Dopo la sorprendente e convincente presentazione di Stadia, per Google sono cominciati i guai. Il suo avveniristico servizio di gaming in streaming, chiarimento dopo chiarimento, ha iniziato a mostrare lacune, problematiche e criticità che hanno fatto sollevare più di un sopracciglio, attutendo sensibilmente l’iniziale esaltazione e clamore creatosi attorno ad una piattaforma che avrebbe dovuto rappresentare il futuro.

Se la proposta di Microsoft, Project xCloud, sembra già da oggi ben più convincente e solida, l’effettivo debutto di Stadia anche nel nostro paese ha ulteriormente incrementato le reticenze verso il servizio di Google.

 

 

Al di là di un parco titoli ritenuto da più parti davvero esiguo, insufficiente per supportare a dovere una piattaforma che dovrebbe vedersela con le rodatissime PlayStation 4 e Xbox One, le maggiori critiche attualmente si concentrerebbero sulla qualità grafica dei giochi attualmente disponibili.

Google, ai tempi della presentazione ufficiale, aveva promesso una definizione sino a 4K, con 60fps stabili. Purtroppo, alla prova dei fatti, molti utenti che stanno testando il servizio proprio in questi giorni, sono andati incontro ad una realtà ben diversa.

Molte testate di settore d’Oltreoceano, in particolar modo, hanno constatato che nella maggior parte dei casi i giochi girano nativamente a 1440p, per essere upscalati solo in un secondo momento fino a 4K, procedimento software che, come è facilmente ipotizzabile, comporta un’abbassamento della qualità grafica.

Il tweet che riportiamo in calce esplicita piuttosto bene la situazione, comparando alcune immagini di Red Dead Redemption 2 su Stadia e Xbox One X.

 

 

Dettaglio grafico e definizione sulla console Microsoft sono sensibilmente migliori che sulla piattaforma di Google.

Tuttavia, il capolavoro di Rockstar non è l’unico gioco su cui sono stati effettuati test simili, con risultati assolutamente identici. Anche Destiny 2, per esempio soffrirebbe delle stesse problematiche, con un segnale riadattato ai 4K solo in un secondo momento.

Come è lecito che sia, in queste fasi iniziali era ovvio aspettarsi qualche problema tecnico nell’ancora giovanissimo Stadia. Vale dunque la pena chiudere un occhio su queste défaillance, ben sperando che verrà presto trovata una soluzione a questa problematica tutt’altro che secondaria, sopratutto se memori delle roboanti promesse fatte da Phil Harrison quando presentò per la prima volta il servizio.

 

Fonte: 9to5Google