Per chi è cresciuto a pane e videogiochi, Nolan Bushnell è una sorta di mito. Nato a Clearfield (Utah) nel 1943, Nolan si laurea in ingegneria elettrica, dimostrando interesse nel mondo videoludico dopo aver visto Spacewar! girare su un PDP-1, vecchio computer targato Digital Equipment e commercializzato nel 1960. La vita, però, lo porta altrove. Nello specifico, Bushnell lavora per anni in un luna park, imparando ad apprezzare sempre di più il concetto di “giochi a moneta”, un sistema economico che decise poi di applicare anche ai videogames, spolverando così questa sua vecchia passione. Pochi anni  dopo, infatti, Nolan fonda una software house insieme a Ted Dabney e ad Allan Alcorn. Una software house chiamata Syzygy, ma che presto cambia il nome in Atari.

Non vogliamo annoiarvi troppo con la storia di una figura che, per chi vi scrive, ha un fascino incommensurabile. Nolan Bushnell ha però contribuito alla creazione di PONG, dando vita al mercato dei videogiochi. Non al medium stesso, come ha spesso ribadito lui, ma proprio al concetto di commercializzazione di quello che al giorno d’oggi è uno dei media più remunerativi del mondo. Un pizzico di contesto, dunque, dovevamo darvelo.

Nolan Bushnell Atari

UNO SGUARDO AL PASSATO, MA PUNTANDO AL FUTURO

In occasione del Lucca Comics & Games di quest’anno siamo riusciti a partecipare a un’interessante conferenza dove il creatore di Atari ha potuto discutere del suo rapporto con i videogiochi e del suo punto di vista sul mercato attuale. Un mercato nettamente differente rispetto al 1972, anno di uscita del succitato PONG. Bushnell ricorda con estrema nostalgia il passato, omaggiando più volte nel suo discorso l’esistenza delle sale giochi e l’aura magica trasmessa da quei posti ormai scomparsi. Allo stesso tempo, però, ha voluto ribadire continuamente come “l’era dei videogiochi sia appena cominciata”. E noi non possiamo che essere assolutamente d’accordo.

GIOCHI ED EDUCAZIONE

Dimostrando una grande lucidità, Nolan Bushnell ha quindi evidenziato come il problema principale dei nostri tempi sia da collegarsi alle scuole. Il metodo d’insegnamento riscontrabile nella maggior parte del mondo è datato e, spesso, insoddisfacente per i giovani. Tramite l’utilizzo di videogames sviluppati a scopo didattico, invece, sarebbe possibile fare un netto balzo avanti come società. Bushnell cita anche un recente studio che vede i videogiocatori più “smart” (intelligenti), rispetto a coloro che non li utilizzano. Un’affermazione che ribadisce il potenziale offerto da questo linguaggio. Non siamo qui per discutere se queste ricerche siano giuste o meno, ovviamente, ma sta di fatto che l’utilizzo dei videogiochi in ambito scolastico potrebbe fare del bene non solo all’industria, ma anche all’intero sistema.

Nolan Bushnell Atari

E-SPORTS E BLOCKCHAIN

Tra le numerose domande fatte al celeberrimo autore ce n’è stata una relativa ai titoli E-Sports che ha permesso a Bushnell di dire la propria opinione a riguardo. Nonostante il fascino provato per questa particolare branca di mercato, il creatore di Atari ha evidenziato come sia un settore che, purtroppo, coinvolge solo persone giovani e per un breve lasso di tempo. Le abilità richieste per competere ad alti livelli, infatti, si perdono con l’avanzare dell’età e ha ammesso di aver più volte desiderato l’esistenza di un handicap digitale per poter bilanciare la situazione tra i vari giocatori. Handicap che, però, darebbe vita ad altre problematiche e che si rende conto sarebbe di difficile implementazione.

Per portare una ventata di aria fresca, invece, Bushnell suggerisce l’implementazione delle blockchain all’interno di questa tipologia di giochi. È una scelta che non incontra i gusti di chi vi scrive, un po’ restio al concetto di NFT applicato ai videogiochi, ma che denota uno sguardo moderno da parte dell’autore americano.

GIOCARE PER EMOZIONARSI

Cosa significa realizzare dei videogiochi? Perché tutti noi videogiochiamo? Nolan Bushnell risponde a queste domande con estrema naturalezza, evidenziando come i videogiochi non siano altro che “macchine per le emozioni”. Se un giocatore cerca spaventi può giocare a un titolo horror. Se un altro, al contrario, cerca il brivido dell’avventura, ecco che esistono opere pronte all’uso. I videogiochi simulano la vita reale, permettendoci di vivere esperienze che, altrimenti, non potremmo mai vivere.

Questa sensazione che può essere provata anche tramite i giochi di ruolo cartacei e i giochi da tavolo, opere delle quali Bushnell è un grande estimatore (in particolare di quelli che vantano companion app). Giochi come “Le Case della Follia” o “The Descent”, effettivamente, sfruttano un linguaggio simile a quello dei videogiochi per dare vita a qualcosa di inedito. Qualcosa di ancora poco esplorato e che, secondo Nolan, potrebbe essere ancora più interessante se affiancato alla Realtà Aumentata. Affermazioni molto simili sono state fatte anche da Davide Soliani durante il suo panel al Lucca Comics & Games. Panel durante il quale ha ribadito l’importanza di esplorare questi media paralleli ai videogiochi per imparare il puro game design.

Nolan Bushnell Atari

Poter presenziare a questo Press Caffè è stato per noi un vero e proprio piacere. L’evento ci ha infatti spinti a riflettere su come i videogiochi potrebbero migliorare il mondo e su come, nonostante il loro successo commerciale, essi vengano ancora tacciati come produzioni di serie B dai media generalisti. Quello che possiamo fare è continuare a parlarvene, intervistando autori provenienti dai vari step della pipeline di produzione e cercando di trasmettervi la nostra passione. Proprio per questo motivo, vi invitiamo a tornare sulla pagine di BadTaste.it nei prossimi giorni, soprattutto se siete appassionati di modellazione 3D e di fotogrammetria. Potreste rimanere particolarmente sorpresi da un articolo in arrivo.