Quando si pensa al genere dei picchiaduro, Mortal Kombat è senza dubbio uno dei primi titoli a venire in mente insieme a Street Fighter. Coloro che seguono la serie targata NetherRealm Studios da diverso tempo sanno ormai cosa aspettarsi: personaggi sopra le righe, un combattimento viscerale, ma accessibile a tutti e tanto, tantissimo, sangue. Al giorno d’oggi, tra alti e bassi, il franchise non ha mai deluso le aspettative, portando in scena piccole innovazioni che hanno saputo mantenere sempre fresco il DNA del brand. Innovazioni che vanno dall’introduzione di determinate meccaniche da sfruttare in combattimento a una modalità Storia via via sempre più rifinita.

In tutto questo, Mortal Kombat 1 segna una sorta di nuovo inizio per la serie. Un punto di partenza motivato narrativamente dal finale di Mortal Kombat 11 e deciso a puntare il franchise verso una nuova direzione. Negli scorsi giorni abbiamo potuto completare la trama principale ed esplorare in lungo e in largo i vari contenuti in singolo e multiplayer del titolo prodotto da Warner Bros. Games. Dopo aver versato litri e litri di sangue (digitale, ovviamente), siamo pronti per raccontarvi la nostra esperienza con il nuovo mondo creato da Liu Kang. Un mondo fatto di molti pregi, ma anche di qualche difetto. 

Se siete curiosi di scoprire tutti i dettagli di Mortal Kombat 1, allora siete nel posto giusto. Fate un po’ di riscaldamento, indossate la vostra divisa da lotta preferita e tuffatevi nell’azione. Ma prestate attenzione: non ci sarà alcuna pietà per gli sconfitti.

Mortal Kombat 1

IL RESPIRO DI UN BLOCKBUSTER CINEMATOGRAFICO

La trama di Mortal Kombat 1 è ambientata nel nuovo universo creato da Liu Kang al termine dello scorso titolo, dopo che il celeberrimo combattente ha assunto fenomenali poteri cosmici. In questo mondo, però, i personaggi della saga vivono in modo diverso le loro vite. Raiden e Kung Lao sono grandi amici e trascorrono la loro vita in un piccolo paese di campagna. Shang Tsung, invece, non è più il potente stregone di un tempo, bensì un truffatore che tenta di vendere false medicine ai poveri. Quando Shang Tsung viene però avvicinato da una misteriosa entità che gli rivela il suo reale potenziale si mettono in moto però degli eventi estremamente sinistri. Eventi che potrebbero rivelare al mondo intero le modifiche fatte all’universo da Liu Kang e che potrebbero mettere in serio pericolo la dimensione fondata sulla pace voluta dal guerriero.

La modalità Storia messa in piedi da Mortal Kombat 1 è semplicemente la migliore mai vista all’interno di un picchiaduro. Questo non tanto per il comparto narrativo in sé, che comunque rimane godibile, ma per l’impronta cinematografica che concatena decine di combattimenti in una sorta di grande film da circa sei ore. La regia, l’intervallo delle scene e la recitazione dei personaggi è incredibile e siamo rimasti ammaliati a tal punto dal risultato ottenuto dal volere al più presto un nuovo capitolo che prenda quanto lasciato in sospeso dal finale per portare avanti la narrazione. I personaggi tratteggiati da NetherRealm Studios sono tutti carismatici e affascinanti, formando un roster nutrito e al quale è molto facile affezionarsi.

Segnaliamo, inoltre, come la modalità Storia sia la prima cosa che vi invitiamo a fare una volta avviato il gioco. Questo perché altri contenuti facenti parte della sezione “Kampagna” rivelano eventi importanti che accadono nel finale della trama. Attenzione, quindi a intraprendere la modalità Invasioni o Torri, perché potreste incappare in spoiler abbastanza pesanti.

Mortal Kombat 1

MODALITÀ E STRUTTURA LIVE SERVICE 

Una volta terminata la Storia, vero fiore all’occhiello della produzione, ci si trova di fronte a tre opportunità. Da un lato c’è la componente multiplayer, che ci ha permesso di affrontare battaglie nelle classiche modalità “Versus” e “Re della collina”, rivelandosi un divertente passatempo dal matchmaking abbastanza rapido. Dall’altro, invece, regnano i due succitati contenuti single player: le Invasioni e le Torri.

Se le Torri non sono altro che i soliti scontri uno dietro l’altro con in premio un filmato finale che rivela il futuro del personaggio scelto, le Invasioni sono la vera novità di questo titolo. Stiamo parlando di una sorta di “gioco da tavolo”, dove il giocatore dovrà spostarsi su plance diverse e affrontare innumerevoli scontri con diversi modificatori. Tra una lotta e l’altra, ci sarà spazio per minigiochi, per acquistare potenziamenti e per evolvere il proprio personaggio nelle statistiche e negli oggetti posseduti. Si tratta di un divertente contenuto aggiuntivo, ma che rischia di risultare abbastanza ridondante in tempi brevi. La varietà dai contenuti rilasciati nei prossimi mesi dovrebbe permettere a Invasioni di diventare la modalità principale per i giocatori amanti del single player, ma per ora ci ha “solo” convinti, senza mai davvero entusiasmarci.

