Come faccia Kevin Feige a trovare il tempo di leggere Reddit è un mistero del multiverso. Ci sono pochi dubbi però a riguardo. Lui (o chi per lui) è evidentemente molto attento a quello che si dice online. La prova sono proprio le ultime serie TV. Con l’eccezione di Moon Knight, il trio Hawkeye, Ms. Marvel e She-Hulk hanno invertito il processo continuo e ineluttabile di espansione dell’universo Marvel. Hanno preso i personaggi e li hanno incastrati per bene in quel mondo già ben delineato negli scorsi anni. L’hanno sfruttato senza l’ansia di aggiungere tasselli. Li hanno semplicemente fatti vivere lì.

C’è il musical dedicato a Steve Rogers, la convention degli Avengers amata da Kamala Khan, il podcast di Scott Lang. Dettagli di un mondo più ampio che entrano nello specifico delle singole storie. È bello questo uso della continuità, perché è fortemente immersivo. Dà la sensazione che possa esistere veramente una società strutturata con queste regole e che reagisce alla presenza di esseri sovrumani.

Una She-Hulk che non si può ingannare

Con i primi 3 minuti della terza puntata di She-Hulk si è fatto ancora di più. L’aspetto più deludente dei primi due episodi era proprio l’uso della rottura della quarta parete. Un artificio evidentemente sottoutilizzato e non necessario. Qui invece ha ripreso la sua centralità. Iniziamo a capire perché sia stato inserito. 

Serve prima di tutto a far accettare il tono da commedia. Anche Wanda si girava e parlava direttamente allo schermo in WandaVision, ma in quel caso era ben più inquietante e legato alla forma scelta (il mondo di una serie TV, di epoca in epoca). Qui invece tutto è volutamente più costruito. I fatti che accadono sembrano sempre seguire un copione, una sceneggiatura appunto. Jennifer Walters lo sa e fa in modo che anche il pubblico prenda la serie in questo modo. Come un fumettone, o come una proposta seriale che ha un modo di parlare molto diretto e libero. 

she-hulk titoli coda

Il secondo utilizzo è quello di ufficio stampa. O di profilo Reddit. Insomma, un canale di comunicazione ufficiale con i fan. Anche se probabilmente sentire quello che la Marvel ha da dire per molti di questi interlocutori non è una buona notizia. 

Il canale di comunicazione (non) ufficiale Marvel

Quando Jennifer commenta la possibilità di un’apparizione di Wong ribadisce che questa non è una di quelle serie basate sui camei ad ogni puntata. Poi li cita per nome e chiede di ricordarci che quella è la sua serie, non degli altri.

A cosa si riferisce? A due cose distinte: per i meno informati la battuta annuncia che nella puntata si vedrà Wong ed è divertente che lei sia piuttosto stizzita da queste presenze maschili che le rubano la scena. Per chi ha seguito la campagna promozionale invece il riferimento è chiaramente un altro: Matt Murdock. Daredevil. Sta arrivando, abbiate pazienza.

La Marvel mette le mani davanti. Detta la linea su come dovrà essere valutata la presenza del Diavolo di Hells Kitchen attraverso le dirette parole dei personaggi: non è la sua serie, lui è l’ennesimo cameo e Jennifer, la titolare dello show, che non è nemmeno troppo contenta della cosa. Immaginiamo ci siano stati dibattiti interni alla produzione riguardo alla scelta di inserire o meno il personaggio. Ecco: questo è un accenno di quello che si sono detti nella writers room. Troppi personaggi rischiano di mettere in ombra la protagonista.

She-Hulk e la Marvel rispondono alle critiche

La scena più azzeccata viene dopo. Quando si sentono e si leggono i commenti che She-Hulk ha generato. Una vox populi molto simile a quella della fazione contro la ventata di incisività dell’MCU. Quella che, in America, chiamano l’ M-SHE-U. Cioè il fastidio di alcuni commentatori rispetto all’abbondanza di nuovi personaggi femminili della fase 4. In quella scena Kevin Feige e i suoi non danno voce a chi esprime un parere positivo. Prendono solo le voci critiche e le mettono in scena.  

Hanno tolto la virilità a Hulk, e poi l’hanno data a una donna?”. In quell’hanno c’è tutto il “meta” possibile. Chi sono loro? I produttori ovviamente. Hanno reso Hulk più debole e intelligente (gli hanno tolto la “virilità”), e hanno creato una versione al femminile del personaggio. Anche se, come vi raccontavamo qui, la sua origine è tutt’altro che legata al periodo woke. Arriva poi una finta schermata di un sito web, con la richiesta di non fare più supereroi al femminile, e chiedendo che qualcuno trovi un motivo per cancellare She-Hulk. “Quindi adesso che c’è il movimento Me Too tutti i supereroi maschi sono spariti???” Si può scorgere anche un logo che incita al team He-Hulk. La posizione della regia, della sceneggiatura e anche della produzione rispetto a queste frasi è ben chiara. 

Insomma, la Marvel non è insensibile alle richieste dal basso, ma ha una sua idea ben precisa e non è semplice convincerla del contrario. È come se ci avesse inseriti tutti nel suo universo. Ha dato voce a chi guarda e commenta, ma allo stesso tempo gli ha dato la brutta notizia: “noi andiamo avanti nel nostro progetto”, sembrano dire con queste scene di She-Hulk. “Vi sentiamo, abbiamo previsto le vostre reazioni, però nulla accade per caso e abbiamo un disegno che vogliamo rispettare”. Non impediscono di essere dalla parte della barricata “critica” e  pronta a rigettare i cambiamenti. Fanno però capire che, questi, sono dalla parte sbagliata della storia. Resta la libertà di scelta: il progetto c’è ed è misterioso. Chi vuole seguirlo lo faccia con la tranquillità di chi sa che, prima o poi, tutto avrà un senso nel disegno più grande.

Si chiede un atto di scelta dei fan. O, per usare altri termini, un atto di fede.

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