hanno il coraggio o non possono dire ed è un catalizzatore per le persone, invitandole a essere più attente alla società e al mondo.

Parlando poi della docuserie Netflix vera e propria, ecco quanto dichiarato da Scorsese:

Quando si è presentata l’opportunità di fare una serie con Netflix, ero entusiasta. Ero stato assorbito dall’idea: come  racconti la storia differentemente? Può la sensibilità di Fran trasparire in sette episodi da trenta minuti? Potevo creare una nuova forma di monologhi o di pezzi d’opinione, qualcosa di veritiero che poteva prendere forma nel montaggio, con riferimenti a opere d’arte o periodi storici.

I due sono amici di lunga data e hanno lo stesso tipo di umorismo, Scorsese ingaggiò l’amica anche per un ruolo in The Wolf of Wall Street.

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Fonte: Deadline

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