Giochi come Lorelei and the Laser Eyes non bastano per tenere in vita il settore dei videogiochi, ma sono fondamentali affinché il mercato non sia formato solo da opere derivative tra loro. Salvo qualche raro colpo di scena, ormai abbiamo capito che i titoli AAA difficilmente possono offrire gameplay innovativi o troppo lontani da ciò che il pubblico vuole consumare con abitudine. Fortunatamente, però, il mercato indie riesce a bilanciare questa situazione, dando vita a videogiochi brillanti, sperimentali e pensati per una precisa nicchia di giocatori. Quando si tenta di compiacere tutti, infatti, il risultato finale non può che un prodotto maggiormente appiattito. Al contrario, se si lavora in modo più mirato, si può azzardare per conquistare gli amanti di uno specifico genere videoludico.

Lorelei and the Laser Eyes, infatti, è il gioco perfetto per chi ama i puzzle game e le avventure grafiche.

Sviluppato dai ragazzi svedesi di Simogo, famosi per The Sailor’s Dream e Sayonara Wild Hearts, Lorelei and the Laser Eyes mescola atmosfere da survival horror in pieno stile Alone in the Dark con una serie di enigmi che sembrano usciti dagli anni Novanta. Il tutto per creare un’opera dal sapore sia nostalgico che innovativo. Un’opera non per tutti, ma proprio per questo meritevole di attenzione per alcuni. Volete scoprire se fate parte di coloro che possono apprezzare l’ultima fatica del team svedese? Allora fate le valige e seguiteci all’interno dell’Hotel Latztes Jahr.

Lorelei and the Laser Eyes

IN MEDIAS RES

Avete mai fatto un sogno dal quale vi risvegliate all’improvviso senza riuscire a ricordare nulla? Il comparto narrativo di Lorelei and the Laser Eyes offre una sensazione molto simile. La storia ci vede nei panni di una donna con l’auto in panne nel bel mezzo di un bosco dell’Europa Centrale. A pochi metri di distanza si trova l’Hotel Latztes Jahr, all’interno del quale la nostra protagonista sembra avere un appuntamento con un noto regista. Cosa lega queste due figure? Chi è la nostra eroina? Ma, soprattutto, quali segreti nasconde l’Hotel? Domande alle quali il gioco risponde con estrema calma, buttandoci dentro la narrazione in medias res. Non ci è dato sapere alcun pregresso sulla vicenda e, anzi, il passato viene a galla esplorando il presente. Una scelta narrativa che rende ogni singolo elemento della storia un vero mistero da risolvere.

La storia messa in piedi da Simon Flesser è una chiara influenza delle opere fruite dall’autore nel periodo di concepimento del progetto. Simon stava infatti rigiocando il primo Resident Evil ed è stato colpito dal film L’anno scorso a Marienbad, pellicola del 1961 diretta da Alain Resnais. Il mix tra questi due input ha permesso al team di mettere in cantiere Lorelei and the Laser Eyes, un gioco che fa della narrativa uno dei suoi punti di forza. Nonostante la sua scrittura criptica, la trama dell’ultima fatica di Simogo è ipnotica e affascinante, riuscendo a stupire sia attraverso alcuni colpi di scena mirati che tramite dialoghi filosofici di grande spessore. Il lessico utilizzato si discosta dalla maggior parte dei videogiochi moderni, avvicinandosi a una forma d’essai a tratti persino avanguardista. Come dicevamo: non certo per tutti, ma dannatamente ispirata. Un’affermazione valida sia per il comparto narrativo che per quello ludico.

