Nicolas Winding Refn è uno smargiasso. Ha l’aria calma e rilassata di chi sì è appena fatto una canna ma la presenza di spirito e la svelta intelligenza di chi ha dato un tiro di cocaina. Risponde in maniera secca e diretta e non disdegna di atteggiarsi in maniera cool, sparando qualche frase ad effetto con il tono compassato di chi ha tutto sotto controllo. Non è facile intervistarlo, le sue risposte possono essere anche di una sola parola ma fulminanti, oggi per fortuna era un po’ più loquace e voglioso di divertirsi (forse anche un po’ alle nostre spalle ma proprio per questo gli si vuole bene).

Refn è al Festival di Torino anche se non per il suo ultimo film, The Neon Demon, che è in fase di riprese e di cui non vuole ancora parlare, anche perchè, siccome gira sempre cronologicamente (cioè dalla prima scena all’ultima scena in ordine), non può ancora dire come sia: “In fondo è come fare sesso, fino a che non arrivi alla fine non puoi dire come è stato” – “Mi vuoi dire che non sai come finisce il tuo stesso film?” – “No, non lo so. Ma ci sto lavorando [sorride furbo ndr] e non vedo l’ora di arrivarci!”.

Il motivo per il quale è al Festival di Torino invece è Terrore nello Spazio, il film di Mario Bava che qui è presentato all’interno della retrospettiva sul cinema di fantascienza in una versione completamente restaurata in 4K. Refn lo accompagna facendogli da testimonial: “Mi sembra bellissimo che ci sia così tanto interesse intorno al film”.

La nostra intervista infatti era solo una in una serie di molte che gli sono state fatte nella giornata, tutte sulla sua presenza in relazione a Bava.

 

https://www.youtube.com/watch?v=zE9NdZA9uI0
Non è difficile capire perché ti piaccia Bava, almeno esteticamente, i colori psichedelici di tanti suoi film si ritrovano nei tuoi, ma dal punto di vista della storia cosa ci trovi nei suoi film e in questo in particolare?

NICOLAS REFN: “Credo che Terrore nello spazio sia un raro esempio di fusione di horror e fantascienza (che già di loro sono generi giganteschi) che funzioni davvero. E poi è una grande storia d’avventura e ha un sacco di poesia e senso mistico. Perché è un film di fantascienza che non si basa sulla tecnologia nè fornisce risposte, inoltre ha delle musiche davvero interessanti, sono quasi elettroniche, d’avanguardia, i costumi poi sono puro fetish e le donne sono davvero attraenti e sexy. Ha dei titoli di testa fantastici, è davvero pieno di immaginazione per come è assemblato e raccontato, tecnicamente è davvero inventivo per i soldi che avevano. Non è difficile notare come e perché Alien sia di fatto un remake di Terrore nello spazio”.

Quando guardi un film come questo ti senti in dovere di essere indulgente nei confronti degli aspetti più naive?

NR: “Non penso che sia così naive… Beh alcuni B movie di quel periodo lo sono ma questo è molto sofisticato, ha una storia molto sofisticata”

Per dirne una i costumi sono davvero naive, anche per la fantascienza di quegli anni…

NR: “Ma la cosa forte di quei film italiani è che non parlano di realtà ma di iperrealtà, parlano di fetish, di sesso!”

Spesso ti sentiamo discutere e parlare di fantascienza, il documentario Jodorowsky’s Dune è solo un esempio, eppure non ti immagino a dirigere un film di fantascienza, anche se ad un certo punto dovevi rifare La fuga di Logan. Pensi che quel che apprezzi della fantascienza influenzi i tuoi film di altro genere?

NR: “Assolutamente! Penso che la fantascienza sia molto più interessante senza la scienza. Credo che un film come Liquid sky [film di inizio anni ‘80 che in Italia è uscito con il titolo originale con Mikado ndr] sia un documento sociale molto interessante, uno che parla di New York, droga, sesso e moda. E’ molto semplice e simile a Terrore nello spazio come anche Blade runner. In fondo anche il mio film Valhalla Rising è un tentativo di fare fantascienza senza scienza e tecnologia”

Se levi la scienza dalla fantascienza che rimane?

NR: “La religione.
La fantascienza è molto una questione di fede”.

Sì ma molto legata al materialismo raramente si sfocia nel trascendentale…

NR: “È proprio quello che mi piace di Terrore nello spazio, il suo mistero all’inizio il suo senso della mistica. Penso che i film che fanno appello alle sensazioni interiori piuttosto che a quelle esteriori come vedere e sentire siano i più interessanti”.

Da quant’è che non lo vedi?

NR: “Qualche anno ma adoro la soundtrack quindi lo conosco bene, stasera mi guardo la versione restaurata in 4k” [esibisce un’aria soddisfatta ndr]

Pensi davvero che quei film possano insegnare qualcosa a gente come te?

NR: “Sì, penso che la creatività non abbia a che vedere con quando e dove ma con con il cosa e questo è un film davvero creativo con pochi mezzi, nessun soldo e nulla se non una percezione da serie B. Allo stesso tempo anche un gran film, 50 anni dopo l’uscita ancora ne parliamo, deve aver fatto qualcosa!”

Un altro che faceva molto con molto poco era Corman, lo compareresti a Bava?

NR: “Penso che Corman fosse più centrato sulla produzione mentre Bava avesse più senso della poesia. Non sono un’enciclopedia di cinema non ho visto tutti i suoi film ma di Corman adoro L’odio esplode a Dallas che è bellissimo perché è filmmaking con un senso profondo. Al contrario Bava era un artista ma non un distributore e faceva film per l’atto di creare che è ciò che li rende così unici”.

Sai che quei registi non volevano essere chiamati artisti e non si consideravano tali. Oggi invece accade il contrario, pensi che quest’autopercezione influenzi quel che fate?

NR: “Ho sentito spesso come i registi di quell’epoca si considerassero solo tecnici o artigiani mentre oggi i registi sono rockstar, è cambiato tutto eppure alla fine facciamo gli stessi film”

Non pensi che avere la luce dei riflettori su di sè dia una prospettiva diversa al lavoro?

NR: “Credo sia importante non farsi influenzare da quel che la gente pensa di te”

È quel che hai fatto con Solo Dio perdona?

NR: “Fare Drive 2 sarebbe stato troppo facile e mi sono divertito di più a fare qualcosa di inatteso inoltre preferisco diversificare, perché se la gente ama o odia in blocco un film è la stessa cosa ma se alcuni lo amano e alcuni lo odiano allora è più interessante, perché l’arte deve creare reazioni deve generare sentimenti contrastanti, tutto questo scontro è quello che crea un pensiero o delle idee, le motivazioni per le quali qualcosa la ami o no ti spaventa o no, e questo rimane con te”.

https://www.youtube.com/watch?v=IJi5F_N6A5o

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