Quando nel 2013 uscì The Last of Us, il mondo intero rimasto sconvolto dalla qualità del lavoro svolto da Naughty Dog. Il titolo non solo si presentava come un survival horror molto avvincente nel gameplay, ma anche forte di una componente grafica al top di gamma per PlayStation 3. Per non parlare del comparto narrativo, vero fiore all’occhiello della produzione e in grado di fungere da spartiacque tra ciò che c’era prima e ciò che è venuto dopo all’interno del mercato videoludico.

Un anno dopo approda su PlayStation 4 The Last of Us Remastered, versione pulita e sistemata per la nuova piattaforma di Sony delle avventure di Joel ed Ellie. Inutile dire che fu un notevole successo, completando l’opera originale con l’inserimento del DLC Left Behind e con il comparto multigiocatore.

E arriviamo a oggi, a pochi giorni dalla pubblicazione di The Last of Us Parte 1, remake del titolo di nove anni fa pensato per preparare i videogiocatori all’arrivo della serie TV targata HBO. Una scelta di marketing che ha fatto discutere a causa del prezzo lancio (80 euro) e dell’effettiva necessità di un remake di un’opera tanto recente. Superando qualsiasi pregiudizio, nelle ultime settimane abbiamo impugnato il DualSense per tornare nuovamente nell’America contaminata dal Cordyceps per rivivere una delle esperienze videoludiche più importanti della nostra vita.

Scoprite insieme a noi se siete tra i giocatori che dovrebbero preparare il portafogli per il due settembre, data di uscita di The Last of Us Parte 1.

UN CAPOLAVORO IMMORTALE

L’opera magna di Naughty Dog racconta la storia di Joel, un contrabbandiere che tenta di sbarcare il lunario in un mondo ormai allo sbando. Creature infette ed esseri umani dalla dubbia moralità si sono diffusi ovunque, rendendo la vita dei pochi sopravvissuti a dir poco complessa. Durante una normale giornata di lavoro, Joel si vede coinvolto in una missione più grande di lui: condurre la quattordicenne Ellie fuori dalla città per poter essere studiata dalle Luci, un gruppo di persone che spera ancora di trovare una cura al morbo. Ellie, infatti, sembra essere immune al Cordyceps e con le giuste ricerche potrebbe l’unico modo per salvare l’intera umanità.

Non ci dilunghiamo oltre nel caso foste tra le poche persone a non aver ancora giocato a questo capolavoro. Ancora una volta, però, siamo rimasti emotivamente impressionati dal racconto ideato da Neil Druckmann. Ogni dialogo, ogni scena e ogni sviluppo di trama è costruito alla perfezione, conducendo per mano il giocatore fino allo sconvolgente finale. Un finale dolce e amaro allo stesso tempo, che pone le solide basi per The Last of Us Parte 2, titolo che ora risulta più necessario che mai.

Questo remake non aggiunge nulla alla magnifica avventura di Joel ed Ellie, ma ne rafforza la potenza grazie a un comparto tecnico eccellente. Vedere i personaggi recitare in modo nettamente più convincente, le luci cadere nel modo corretto e gli ambienti resi alla perfezione eleva la narrazione del titolo, senza stravolgerla. Un valore aggiunto che, per qualcuno, potrebbe valere l’acquisto di questa nuova edizione.

The Last of Us Parte 1

UN GAMEPLAY PIÙ PULITO

Come già accennato in precedenza, The Last of Us è un survival horror in terza persona dove procedere di area in area seguendo una narrazione dal ritmo cinematografico. La versione originale del titolo presentava dei problemi legati all’intelligenza artificiale, come Ellie che si palesava davanti ai nemici, senza venire vista. Oppure come i vari avversari incapaci di organizzarsi e di mettere in serie difficoltà il giocatore. 

Con Parte 1 Naughty Dog ha deciso di tentare di mettere una pezza a tutto questo, riuscendoci con risultati altalenanti. I nemici ci sono apparsi nettamente più intelligenti, organizzando strategie per assalirci e dimostrandosi quasi a livello di quelli visti in The Last of Us Parte 2. Lo stesso non si può dire per i compagni di viaggio che, seppur nettamente meno che in passato, ancora dimostrano degli atteggiamenti poco realistici. In un momento della nostra avventura, uno dei nostri comprimari è finito sotto un riflettore nemico, senza che questi si sia accorto minimamente della sua presenza. Una situazione che si è poi ripetuta un paio di volte, con il medesimo esito.

