Negli ultimi anni dell’epoca d’oro di 3DS, Creature Inc. offrì uno sguardo diverso sul mondo dei Pokémon, presentando al grande pubblico un Pikachu parlante e assuefatto dal caffè. Quel Pikachu è un grande detective e, nonostante il gioco a lui dedicato non riscosse particolare successo, diventò il primo film in live action basato sul mondo di Pokémon.

Il film di Detective Pikachu fu un mezzo miracolo, divenendo la prima goccia che (seguito da Sonic poco dopo) dimostrava che fare un adattamento riuscito di un videogame era realmente possibile. Nonostante il film avesse un vero e proprio finale però, il gioco originale si interrompeva con un cliffhanger, lasciando i giocatori in sospeso sul destino di Pikachu e del suo amico umano Tim.

Abbiamo aspettato cinque anni per scoprire il fato di Detective Pikachu, ma finalmente, a partire dallo scorso ottobre, il secondo capitolo della serie investigativa di Creature Inc. è disponibile in esclusiva per Nintendo Switch. Detective Pikachu – Il Ritorno avrà più fortuna del suo predecessore? E, soprattutto, sarà valsa la pena aspettare cinque anni per un finale già visto nella trasposizione cinematografica?

Detective Pikachu: dove eravamo rimasti?

Alla fine del primo capitolo Pikachu e Tim riuscivano a debellare il reagente R, ma il mistero su dove fosse finito il padre scomparso del ragazzo rimaneva tale. Nella controparte in live action veniva data risposta anche a quest’ultimo mistero, nell’unica soluzione possibile. Detective Pikachu – Il Ritorno decide di rimangiarsi quel finale, citando perfino il film come “qualcosa che si è preso le sue libertà”. I due detective ora sono tra le figure di spicco di Rhyme City e sono pronti a nuove avventure. C’è una nuova grande ombra che vuole privare i Pokémon della loro volontà e starà ancora una volta a Tim e Pikachu scoprire chi si nasconde dietro i nuovi inganni.

2023110908510600-a8e55523a054f56f3fe005bbd56f49a7

Il racconto resta molto semplice e i personaggi di contorno fanno più da tappezzeria che altro, ma Rhyme City si lascia vivere. Tra una freddura inattesa e un colpo di scena più o meno telefonato, l’avventura scorre piacevole per poco meno di quindici ore.

Ryme City: gioie e dolori

Ho affrontato l’intera avventura in modalità portatile e tecnicamente il gioco mostra delle texture più rifinite e dei colori più accesi rispetto al predecessore. Nonostante questo nuovo aspetto (migliore anche dei capitoli della serie principale) non ci troviamo per nulla di fronte a un titolo che sfrutta a pieno Nintendo Switch, ma bensì a un prodotto tecnicamente nella media. Quello che non è cambiato invece è l’iter narrativo, che ci porta a indagare sul caso di turno per poi collegare mano a mano gli indizi e scoprire il colpevole. Come nel gioco del 2018, ci troviamo di fronte a un’avventura molto semplice pensata per un pubblico molto giovane. Questo è evidente da un sistema di scelte molto generoso che non punisce gli sbagli e che guida passo passo il giocatore verso la risoluzione.

2023110908510600-a8e55523a054f56f3fe005bbd56f49a7

A differenza del primo capitolo, però, questa volta viene dato più spazio a Pikachu e ai Pokémon in generale. Ci sono infatti delle fasi di gioco nelle quali controlleremo direttamente Pikachu, che potrà interagire con altri Pokémon sfruttando così le loro caratteristiche uniche. A cavallo di Growlithe potremo per esempio seguire delle tracce di umani o Pokémon, mentre Darmanitan di Galar ci aiuterà a distruggere le rocce che ci impediscono di proseguire. Si tratta di un’aggiunta di gameplay che rinvigorisce le fasi esplorative, dando un quid in più rispetto all’episodio per 3DS. Tutto sempre molto semplice, sia chiaro, ma lo sforzo di proporre qualcosa di diverso dal predecessore è evidente.

detective pikachu darmanitan

Fra le novità di Detective Pikachu – Il Ritorno ci sono anche delle missioni secondarie. Sono state evidentemente aggiunte per movimentare e arricchire un po’ il racconto, ma anche per approfondire i Pokémon delle generazioni dopo la quinta. Questi ultimi, infatti, sono stati introdotti a Rhyme City proprio con questo secondo capitolo. Purtroppo sono missioni fini a se stesse, che troveranno spazio solo sul giornale come notizie aggiuntive nel caso le vogliate completare. Non c’è una vera e propria ricompensa nella storia che non sia l’ampliare le conoscenze di Tim e Pikachu.

Un’avventura per i più piccoli

Esattamente come il primo capitolo, tutta l’avventura è indirizzata ad un pubblico mediamente giovane. Essendo quello il target di riferimento, il giocatore più maturo potrebbe annoiarsi molto facilmente. Si tratta però al contempo di un’ottimo intrattenimento per i più giovani amanti di Pokémon, che magari vogliono approcciarsi per la prima volta al genere. Come per il predecessore, è possibile vivere il gioco con le voci inglesi e giapponesi. Il doppiaggio inglese conta sullo stesso cast del primo capitolo (con conseguenti alti e bassi) e tutti i testi sono tradotti in un ottimo italiano adatto a tutte le età.

2023110908510600-a8e55523a054f56f3fe005bbd56f49a7

Detective Pikachu – Il Ritorno chiude quanto era rimasto aperto qualche anno fa. Lo fa con una storia senza infamia e senza lode che al contempo offre un nuovo punto di vista sul mondo dei mostriciattoli tascabili. Non sappiamo ancora se il dinamico duo di investigatori tornerà in futuro, ma ci auguriamo che Creative Inc. possa fare tesoro di questa nuova esperienza per migliore ulteriormente.

VOTO7.5
Tipologia di gioco

Detective Pikachu – Il Ritorno è il sequel dell’omonimo titolo per 3DS. Un’avventura investigativa molto guidata pensata per i più piccoli.

Come è stato giocato

Ho completato l’avventura di Tim e Pikachu su Nintendo Switch (quasi completamente in modalità portatile) grazie a un codice gentilmente offerto da Nintendo.