Uno dei difetti più grandi del gioco, però, sta nell’introduzione di funzionalità da Live Service all’interno del gioco. Il titolo, infatti, presenta diverse monete da spendere in diverse aree del negozio. Monete acquisibili pagando, compiendo determinate missioni (non legate alla Storia) e superando sfide a cadenza giornaliera, settimanale e legate alla Stagione in corso. Inutile dire che la sensazione è quasi quella di star vivendo in un picchiaduro free-to-play, se non fosse che gli elementi ottenibili da questa struttura ludica sono puramente estetici e che non inficiano il gameplay. In ogni caso, il risultato finale non è dei migliori e ci spiace un po’ constatare questa direzione presa dal brand.

Mortal Kombat 1

A SUON DI BOTTE

Pad alla mano, Mortal Kombat 1 risulta estremamente divertente. Ancora una volta i dev sono riusciti a creare un gameplay facile da apprendere, bello da vedere e difficile da padroneggiare. Il risultato è un titolo nettamente meno tecnico e rifinito del recente Street Fighter 6, ma senza dubbio più spettacolare. La principale aggiunta in termini ludici sta nei personaggi Kameo, che affiancano il giocatore e possono essere usati come supporto allo scontro. Essi, infatti, possono non solo effettuare mosse in battaglia con la semplice pressione di un tasto, ma possono essere anche usati per concatenare le varie combo. È proprio grazie a questa seconda aggiunta che il combat system riesce a introdurre qualcosa di diverso rispetto al passato. Una scelta che, senza dubbio, spingerà i fan del franchise a ripensare le proprie strategie.

Fanno il loro ritorno, ovviamente, le varie Fatality, violente e gustose come solo Mortal Kombat sa fare. In aggiunta sono state inserite le mosse Fatal Blow che si possono attivare una volta che la vita scende sotto un certo livello. Si tratta di mosse molto potenti e coreografiche che possono mettere in seria difficoltà l’avversario. Il tutto funziona bene e intrattiene, accompagnato da caricamenti molto veloci che incentivano il giocatore a non smettere mai di giocare. Se la questione caricamenti è sicuramente vera tra una battaglia e l’altra, lo stesso non si può dire del menù principale di gioco, lento da navigare e che necessita sempre di check al profilo online, rallentando di molto azioni semplici come l’utilizzo dei soldi per acquistare illustrazioni ed elementi extra nel Reliquiario.

MK1

UN TRIPUDIO DI SANGUE E COLORI

Da un punto di vista tecnico, Mortal Kombat 1 è molto probabilmente il picchiaduro più sbalorditivo in circolazione. I modelli dei personaggi sono rifiniti alla perfezione e, durante la modalità Storia, si ha quasi la sensazione di star assistendo a un lungometraggio animato. Lo stesso si può dire dei particellari, qui veramente curati, e delle splendide mappe di gioco, che non sono più interattive, ma brillano di vita in ogni dettaglio. Un plauso anche al comparto artistico, che gioca moltissimo con i contrasti tra i colori, sopratutto durante le Fatality.

Discorso diverso, invece, per il doppiaggio e la colonna sonora. Se quest’ultima è “semplicemente” sottotono, il doppiaggio presenta invece alti e bassi. Non tanto per la qualità dei doppiatori coinvolti, quanto per lo scollamento che si crea tra voce e personaggi. Combattenti come Reptile e Sub-Zero sembrano avere una voce troppo diversa dall’aspetto del personaggio. Si tratta di una scelta per mantenere i doppiatori considerati ormai “storici”, ma che con la nuova veste grafica c’entrano ormai poco. Vi basti pensare che Reptile sembra un adolescente, ma presenta una voce più simile a quella di un cinquantenne. Un vero peccato. Nella versione da noi provata erano inoltre presenti dei piccoli problemi audio, ma nulla che non si possa risolvere rapidamente con una patch.

UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA

Mortal Kombat 1 è un nuovo inizio per la serie. Un nuovo inizio con enormi pregi come un comparto narrativo semplicemente spettacolare e un combat system vario e divertente, ma anche con qualche ombra. La sensazione è che i contenuti presenti al lancio siano un po’ pochi e che manchino delle buone intuizioni come la Krypta di MK11. Le aggiunte dei personaggi Kameo e della modalità Invasioni non riescono, infatti, a risultare interessanti quanto in passato. Al tutto è stata poi aggiunta una spruzzata di Live Service che, sinceramente, ci potevamo aspettare da un free-to-play per cellulari e che mai avremmo voluto vedere in un’opera di Ed Boon. In ogni caso, se amate Mortal Kombat sicuramente troverete pane per i vostri denti. Speriamo che quanto di buono venga preservato in futuro e che, invece, alcuni elementi non vengano inseriti in un probabile Mortal Kombat 2. Mortal Kombat 2 che, a questo punto, aspettiamo con grande trepidazione.

VOTO8
Tipologia di gioco

Mortal Kombat 1, come gli altri capitoli del franchise, è un picchiaduro con una forte attenzione al comparto narrativo e alle scene splatter.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su PlayStation 5 grazie a un codice cortesemente fornitoci dal Publisher italiano.