Sebbene non via sia una conferma ufficiale che la Mercoledì dell’omonima serie di Netflix abbia un disturbo dello spettro autistico, gli elementi a favore di questa teoria non sono pochi, né sorprenderebbe che proprio un genio come il co-regista Tim Burton – che ha più volte parlato della possibilità di essere lui stesso affetto dalla Sindrome di Asperger, pur non avendo mai ricevuto una diagnosi ufficiale – possa essersi relazionato con un personaggio come quello interpretato magistralmente da Jenna Ortega dicendo, in un’intervista con Empire, che aver letto il copione per la prima volta lo aveva fatto ritornare con la mente ai suoi anni come studente, a cosa provava per i genitori quando era un ragazzo ed a come si vedeva come persona e che quello dato alla famiglia Addams della serie di Netflix era un nuovo approccio, in quella che ha poi definito “una combinazione molto interessante“.

Mercoledì Addams

MERCOLEDÌ E I SEGNALI DELL’AUTISMO

Nella sua eccentricità la famiglia Addams in generale sembra essere stata creata appositamente per omaggiare i reietti tra i reietti, persone che vivono la propria diversità con orgoglio e non sentono la necessità di nascondersi agli altri. Nella stessa misura, molto di ciò che accade nella serie di Netflix Mercoledì sembra una metafora: dalla scelta della famiglia di mandare la loro primogenita in una “scuola speciale“, ad alcuni dei più evidenti tratti che sembrano indicare che Mercoledì rientri effettivamente nello spettro dell’autismo, come per esempio:

  • La fissità della sua espressione e il fatto che sorrida raramente;
  • L’avere interessi considerati socialmente strani;
  • Non amare essere toccata;
  • Vestire e si muoversi (come nella sua già iconica danza) in maniera particolare;
  • Avere difficoltà a decifrare le espressioni e le emozioni altrui;
  • Non riconoscere i ruoli gerarchici;
  • Essere infastidita da alcuni suoni;
  • Essere particolarmente abile nel riconoscere pattern e dettagli;
  • Non amare perdersi in chiacchierare;
  • Non adattarsi alle più elementari regole sociali;
  • Parlare in maniera diretta;
  • Non essere interessata ad adeguarsi alle più elementari regole sociali.

Al di là di questa lista, che ci sembra tuttavia confermare la teoria dell’autismo, nel corso della serie, ci sono diverse occasioni in cui Mercoledì ammette con i propri compagni di non saper interpretare le loro emozioni e dimostra di essere un’emarginata, persino in un ambiente come quello della Nevermore Academy, il cui scopo dovrebbe essere proprio quello di essere maggiormente inclusivo.

Lungi dall’essere l’unico personaggio di una serie TV a mostrare segni di autismo, gli autori televisivi sembrano, al contrario, particolarmente affascinati dalla sfida che comporti creare persone con queste caratteristiche, tanto che gli esempi nelle produzioni televisive presenti e passate sono davvero molti.

SHELDON COOPER (JIM PARSONS) – THE BIG BANG THEORY

Gli autori dell’iconica sit-com hanno dichiarato che quando hanno concepito il personaggio non lo avevano pensato come autistico, ma a prescindere dal suo evidente disturbo ossessivo-compulsivo (“Penny, Penny, Penny“), appare evidente che Sheldon rientri nello spettro autistico per il fatto che non è in grado di comprendere battute sarcastiche e per come interagisce socialmente con gli altri. La sindrome di Asperger, in particolare, sembra molto comune tra persone particolarmente intelligenti e Jim Parsons stesso ha più volte ammesso che, più si è informato negli anni su questa sindrome, più si è reso conto quanto il personaggio che ha interpretato per 12 stagioni rientrasse nei parametri dell’Asperger.

SHAUN MURPHY (FREDDIE HIGHMORE) – THE GOOD DOCTOR

La serie, come è noto, è il rifacimento di un dramma coreano che porta il medesimo titolo. Nella sua versione americana, trasmessa dalla ABC e giunta alla 6^ stagione, il dottor Shaun Murphy è un giovane medico medico autistico, affetto dalla sindrome del savant, una condizione in cui persone con disabilità presentano capacità al di sopra della media in alcuni campi, che viene assunto dal St. Bonaventure Hospital come internista chirurgo. La serie racconta la quotidiana sfida di Shaun nell’adattarsi alla vita sociale ed al suo lavoro e, dei suoi colleghi e pazienti, ad accettare la sua diversità senza pregiudizi.