Lorelei and the Laser Eyes

L’ARTE DI ARRANGIARSI

Per quanto riguarda il gameplay, Lorelei and the Laser Eyes è un puzzle game con atmosfera horror. Ogni singolo elemento dello scenario è un enigma da risolvere, costringendo il giocatore a sforzare costantemente la propria mente. Questo perché il titolo di Simogo non è affatto un’opera semplice. La difficoltà media dei puzzle è tarata verso l’alto e, come segnalato anche nel manuale digitale all’interno del gioco, prevede che il pubblico abbia anche delle competenza base di matematica e logica. Competenze che devono essere messe in pratica sia all’interno dello schermo, che nel mondo reale. Il titolo suggerisce l’utilizzo di carta e penna per superare alcune prove. Una scelta chiaramente pensata sin dal principio, dato che l’intero gioco può essere quasi giocato con una sola mano sulla tastiera, lasciando libera l’altra per prendere appunti. Discorso leggermente diverso per il controller che, in questo caso, risulta quindi un freno all’esperienza finale.

I ragazzi di Simogo non si sono certo limitati a scrivere una storia interessante e dei validi enigmi. Mano a mano che si procede nell’avventura, è sempre più evidente la consapevolezza della scelta di aver utilizzato le telecamere fisse. Telecamere che vengono utilizzate per dare vita anche a momenti bizzarri, che declinano la formula base dell’avventura in diversi modi. Evitiamo di entrare nel dettaglio per non rovinarvi l’esperienza, ma sappiate che vi troverete di fronte a idee folli come, per esempio, il passaggio a una grafica in stile PlayStation 1, con tutto quello che ne consegue. Pensate inoltre che, nel caso vi blocchiate, vi basti guardare un video su YouTube? Sbagliato. La maggior parte degli enigmi ha soluzioni generate proceduralmente, costringendoci a comprendere il metodo per trovare le risposte alle varie domande. Una scelta senza dubbio “hardcore”, ma che fa parte dell’esperienza finale offerta dai dev svedesi.

Lorelei and the Laser Eyes è un continuo tripudio di idee. Talvolta queste idee servono per dare vita ai numerosi puzzle, altre volte sono “semplicemente” scelte stilistiche, mentre altre volte ancora spiazzano il giocatore con delle situazioni del tutto inaspettate.

Lorelei and the Laser Eyes

BIANCO, NERO E ROSSO

Pensavate che Lorelei and the Laser Eyes sia solo un gioco dalla buona storia e dal gameplay innovativo? Sbagliato di nuovo. I ragazzi di Simogo sono riusciti a dare vita anche a un comparto artistico minimale, ma eccezionale. Questo è evidente non solo dal fatto che l’intero titolo è colorato in bianco, nero e rosso, ma anche dalla cura maniacale con la quale sono realizzati i poster, i menù e diversi elementi di gameplay che preferiamo non accennarvi per amor di spoiler. Lo stesso si può dire del sound design, composto da musiche sempre perfettamente integrate con l’avventura. Segnaliamo, infine, la presenza di una localizzazione in italiano davvero curata, che rende questo titolo apprezzabile anche da chi non mastica bene l’inglese. Visto il registro linguistico utilizzato, ammettiamo di essere molto felici di questa mossa da parte del Publisher.

LORELEI AND THE LASER EYES

Definire un gioco come Lorelei and the Laser Eyes non è affatto facile. Qualcuno potrebbe gridare al capolavoro, altri potrebbero trovarlo eccessivamente lento. La verità è che un gioco come questo difficilmente può essere ingabbiato all’interno di una recensione e, soprattutto, di una valutazione numerica. Se amate i puzzle game e vi piace l’idea di trovarvi di fronte a un’opera unica nel suo genere, il titolo di Simogo rischia di diventare uno dei vostri giochi preferiti di quest’anno. Se amate venire guidati dalla narrazione o dalla linearità del gameplay, evitate di spendere in questo modo i vostri soldi. Lorelei and the Laser Eyes è un’avventura grafica bizzarra, brillante e brutale. Tre aggettivi che non rendono comunque giustizia a un titolo che, per essere compreso e definito, deve prima essere vissuto.

VOTO9
Tipologia di gioco

Lorelei and the Laser Eyes è un misto tra un’avventura grafica e un puzzle game. Un titolo caratterizzato da idee ludiche bizzarre, ma estremamente affascinanti.

Come è stato giocato

Abbiamo giocato l’avventura su PC grazie a un codice cortesemente fornitoci dagli sviluppatori.