Dal 20 aprile la seconda stagione di Russian Doll è disponibile su Netflix. Vincitrice di due Emmy nel 2019, la serie tv vede ancora Natasha Lyonne (Orange is the new black, Scary Movie 2) non solo in veste di showrunner e produttrice esecutiva, ma anche nei panni della protagonista, Nadia Vulvokov.

Nella prima stagione Nadia si sveglia in bagno, in piedi davanti al lavandino, nel giorno del suo 36esimo compleanno, di fronte allo specchio. Nadia muore in ogni episodio nei modi più assurdi ma finisce per risvegliarsi sempre nel bagno di casa sua.

Nella seconda, composta da 7 episodi e ambientata quattro anni dopo, Nadia intraprende un viaggio non attraverso la morte ma il tempo, prendendo il treno 6 della metropolitana di New York per tornare indietro nel suo passato, incarnando fisicamente le figure matriarcali chiave della sua vita. Questo la porterà a conoscere sua nonna Ruth (Elizabeth Ashely) e sua madre Nora, interpretata da Chloë Sevigny.

Noi di Badtaste.it abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Natasha Lyonne e Chloë Sevigny che ci hanno parlato della nuova stagione.

Natasha, sei co-creatrice, produttrice esecutiva, regista, sceneggiatrice e attrice, sono molti titoli. Immagino ti faccia piacere sentirli, te li sei guadagnati.

Natasha Lyonne: Sai, io e Chloë siamo appena tornate da un weekend per il suo addio al nubilato. E una delle nostre amiche mi prendeva in giro mentre eravamo in piscina, io le passavo davanti mentre nuotavo e lei mi chiamava con tutti quei nomi: “Ed eccola lì, la regista… la scrittrice… la produttrice…”. Non sto ancora vedendo i vantaggi di tutto questo (ride). Di certo alle mie amiche piace sfottermi. Comunque scherzi a parte, sono incredibilmente orgogliosa e commossa di far parte di questo team. Abbiamo una writers room tutta al femminile. Alex Buono, che è l’altro regista insieme me in questa stagione, è incredibile. Ovviamente anche Amy Poehler e Leslie Headland, le creatrici con me dello show; è una squadra davvero speciale. Per non parlare di Chloë Sevigny, io e lei siamo vicine al 25^ anniversario della nostra amicizia.

Chloë, la domanda che ho per te a questo punto è: come sei stata coinvolta nello show? Anche se forse dovrei chiederti: sei mai stata non coinvolta nello show?

Chloë Sevigny: Oh, beh, nella prima stagione, sapevo che molti dei personaggi principali erano basati su nostri amici comuni. Allora le dicevo: “E io? Nessun ruolo per me?”. Natasha un giorno mi ha risposto: “Beh, ho in mente una parte molto specifica per te. È piccola, ma fondamentale per il nodo cruciale della prima stagione”. E così le ho detto: “Qualunque cosa tu voglia che io faccia, se vuoi che faccia un monologo per un episodio intero, una battuta o dieci battute, farò qualunque cosa”. Volevo solo essere lì per Natasha.

Il viaggio nel tempo è stato solo un pretesto per far incontrare i vostri personaggi?

Natasha Lyonne: Non so se fosse così netta come decisione, ma l’idea era quella di creare un mondo inevitabile ma felice. Non volevo farcire le cose con troppa scienza, non piace a nessuno. Mentre stavo cercando di capire che direzione far prendere alla seconda stagione, mi sono imbattuta in Carlo Rovelli, fisico quantistico italiano che parla di questo concetto del tempo chiamato freccia del tempo (fenomeno per cui un sistema fisico evolve da uno stato iniziale X al tempo t ad uno stato finale X* ad un tempo t* e non ritornerà mai a X in nessun istante successivo a t*, ndr), del perché possiamo ricordare il passato ma non il futuro. Questo, insieme al libro di Douglas Hofstetter, I am a strange loop, che era stato nominato nella prima stagione, mi ha portato a pormi delle domande sulle nostre storie di origine, sul nostro di senso di noi stessi, sui nostri antenati.

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Russian Doll. Chloe Sevigny as Nora in episode 201 of Russian Doll. Cr. Vanessa Clifton/Netflix © 2022

Come è maturata quindi questa seconda stagione rispetto alla prima?

Natasha Lyonne: Nella prima stagione ci si chiede: come faccio a smettere di morire? Nella seconda stagione la domanda è: come inizio a vivere? E quali sono le cose che in qualche modo mi trattengono da una vita significativa? Amy Poehler mi diceva sempre che il viaggio dello show è trovare la matrioska più piccola all’interno della matrioska grande. Perché quello è il loro vero sé. È una stagione che per molti versi parla di riconciliazione, del diventare la badante da adulta di un genitore. C’è una battuta di Ruth nel quarto episodio che dice: i traumi sono una mappa topografica scritta sul bambino, ci vuole una vita intera per guarirne.

