La morte di Wes Craven, avvenuta ieri sera, ha avuto subito un forte impatto su hollywood e su tutto il mondo. Craven è stato uno dei registi più influenti della storia del cinema horror e non solo, e molti grandi registi sono stati ispirati dalle sue opere durante la loro formazione.

Uno di questi è Edgar Wright, che ha scritto un commovente memoriale sul suo blog. Ve ne traduciamo i passaggi più importanti:

La notizia della morte di Wes Craven mi rattrista molto. Ero un grande fan dei suoi film, era una persona estremamente gentile e non ho avuto modo di conoscerlo di persona così bene come avrei voluto.

Per molti di noi cresciuti tra gli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, il nome di Wes Craven è sinomino di horror rivoluzionario. Crebbi in una casa senza VHS, potevo solo immaginare gli orrori che si celavano dietro ai poster o alle copertine di cassette di film come L’Ultima Casa a Sinistra, Le Colline hanno Occhi e Benedizione Mortale. Erano film che non avevo il permesso di vedere, ma essendo un giovane ossessionato dall’horror dovevo sapere tutto su di loro.

[…] Prima ancora che potessi vedere uno dei suoi film, le mere sinossi sulle copertine mi davano gli incubi. Avevo letto di lui nelle pagine di Starbust e Psychotronic Encyclopedia of Film, quindi sapevo ogni terrificante dettaglio dei suoi primi film senza aver visto un fotogramma.

Il primo incontro con un suo film fu nel 1985, con A Nightmare on Elm Street, a casa di un amico del mio fratello maggiore. I suoi genitori avevano noleggiato questo film vietato ai minori di 18 anni, e noi lo avremmo visto nel pomeriggio. Ti faceva sentire così trasgressivo ed eccitato vederlo, e vorrei tanto tornare a quei momenti innocenti in cui quei film dell’orrore mi sembravano così pericolosi e viscerali. Il primo Nightmare divenne un classico del cinema horror per motivi che lo rendono un classico ancora adesso: è la premessa folle, l’idea di incubi ad occhi aperti che sfociano nel mondo reale, Freddy Kruger è il villain più formidabile e interessante di qualunque altro suo rivale del cinema slasher.

[…] A quel punto dovevo vedere tutti i film di Wes Craven. I miei preferiti tra i suoi primi film sono Le Colline Hanno Occhi, Benedizione Mortale e adoro il troppo elaborato e un po’ camp Dovevi Essere Morta (vittima del successo di Craven, con sequenze di sogno truculente e prive di senso aggiunte successivamente solo per il successo di Nightmare).

[…] Il suo film che preferisco in assoluto è anche il più politico. Si tratta di La Casa Nera del 1991, un piccolo grande film che ha come storia una caccia al tesoro urbana, spinta però nell’inquietante territorio dei Fratelli Grimm, il tutto guarnito da un feroce messaggio palesemente anti capitalista. Se conoscete Wes solo per Freddy e Ghostface, vi invito a vedere questo film. È una gemma.

Alla fine degli anni novanta, Wes ha avuto il suo maggiore successo con Scream. Ricordo di averlo visto nel weekend d’apertura a Londra e di aver detto “Questo è il genere di film che voglio fare”. Otto anni dopo ho cercato di fare la stessa cosa con Shaun of the Dead – L’Alba dei Morti Dementi. Evocavo spesso il film di Craven quando proponevo il mio film, come esempio di un film horror di successo che mescolava risate e spavento. In molti si stupirono della struttura intertestuale di Scream, ma in realtà in tutti i film di Craven c’erano ammiccamenti di questo tipo, a partire da Le Colline hanno Occhi del 1977. Quel film diede il via a una serie di divertenti riferimenti intertestuali tra registi di film horror che divenne una vera e propria gara. Nel primo Le Colline hanno Occhi, c’era un poster strappato di Lo Squalo, come se Craven volesse dire “Quello non fa paura, QUESTO fa paura!” Per tutta risposta Sam Raimi fece lo stesso con un poster delle Colline hanno Occhi in La Casa. La risposta di Craven fu che i suoi personaggi guardavano La Casa in A Nightmare on Elm Street. Raimi rispose mettendo il guanto di Freddy nella cantina di La Casa 2.

Adoravo questa running gag tra registi horror, quindi pensate la mia risposta quando Wes chiese di poter utilizzare una scena di L’Alba dei Morti Dementi in Scream 4: SI’!

[…] Grazie all’uso di quella clip scambiai diverse mail, negli anni, con Wes. Era dolcissimo e ricco di complimenti.

[…] Lo incontrai brevemente prima di una cena di Masters of Horror nel 2005, non sapendo se aveva visto il mio film o meno e così non gli parlai, ero troppo nervoso. Vorrei averlo fatto. Anni dopo andai a una proiezione di La Casa Nera a Cinefamily, dove Wes fece un Q&A. Anche in quel caso tornai a casa, perchè era assediato dai fan, ma gli mandai una mail dicendo che avevo partecipato alla proiezione e lui risposte che avrebbe voluto mi fermassi. Anche io avrei voluto, fu l’ultima volta che lo vidi. Avevamo pianificato di vederci per pranzo un’altra volta, ma non ci fu il tempo, e ora sono triste e pieno di rimorsi.

Sono grato per tutti i film che ha fatto, per la mia piccola parte nel suo ultimo film e sono felice di essere riuscito a dirgli quanto ho amato il suo lavoro e quanto mi abbia ispirato. Era un vero maestro del genere, era veramente di classe. Riposa in pace, Wes. Ti daremo il permesso di terrorizzare i nostri incubi per sempre.

 

 

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