La Notte degli Oscar e i cinecomic non vanno per nulla d’accordo.

La vittoria di Birdman (o Le Imprevedibili Virtù dell’Ignoranza) non ha fatto altro che esacerbare ulteriormente la posizione dell’Academy contro un genere che, prescindendo dalla riuscita artistica che naturalmente varia da caso a caso, contribuisce a mantenere florida un’industria. Quella stessa industria che poi consegna alle sale pellicole di certo meno mainstream di quelle cinefumettistiche anche grazie alle garanzie economiche assicurate da questo filone.

Questo senza considerare poi che ben nove degli interpreti in gara nelle categorie di Attore e Attrice Protagonista e Non Protagonista, Michael Keaton (Batman), Benedict Cumberbatch (Doctor Strange), Mark Ruffalo (Hulk), Edward Norton (Hulk), Bradley Cooper (Guardiani della Galassia), Emma Stone (The Amazing Spider-Man), Marion Cotillard (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno), Felicity Jones (The Amazing Spider-Man 2), e J.K.Simmons (Spider-Man), hanno o hanno avuto a che fare proprio con i tanto vituperati cinefumetti.

A margine della kermesse, una persona direttamente interessata dall’argomento, il regista di Guardiani della Galassia James Gunn, ha deciso di entrare a gamba tesa nella questione affidando i suoi pensieri a un post pubblicato sul suo profilo Facebook.

Vi proponiamo, a seguire, la nostra traduzione:

Non ho trovato che la battuta di Jack Black sui cinefumetti fosse offensiva, e voi? Cioè era appunto uno scherzo. Anche se quello che è stato scritto sugli Oscar non pareva sulla stessa linea.

Nel momento in cui Dan Gilroy afferma che i partecipanti agli Independent Spirit Awards sono come dei sopravvissuti a uno tsunami di film sui supereroi – cosa che suona strana detta da uno la cui moglie (René Russo, ndr.) ha recitato in due Thor (aggiungiamo poi che Gilroy, in corsa agli Oscar con Lo Sciacallo, ha anche scritto le sceneggiature di film popolari come Real Steel e The Bourne Ultimatum, ndr.) – mi pare che voi ci siate proprio orribilmente affogati, in questo Tsunami. Ma so bene come funzionano queste cose e i discorsi delle premiazioni, quindi vi concederò il beneficio del dubbio.

Qualunque sia il caso la verità è una sola: che in qualsiasi mezzo di espressione artistica, quello che risulta essere “popolare” è sempre stato snobbato dalle sedicenti elite. Ho già vinto più riconoscimenti di quanto mi aspettassi per Guardiani della Galassia. Quello che mi secca e infastidisce è la presunzione di tutti quelli che pensano che siccome fai film di questa portata ci metti meno amore, cura, rispetto a quelli della gente che dà vita a pellicole “indie” o a lungometraggi generalmente riconosciuti come “più seri” dagli Oscar.

Ho fatto film di serie B, film indipendenti, film per bambini, film horror e blockbuster. In ogni ambito ho scoperto che ci sono persone pronte a realizzare un film per soldi o per nutrire la propria vanità. E che c’è chi fa quello che fa perché ama raccontare una storia, ama il cinema e vuole restituire e regalare a questo mondo parte di quella magia che ha interiorizzato grazie al lavoro di altre persone. In tutta onestà, non ho riscontrato una grande differenza fra la percentuale di gente integerrima come questa che opera in un settore rispetto all’altro.

Se pensate che chi realizza film di supereroi sia un idiota, venite fuori e ditelo ad alta voce. Ma se tu, in quanto filmmaker indipendente o “più serio”, credi di mettere più amore nei tuoi personaggi di quanto facciano i fratelli Russo con Captain America, Joss Whedon con Hulk o il sottoscritto con un procione parlante, ti assicuro che stai prendendo una cantonata.

 

Ma non finisce qua. Fra i commenti al post, un utente fa notare a Gunn che, fra le altre cose, “Gilroy ha scritto anche una pessima bozza della sceneggiatura di quel bruttissimo Superman (Superman Lives, ndr.) che la Warner Bros. non ha mai prodotto”. Gunn risponde così:

Come quando chiedo a una ragazza di uscire, questa ti rimbalza e poi cominci a dire in giro quanto sia brutta.