La coerenza e la costanza nell’immagine di Tim Burton è stupefacente.

Dagli anni ‘80 ad oggi sono cambiate le mode ma non lui, che continua a portare i capelli sparati e ad avere i calzini a strisce bianchi e neri come fosse egli stesso Beetlejuice. Anche se poi quando glielo si fa notare lui preferisce ricondurre tutto alla Strega dell’Est di Il Mago di OzVedrete i miei piedi arrotolarsi quando morirò”.

A Tim Burton infatti non piace troppo parlare di sé, non ama guardare se stesso come si guardano gli altri autori, non identifica un proprio stile (forse è l’unico al mondo a non saperlo fare) né le proprie influenze nel lavoro altrui. Anzi definisce i suoi film molto basilari.
Venuto a Roma per Miss Peregrine ha incontrato un folto gruppo della stampa per raccontare il suo ultimo film.

Cosa l’ha attratto al libro da cui è tratto il film?

Sono sempre stato molto sensibile a questi argomenti. Mi è bastato già il titolo per interessarmi al libro. Perché sono vicino all’idea di sentirsi quello diverso, quello non omologato. Io stesso poi avevo scritto un libro sui bambini speciali, certo è molto diverso [si tratta di un libro di poesia del 1997 intitolato “Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie” ndr]”.

In questo film c’è sia stop motion che animazione in computer grafica, cosa preferisce?

Amo la stop motion è il mio cuore, è qualcosa che tocchi e senti, è così bella e la gente che fa i pupazzi crea dei veri pezzi d’arte, è insomma la più tattile e speciale ma i computer pure sono incredibili. Qui c’è la battaglia delle bambole che è fatta in stop motion mentre gli scheletri in digitale, ma la ragione è più che altro il tempo che hai a disposizione, non sempre ti puoi permettere la stop motion”.

Ad un certo punto fa un minuscolo cammeo vero?

Sì, sulle giostre ma non è stata una vera e propria scelta. Non amo mai comparire, è solo che avevamo finito il budget e i giorni di ripresa, lo stesso però volevo certe immagini, allora con un po’ di amici siamo saliti sulle giostre e ci siamo fatti riprendere

Il finale del film è diverso dal libro, come mai?

“Ho cambiato il finale perché queste storie di solito finiscono con la promessa di una nuova avventura e io preferivo invece quel che si vede accadere tra Miss Peregrine e i ragazzi alla fine del film. Il punto è che quando guardi le foto del libro, queste riescono a suggerirti qualcosa ma non tutto, e io volevo catturare quello spirito fotografico lì in un film, non avere niente di definitivo ma suggerire. Insomma non è stata una decisione intellettuale ma più emotiva”.

Anche Miss Peregrine in teoria ha un’altra età nel libro e non somiglia ad Eva Green…

Sì ma davvero ho usato il libro come ispirazione. Io preferirei avere Eva Green come direttrice, tu che dici? [ride ndr] Il punto è che amo Eva, è proprio forte, divertente ma anche drammatica, potente ed efficace, e poi sembra davvero che possa diventare un uccello! È un’attrice da cinema muto, una che riesce a rappresentare tante cose diverse solo con gli occhi.
Del resto anche io da piccolo avevo un’insegnante molto bella e divertente, era l’unica che tutti i bambini ascoltavano, aveva davvero un certo potere e i bambini facevano tutto quello che diceva”.

In questo cinema moderno così pieno di effetti speciali lei sembra desiderare di vivere in un altro tempo…

In realtà no. Certo, non è facile voler vivere nel presente visto ciò che vediamo intorno a noi, ma vivere il presente è la cosa più interessante e difficile che si possa fare. I film che faccio poi sono molto basilari, uso gli effetti solo per la storia, credo sia sempre stato così: la gente li usa come tool per raccontare una storia”.

Alla fine questo non potrebbe essere un film di supereroi?

Sai, quando feci Batman quello dei film tratti da fumetti sembrava un territorio nuovo, ora invece ne esce uno nuovo a settimana. Però quel che amo di questo film è che anche se i bambini hanno poteri e peculiarietà rimangono comunque bambini. Mi piace che abbiano poteri che gli fanno fare cose incredibili ma invece si comportano come bambini normali”.

Lei per chi fa i suoi film? Per ragazzi? Per adulti?

Riggs, l’autore del libro, quando gli ho fatto la stessa domanda mi ha detto che il libro l’ha scritto per sé anche se è piaciuto a bambini e adulti. E anche per me è così. Mi è stato detto che Sweeney Todd è popolare con le ragazze di 11 anni, che non so nemmeno come e perché l’abbiano visto, altri invece mi hanno detto che i miei film sono popolari tra gli animali domestici, ma io davvero non li faccio per nessuno o meglio li faccio per il pubblico più grande possibile

Beetlejuice 2 si farà?

Sono già due film che dopo aver dato una data per la loro realizzazione vengono cancellati, quindi solo quando sarò sul set potrò confermarlo. Se lo faremo lo dovremo fare in una maniera molto particolare, pensa che ancora non ho capito perché ha avuto così tanto successo il primo! Certo io amo il personaggio ma non posso pianificare più di tanto, non ho il controllo io. E non dimenticate poi il miglior film che non ho mai fatto: Superman. L’avreste amato sarebbe stato fantastico”.

Questo film ha una strana ossessione con gli occhi e il guardare non trova?

Sì e i bulbi oculari sono anche una forma di cibo per i vacui. Non l’ho mai realizzato ma considera che quando feci Nightmare Before Christmas alla Disney mi dissero che non era possibile avere un protagonista animato senza occhi (motivo per cui li facemmo ancora più grandi) ma forse gli occhi sono sempre stati importanti per me. Il cinema è un’arte visiva e la maniera in cui trasmetti i sentimenti è importante, per questo cerco sempre attori che mi parlino con gli occhi. In assoluto non credo che la rappresentazione degli occhi sia cambiata per me, è la prima cosa che guardo quando qualcuno entra nella stanza fin dai primi tempi, è quello che amo nelle fotografie, è la bellezza e il potere del fare cinema, credo che tutti i buoni attori per me abbiano questo tipo di mistero, farti arrivare qualcosa ma non tutto, lasciandoti percepire il resto”.

Nel cast del film, tratto dal romanzo di Ransom Riggs (in italiano La Casa per Bambini Speciali di Miss Peregrine) Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Alison Jenney, Chris O’Dowd, Judy Dench, Rupert Everett.

La trama del film, come il romanzo, segue le vicende di un ragazzino che viene portato su un’isola dove deve aiutare un gruppo di orfani dotati di poteri speciali da creature che intendono distruggerli. La sceneggiatura è stata curata da Jane Goldman, mentre Peter Chernin si occupa della produzione tramite la sua Chernin Entertainment (che ha un accordo di produzione con Fox).

Ecco la sinossi:

Quando l’amato nonno lascia a Jake indizi su un mistero che attraversa mondi e tempi alternativi, il ragazzo si ritroverà in un luogo magico noto come La casa per bambini speciali di Miss Peregrine.
Ma il mistero si infittisce quando Jake conoscerà gli abitanti della casa, i loro poteri speciali… e i loro potenti nemici. Alla fine scoprirà che solo la sua ‘peculiarità’ potrà salvare i suoi nuovi amici.

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