Gli sviluppatori avevano poi promesso un perfezionamento delle animazioni e l’inserimento di alcune feature provenienti dal secondo capitolo. Ancora una volta, il risultato è una via di mezzo tra il vecchio e il nuovo. Dimenticatevi la possibilità di schivare, di sdraiarsi a terra e la moltitudine di animazioni contestuali. The Last of Us Parte 1 è sostanzialmente il primo capitolo, con i personaggi leggermente più reattivi all’ambiente circostante. Lo stesso si può dire degli avversari, che reagiscono in modo meno emotivo rispetto a Parte 2. Sono state però importati alcuni dettagli, come la possibilità che un nemico ferito implori di venire risparmiato. Piccole chicche che, tutto sommato, abbiamo apprezzato.

The Last of Us Parte 1

AGGIUNTE E ASSENZE

Ne abbiamo già parlato: il comparto grafico di questo remake è un vero gioiello, avvicinandosi spesso a quanto visto nel seguito del 2020. Avvicinandosi senza però raggiungerlo, soprattutto durante le numerose sezioni di gioco. Se i filmati mostrano i muscoli del lavoro svolto dai dev, capita talvolta che il gioco non sorprenda così tanto da un punto di vista estetico. Questo è dovuto forse alla qualità dell’opera originale, non così datata e capace di resistere degnamente allo scorrere del tempo. Nulla da dire sul comparto sonoro, che vanta lo stesso (splendido) doppiaggio in italiano del 2013 e la medesima colonna sonora di Gustavo Santaolalla.

Il gioco comprende ovviamente anche The Last of Us: Left Behind, ma manca della sua componente multiplayer che tanto conquistò il pubblico in passato. Naughty Dog ha però pensato di introdurre diverse migliorie all’accessibilità, una modalità Permadeath e una Speedrun. La prima permette ai giocatori di rendere la sfida più complessa, ripartendo dall’inizio del capitolo o persino da inizio gioco in caso di morte. La seconda, invece, tiene traccia dei nostri tempi per permetterci di vedere in quanto tempo riusciamo a terminare il gioco. Una tipologia di approccio che poco si sposa con l’opera a cui fa riferimento, ma che potrebbe comunque venire apprezzata da qualcuno. A questo si aggiungono anche nuove skin per i personaggi e l’implementazione del DualSense. Quest’ultima, per quanto presente, non ci è sembrata particolarmente incisiva se non in un paio di momenti ben precisi.

The Last of Us Parte 1 è la miglior versione possibile di un capolavoro immortale. Abbiamo amato ogni singolo secondo passato con il pad in mano e ci piacerebbe dire che ogni videogiocatore in possesso di PlayStation 5 dovrebbe fiondarsi in negozio il 2 settembre per recuperare questo titolo. La verità che è che, se siete in possesso della Remastered e pensate che ottanta euro sia un costo troppo elevato, probabilmente dovreste attendere prima di tuffarvi in questa “nuova” avventura. Se, al contrario, non rivedete Joel ed Ellie dal 2013, questo è il momento giusto per rivivere l’epica storia scritta da Druckmann. 

Il costo per rivivere questa storia è elevato? Probabilmente si. Ne vale comunque la pena? La risposta è la stessa: probabilmente sì. 

Avremmo voluto qualche extra in più in questo remake (ci saremmo accontentati della modalità multigiocatore), ma è chiaro l’intento di Sony di offrire ai futuri fan dello show HBO qualcosa con cui saziare la propria voglia di The Last of Us. Qualcosa di moderno e di visivamente spettacolare. Mai come in questo caso non dovreste ascoltare le recensioni e il numero che trovate qui sotto, ma solo il vostro cuore (e il vostro portafogli). Se siete disposti a pagare per rivivere il primo TLOU al top delle sue caratteristiche, questo è esattamente il titolo che state cercando. In caso contrario, il tempo vi permetterà di recuperare il titolo in sconto.

VOTO9
Tipologia di gioco

The Last of Us Parte 1 è la miglior versione possibile del survival horror di Naughty Dog uscito nel 2013.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su PlayStation 5 grazie a un codice cortesemente fornitoci dal Publisher.