Che tipo di approccio avete usato nello scrivere i personaggi e nell’interpretarli nella seconda stagione dopo il successo della prima?

Chloë Sevigny: Sapevo che molte cose erano personali, quindi sia Natasha che io volevamo rispettare in qualche modo la storia che Natasha voleva raccontare e trovare le giuste sfumature dei personaggi per farla sembrare una storia molto radicata, reale ed emozionante. Quando lei stava scrivendo la stagione, io ero incinta e sapeva che avrei dovuto girare con il pancione. Anche questo ha influenzato le scelte sul mio personaggio.

Natashe Lyonne: Ero abbastanza nervosa, anche se ormai lavoro nel mondo dello spettacolo…credo che la prossima settimana saranno 38 anni che lo faccio! È molto spaventoso fare quello che credo sia un po’ l’equivalente di un secondo album. Sapevo di avere bisogno di Chloë al mio fianco, capisci cosa intendo? Come se lei fosse una sorta di stella polare verso la quale dovevo dirigermi. Quindi mi sono detta: “Mmmh ok, è incinta! Nora sarà incinta. Quindi questo deve essere il 1982? Perché era il 36esimo compleanno di Nadia. E chi è Ruth?”. C’erano tutte queste domande alle quali dovevo rispondere. Sai, alla fine questo non è affatto il viaggio di mia madre, bensì l’indagine su cosa significhi essere una giovane donna incinta. E poi c’era questo aspetto di diverse amicizie femminili, Nora e Ruth, la giovane Nora e la giovane Ruth, e poi Delia e Vera, che avevano affrontato la guerra insieme ed erano emigrate insieme negli Stati Uniti. E poi, Nadia, Maxine e Lizzie, queste amicizie femminili di differenti generazioni.

In questa stagione Nadia e Alan si addentrano ancora più a fondo nei loro passato attraverso un insolito portale temporale collocato in uno dei luoghi più famosi di Manhattan, ovvero la metropolitana. Come è nata questa idea?

Natasha Lyonne: Diciamolo subito, la colpa è di Amy Poehler! Voglio dire, un’idea abbastanza costosa. Un giorno è venuta nella writers’ room e mentre parlavamo di questo portale, lei ci fa: “Perché non può essere un treno della metropolitana?” E io: “Cioè, tipo il treno 6?”, e lei, come se fosse la cosa più normale del mondo mi risponde: “Sì, perché no?”. Del resto siamo delle vere Newyorkesi!

Chloë, ci sono parti dello show in cui Nadia torna indietro nel passato e quando ti incontra, tu sei te stessa. Ma ci sono momenti in cui interpreti Natasha. Com’è stato entrare nella testa della tua amica fino al punto da assumere le sue espressioni facciali?

Chloë Sevigny: Molto più difficile di quanto mi aspettassi. Mi dicevo, ho capito, so come fare. Conosco questa ragazza da 25 anni, posso farcela. Ma avrei dovuto chiamarla per dei consigli (ride). Sono arrivata sul set e ho visto sul monitor Natasha girare la scena. Ed erano riprese piuttosto lunghe nelle quali avrebbero dovuto inserirmi. Lì ho capito che era molto più intimidatorio e difficile di quanto pensassi sarebbe stato. Quindi abbiamo cercato di isolare momenti e cose specifiche che io potessi imitare per rendere tutto un po’ più semplice. Interpretare Nora era semplice, sapevo esattamente cosa fare. È spontaneo. Ma nel momento in cui provavo a essere Natasha perdevo spontaneità.

Natasha Lyonne: Il fatto è che Chloë è ossessionata dalla precisione!

Chloë, al di là del legame di amicizia con Natasha, cosa ti spinge ad accettare una parte?

Chloë Sevigny: Per la maggior parte della mia carriera, ho scelto i miei progetti, almeno nei film, basandomi su chi erano i registi, non ero molto interessata alla parte, sceglievo il regista con cui volevo lavorare perché volevo far parte del suo lavoro. E voglio dire, lo stesso vale anche in televisione, ti chiedi: chi è il creatore, cosa ha fatto in passato? Cosa vuole fare? Cosa vuole dire? È sempre stato così per tutta la mia carriera. È davvero stimolante ed eccitante essere sul set con un regista che è appassionato. E Natasha lo è.

Natasha, considerati tutti gli aspetti del lavoro a cui devi pensare, come cerchi ispirazione?

Mi piace molto camminare per Manhattan di notte, e mi piace pensare alle idee e parlarne. Mi renda felice. Mi sento come… occupata, mi sento come se avessi un rapporto diretto con il cinema. Ora ancora più di prima. E poi non vedo l’ora che Chloë mi diriga.

Trovate tutte le informazioni su Russian Doll nella nostra scheda.

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