Dopo aver contribuito nei mesi scorsi alla trasposizione dei bestseller I delitti del Barlume, Sky Cinema incontra il giovane gruppo di autori della Inception srl e collabora alla realizzazione di un progetto originale intitolato Amore Oggi. Opportunamente destinato a occupare l’importante finestra della serata di San Valentino su Sky Cinema Passion HD, ma trasmesso in prima visione il prossimo lunedì 10 febbraio su Sky Cinema1 HD, il film per la televisione narra, attraverso uno sviluppo a episodi, le varie forme dell’amore al giorno d’oggi, con un occhio di riguardo all’influenza delle ultime tecnologie sui rapporti interpersonali e distaccandosi in parte da un approccio classico alla narrazione.

Diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, Amore Oggi imbastisce una struttura a episodi sequenziali e non intrecciati tra di loro, se non per vaghi riferimenti e brevi incontri, ognuno proiettato sull’indagine dei rapporti amorosi alla luce del contesto sociale, economico, tecnologico del momento. Una sorta di “Manuale d’amore 2.0”, che inserisce e sottolinea, forse con troppo vigore a volte, il nuovo linguaggio dei reality e dei social network, ma anche le difficoltà a sbarcare il lunario durante la crisi, il culto dell’immagine e dell’apparenza, il tema dell’omosessualità.

Il collettivo della Inception srl, esploso in rete qualche anno fa grazie al video satirico Inception Berlusconi, è composto da giovani autori che, qui alla loro prima esperienza con un lungometraggio dopo una serie di collaborazioni con programmi di satira, ma anche con lo stesso Sky Cinema (il docufilm Buon Compleanno Italia), hanno ottimizzato il ristretto budget per confezionare in 4 settimane di riprese il loro progetto. Il film spazia dunque dalle location nostrane di Roma e Matera  a quelle estere di Parigi e Rio de Janeiro, e si avvale delle apparizioni, a titolo di favore, di una serie di nomi noti come Neri Marcorè, Caterina Guzzanti, Rocco Siffredi, Fabio Caressa, Gianluca Vialli e altri.

Amore Oggi è un film in crescendo, che fronteggia i limiti di una recitazione da esordienti e di un intreccio scarno, più determinato a mettere in scena la tematica principale che a costruire una storia particolarmente complessa, attraverso alcune sagge scelte. Quella di, come detto, lasciare i segmenti più riusciti per ultimi, quella di velare la narrazione di un tono quasi parodistico e sopra le righe (tipico delle produzioni del gruppo), di appoggiarsi ad un linguaggio ironico forse non troppo originale in molte delle sue trovate, ma quantomeno familiare per il pubblico (senza rinunciare ad alcune citazioni cinematografiche, una più evidente a Pulp Fiction di Tarantino, una più di nicchia e apprezzabilissima all’Atalante di Vigo).

Esordienti, volti nuovi, ragazzi sotto i 30 anni, un linguaggio forse non del tutto originale, ma fresco e rivolto ai giovani, la voglia di scommettere su qualcosa di diverso. Forse sono questi gli elementi che più emergono dal progetto, e che rimangono al di là dei limiti dell’opera.