SHERLOCK HOLMES (BENEDICT CUMBERBATCH) – SHERLOCK

Anche in questo caso il personaggio reinterpretato da Mark Gatiss e Steven Moffat per la serie in 4 stagione della BBC non ha mai ricevuto una diagnosi ufficiale. Sherlock stesso, con una certa dose di sarcasmo da parte degli autori, si è autodefinito un sociopatico funzionale piuttosto che autistico. Come Shaun di The Good Doctor, tuttavia, è difficile non notare nel noto investigatore dei tratti di un autistico con sindrome del savant. La sua difficoltà ad interagire con il prossimo, l’attenzione maniacale per i più piccoli dettagli e l’abilità di risolvere crimini grazie ai più insignificanti dettagli, oltre alla sua memoria di ferro, sono tutti sintomi di una persona nello spettro autistico.

MAX BRAVERMAN (MAX BURKHOLDER) – PARENTHOOD

Affetto da sindrome di Asperger, comunemente nota come una forma meno severa di autismo, il personaggio di Max è uno dei più apprezzati della TV a rientrare nello spettro autistico. Il figlio di Adam (Peter Krause) e Kristina Braverman (Monica Potter) è spesso vittima della sindrome di cui soffre, ma l’ha anche definita uno dei suoi più grandi punti di forza quando è riuscito a vincere la scommessa di essere eletto presidente del collegio scolastico, diventando un punto di riferimento per i suoi compagni di classe e per tutti coloro che condividono la stessa difficile condizione.

TEMPERANCE BRENNAN (EMILY DESCHANEL) – BONES

Sebbene non sia mai stato ufficialmente confermato che la protagonista dell’omonima serie sia effettivamente affetta da una forma di Asperger, certamente la protagonista dello show della Fox, andato in onda per 12 stagioni, presenta molte caratteristiche in comune con persone affette da questa condizione. Bones non ha grandi abilità sociali, tende ad interpretare tutto in maniera letterale e non riesce sempre a leggere le emozioni altrui, motivo per cui la vicinanza del suo partner e poi compagno Seleey Booth (David Boreanaz) la aiuterà per smussare negli anni questi tratti. Secondo il creatore della serie Hart Hanson, poiché Bones era trasmessa dalla Fox, quando il personaggio fu concepito si decise di non etichettarla con una diagnosi di Asperger, che sarebbe invece probabilmente stata apertamente dichiarata se lo show fosse stato trasmesso sulla TV via cavo.

SPENCER REID (MATTHEW GRAY GUBLER) – CRIMINAL MINDS

La prima volta che viene menzionata la possibilità che il geniale Dottor Spencer Reid rientri nello spettro autistico è nel 5° episodio della 1^ stagione di Criminal Minds, quindi agli albori della serie ed anche se la diagnosi non è mai stato confermata né nello show né dagli autori, di Reid si è spesso detto che fosse un autistico funzionale. Socialmente impacciato, il più giovane membro del BAU ha sempre avuto difficoltà a gestire le proprie emozioni ed ha altri tratti che indicano una personalità fragile e complessa. Reid è infatti un luddista convinto, un germofobico che non ama essere toccato, che mostra tratti di un disturbo ossessivo-compulsivo. Come accade per quasi tutti i personaggi citati in questa lista, anche Reid ha un quoziente intellettivo particolarmente elevato, che gli autori TV amano evidentemente associare ad una personalità che mostra tratti di autismo.

SONYA CROSS (DIANE KRUGER) – THE BRIDGE

Nella descrizione del personaggio di Sonya Cross, al debutto della serie The Bridge, nel 2013, si leggeva che il Detective era affetta da sindrome di Asperger, il che spiegava il suo comportamento peculiare, anche se nella serie non si parla mai apertamente della sua condizione. Come nel caso della Temperance Brennan di Bones, si decise infatti, creativamente parlando, di non etichettare in maniera troppo drastica il personaggi per evitare che fosse unicamente definita dalla sua condizione. Il detective interpretato da Diane Kruger è forse uno dei più difficili a cui relazionarsi tra quelli televisivi a rientrare nello spettro autistico proprio a causa della spigolosità del suo carattere, ma è anche forse uno dei più veri e meno romanticizzati.

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